Nicolae Timofti

Nicolae Timofti

La lettera V di uno speciale abecedario, dedicato ai 25 anni dall'indipendenza della Moldavia. La traduzione del discorso fatto dall'allora Presidente Nicolae Timofti il giorno delle celebrazioni dell'indipendenza

23/12/2016 - 

Stimati compatrioti,

Ospiti onorati,

Oggi ci troviamo a vivere una giornata solenne, storica, piena di significati e di successi. Il 27 agosto – il Giorno dell’Indipendenza del nostro stato, della Repubblica Moldova, è la prova eloquente del fatto che, nei momenti decisivi ed essenziali per le sorti di questa terra, abbiamo saputo mobilizzarci per prendere decisioni concrete ed essere all’altezza dei tempi che stavamo vivendo.

Un quarto di secolo fa, centinaia di migliaia di persone, qui, in Piața Marii Adunări Naționale (n.d.r. Piazza della Grande Adunata Nazionale) e in Parlamento, hanno espresso la volontà di essere liberi. La giornata del 27 agosto 1991 ha rappresentato il coronamento della lotta per la liberazione nazionale condotta fino ad allora dalle nostre élite culturali, assieme a numerosi altri patrioti valorosi e appassionati.

Oggi rendiamo il nostro omaggio a questi patrioti che hanno portato a termine l’Atto di Indipendenza e che poi, lungo il Nistru, hanno difeso con le armi l’Indipendenza e la Sovranità dello stato. Una parte dei nostri eroi nazionali ha lasciato questo mondo, ma noi siamo qui per portare avanti i loro ideali e le loro aspirazioni. Noi, quelli di oggi, non abbiamo perso quel desiderio di libertà, ma abbiamo capito, negli anni trascorsi da allora, che la libertà e i diritti non si regalano, ma si ottengono, attraverso la lotta e con molto lavoro, attraverso l’unità e i sacrifici.

In questi 25 anni abbiamo cercato di migliorare le cose, di organizzare la nostra società e le nostre vite come meglio abbiamo saputo. Abbiamo ottenuto vittorie sul piano nazionale, ma anche a livello internazionale, che ci hanno resi insieme orgogliosi e felici. Ma non abbiamo ottenuto soltanto successi. Abbiamo anche fatto degli errori. In questi anni abbiamo dovuto far fronte al coinvolgimento della Federazione Russa nei nostri affari interni, a una guerra con la 14° armata russa nella regione transnistriana, a numerosi embarghi commerciali istituiti dalle autorità russe. Abbiamo attraversato e stiamo attraversando momenti difficili a livello nazionale, segnati da irrequietezza e dubbi.

Oggi, in questo giorno per noi santo, dirò che molte delle risposte alle nostre domande e alle nostre aspirazioni si ritrovano nella Dichiarazione d’Indipendenza, documento fondamentale che, assieme alla Costituzione, è e deve essere il punto di partenza per tutte le nostre azioni e decisioni cruciali, il nostro documento fondamentale. Di più, direi che molti dei tentennamenti degli ultimi 25 anni sono dovuti al fatto che a volte non abbiamo considerato alcune disposizioni della Dichiarazione di Indipendenza. Tra queste, quelle che fanno riferimento all’orientamento democratico e al nostro destino europeo, che, secondo me, non possono essere messe in dubbio e alle quali non esistono alternative.

Alla ricerca di una soluzione di sviluppo adatta al nostro paese, abbiamo continuamente sostituito un sistema con un altro, scuotendo periodicamente a distanza di qualche anno il buon assetto delle cose. Potremmo imparare qualcosa da queste esperienze politiche, anche nel presente, mentre ancora assistiamo alla nostalgia dei tempi sovietici passati, riverniciata oggigiorno di colori euroasiatici.

Cari amici,

la Republica Moldova ha davanti a se numerose sfide, ma anche molte opportunità. Uno dei nostri successi incontestabili è rappresentato dal fatto che abbiamo fatto passi importanti verso l’integrazione nella famiglia europea.

Il nostro avvicinamento all’Europa è facilitato e stimolato dalla conclusione con l’Unione Europea dell’Accordo di Associazione e dalla liberalizzazione del regime dei visti. Siamo i soli nello spazio CSI ( n.d.r. Comunità degli Stati Indipendenti) ad aver ottenuto il diritto di viaggiare liberamente in Europa. Questi documenti aprono ampie possibilità di scambi commerciali, educativi e di libera circolazione delle merci, delle tecnologie e delle persone, di creazione di progetti comuni sotto gli auspici dell’Europa. Dobbiamo mettere a frutto le occasioni che ci vengono offerte, e capire che questa è la nostra occasione per modernizzare il paese.

