Aleksandar Trifunović (foto Buka)

Aleksandar Trifunović (foto Buka )

Quando un leader politico come Vučić, dichiaratamente di destra, afferma di essere preoccupato per la drammatica virata a destra compiuta dalla Serbia, allora è chiaro che, pur avendo vinto le ultime elezioni, nei prossimi anni per Vučić sarà molto più difficile governare il paese di quanto non lo sia stato finora

13/04/2022 -  Aleksandar Trifunović

(Originariamente pubblicato sul portale Buka , il 4 aprile 2022)

Durante il suo primo discorso tenuto dopo le elezioni dello scorso 3 aprile, il vecchio nuovo presidente della Serbia Aleksandar Vučić ha dichiarato che “la Serbia ha compiuto una drammatica virata a destra”.

Quest’affermazione è di gran lunga la più importante tra tutte quelle che si sono potute sentire nella notte delle elezioni, una notte che, come atteso, non ha riservato grosse sorprese. Si sapeva già tutto in anticipo, restava solo da capire quanti voti avrebbe ottenuto l’estrema destra.

Quando un leader politico come Vučić, dichiaratamente di destra, afferma di essere preoccupato per la drammatica virata a destra compiuta dalla Serbia, dove ormai da tempo prevale un sentimento di destra, allora è chiaro che, pur avendo vinto facilmente le ultime elezioni, nei prossimi anni per Vučić sarà molto più difficile governare la Serbia di quanto non lo sia stato durante il suo primo mandato da presidente.

Vučić continuamente incoraggia la destra radicale, lasciandole il compito di scagliarsi in modo aggressivo contro chi la pensa diversamente da lui e, al contempo, di esprimere ciò che lui pensa ma non osa dire per non inficiare l’immagine di sé come di un riformatore che si sforza di promuovere negli ambienti politici occidentali. L’Occidente è ormai consapevole che si tratta di una falsa immagine, ma la considera accettabile perché è in sintonia con le aspettative occidentali nei confronti della Serbia, dalla quale ci si aspetta che introduca sanzioni contro la Russia e che riconosca l’indipendenza del Kosovo. Se queste richieste dovessero essere esaudite, l’Occidente lascerà mani libere a Vučić per governare la Serbia come gli pare.

Vučić si illudeva di poter controllare la destra, relegandola ai margini dei tabloid, così da non permetterle di superare la soglia di sbarramento ed entrare in parlamento. Quest’illusione però gli si è ritorta contro. La destra, creata e utilizzata da Vučić come arma politica, si è trasformata da un pitbull furioso tenuto strettamente al guinzaglio dal suo padrone in una forza autonoma che è riuscita ad entrare in parlamento e prima o poi si rivolterà contro Vučić. La guerra in Ucraina ha ulteriormente radicalizzato i rapporti tra le forze politiche della Serbia, portando all’emergere di un discorso filorusso aggressivo, assurto a nuovo strumento politico capace di contrastare tutte le decisioni che Vučić sarà costretto a prendere nel prossimo futuro.

Uno dei risvolti positivi delle elezioni dello scorso 3 aprile riguarda il fatto che l’opposizione serba tornerà in parlamento, pur avendo raggiunto un risultato ben lontano dall’atteso. Il malcontento dei cittadini serbi è molto più forte di quanto il risultato elettorale delle forze di opposizione possa suggerire, il che significa che l’opposizione ancora una volta non è riuscita a dare voce al malcontento popolare così da poter raggiungere un risultato politico più rilevante. Gli esponenti dell’opposizione probabilmente sanno perché le loro argomentazioni sono apparse poco convincenti, e se non lo sanno, allora hanno un grosso problema. Un atteggiamento egoista se lo possono permettere solo i vincitori, di certo non i perdenti di lungo corso. C’è solo da sperare che il ritorno alla vita parlamentare possa risvegliare i leader dell’opposizione, facendoli uscire dall’illusione che i problemi della Serbia possano essere risolti da una forza esterna.

Anche la coalizione “Moramo”, attorno alla quale si sono riuniti molti cittadini attivi, è riuscita ad entrare in parlamento, e questa è davvero un’ottima notizia. Questo movimento – che ormai da anni porta avanti il suo audace attivismo sociale, utilizzando le proprie competenze per difendere il diritto alla vita dei cittadini serbi – ora avrà l’occasione di commentare e vigilare sulla vita politica della Serbia, fungendo da vero e proprio correttivo all’interno del parlamento. Così le forze politiche che fanno parte della coalizione “Moramo” guadagneranno maggiore visibilità, diventeranno più forti e meno vulnerabili di fronte a eventuali nuovi aggressioni da parte degli hooligan con passamontagna in testa. L’ingresso dalla coalizione “Moramo” in parlamento è la giusta ricompensa per una lunga battaglia portata avanti con sincerità e coerenza, caratteristiche che hanno contraddistinto gli esponenti di questo movimento anche durante la campagna elettorale.

In Republika Srpska Vučić ha ottenuto il 90% dei voti, un risultato che non lascia adito a dubbi: i cittadini della RS hanno detto chiaramente cosa vogliono, quindi Milorad Dodik con ogni probabilità vincerà nettamente le prossime elezioni. Questo non dovrebbe infastidire gli esponenti dell’opposizione in Republika Srpska, perché sono stati proprio loro ad aiutare Dodik a raggiungere la popolarità di cui gode, per cui possono considerare ogni vittoria di Dodik anche come un loro successo.

Resta ancora da capire come si concluderanno le trattative sulle possibili alleanze per la municipalità di Belgrado, dove Vučić ha conquistato il 39% dei voti, e quindi si trova in una posizione di vantaggio rispetto all’opposizione per quanto riguarda la formazione del nuovo consiglio comunale nella capitale serba.

Tutto sommato, l’opposizione ha ottenuto il miglior risultato che realisticamente poteva ottenere, considerando il forte controllo che Vučić esercita sulla gestione dei soldi pubblici e sui media serbi. Non c’era alcuna possibilità che Vučić perdesse le elezioni. Il presidente serbo non ha mai smesso di portare avanti la sua campagna elettorale fin dalle presidenziali del 2017, ha persino realizzato uno spot elettorale in cui esce da un frigorifero, trasformando poi quella scena in uno dei pilastri della sua campagna.

Comunque le nuove circostanze implicano una disposizione del tutto nuova delle carte politiche: ciò significa che Vučić non giocherà una facile partita come prima, sarà costretto ad affrontare una dura battaglia politica che sembra essere già iniziata.


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