Le delusioni che abbiamo incassato fino ad ora non devono impedirci di procedere nel cammino europeo. Ma affinché le cose prendano una direzione positiva, è essenziale eliminare i ritardi accumulati dal paese in diversi settori. Le riforme, alcune delle quali sono rimaste solo sulla carta, devono essere visibili per tutti i cittadini. I politici e i funzionari devono lavorare per il popolo, secondo il loro mandato. I giudici e i procuratori devono ottenere buoni risultati, devono meritarsi lo statuto privilegiato che la società offre loro. La classe politica e le istituzioni più importanti dello stato soffriranno anche in futuro di un deficit di fiducia da parte della gente, fintantoché non si getterà luce sull’immensa frode bancaria perpetrata negli ultimi anni. Incoraggio le istituzioni giudiziarie a fare tutto il possibile per rafforzare le indagini in questo senso, poiché dal loro risultato dipende il rispetto dei cittadini verso lo stato e la fiducia di cui abbiamo bisogno nelle nostre relazioni con i partner internazionali.

Una società in cui l’uomo possa realizzarsi sarà attraente non solo per gli investimenti stranieri, ma anche per i nostri concittadini che lavorano all’estero e che aspettano da parte nostra, che siamo rimasti a casa, segnali concreti che possono tornare in patria, poichè il valore supremo di un paese è rappresentato dalla sua gente. Solo con questa attitudine verso le persone avremo il diritto di sperare che i sentimenti di delusione e amarezza saranno sostituiti dalla speranza e dall’ottimismo. Se daremo messaggi positivi di questo tipo, rafforzeremo il potenziale che abbiamo a livello nazione e consolideremo i rapporti con i nostri partner e amici tradizionali. Mi riferisco agli stati dell’Unione Europea, alla Romania, in primo luogo, agli Stati Uniti d’America e ad altri paesi che ci hanno sostenuto fino ad oggi. Dobbiamo conoscere i nostri amici e apprezzare il loro supporto.

Abbiamo dimostrato nel corso degli ultimi anni che i cittadini moldavi, europei per definizione e per nascita, sono pregni di spirito europeo, hanno visioni e riflessi europei, e nel corso del tempo questa mentalità darà frutti. Oggi, a casa nostra, possiamo costruire con solidità un sistema politico-amministrativo che renda le persone e le istituzioni indipendenti, che funzioni secondo la legge.

Una maggiore organizzazione ci sarà senz’altro utile. Dobbiamo desiderare tutti insieme che queste cose accadano e allora nessuno potrà fermare la nostra determinazione. In questo modo i nostri sforzi avranno un senso.

Signore e signori,

I tempi difficili che stiamo vivendo, le agitazioni che hanno luogo in Oriente e i problemi in Europa ci preoccupano. Ma ciò che capiamo di quel che accade in Ucraina, in Siria, in Turchia e in altre zone incerte, è che dobbiamo prendere delle precauzioni, per essere pronti ad ogni tipo di sfida. L’indipendenza della Repubblica Moldova e la sicurezza dei suoi cittadini non saranno compiute fintantoché forze militari straniere si trovano sul nostro territorio contro la nostra volontà. In queste condizioni, rimaniamo separati dai nostri concittadini che si trovano sulla riva sinistra del fiume Nistru.

La sicurezza dei nostri cittadini, la sicurezza delle informazioni, la sicurezza dello stato sono settori in cui dobbiamo manifestare attenzione massima. In questo senso, è chiaro che dobbiamo avere istituzioni forti, incorrotte, che possano far fronte a qualsiasi situazione imprevista, dobbiamo fare ordine nello spazio audiovisivo, che al momento non controlliamo in modo completo, dobbiamo rafforzare le attività educative, per sperare che un giorno saremo capaci di parlare ad un’unica voce quando ci riferiremo ai nostri interessi nazionali. Vi ricordo una semplice verità: nessuno verrà a fare ordine nel nostro paese, noi siamo i soli a cui spetta questa responsabilità.

Tutta la nostra riconoscenza va oggi a coloro che lavorano affinché la Repubblica Moldova diventi un paese florido. Insegnanti, medici, agricoltori, militari, poliziotti, uomini d’affari, studenti, funzionari: a voi tutti porgo sinceri ringraziamenti e mi congratulo con voi con tutto il cuore in occasione della Giornata dell’Indipendenza.

Auguri, Repubblica Moldova!

 

(traduzione di Maria Chiara Tognetti)


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