La moglie del potente editore croato Ivo Pukanić, Mirijana, divisa dal marito per questioni di eredità, viene ricoverata con la forza durante un'intervista e portata in manicomio in diretta televisiva. I legami tra politica, media e violazione dei diritti umani in Croazia

23/04/2008 -  Drago Hedl Osijek

La Croazia è scossa da uno dei più gravi casi recenti di violazione dei diritti umani, le cui conseguenze non si possono ancora calcolare. I mezzi di comunicazione e l'opinione pubblica chiedono le dimissioni di Darko Milanović, Ministro della Sanità del governo Sanader, che all'inizio di questa settimana ha raggiunto i suoi primi 100 giorni.

Come in un film dell'orrore, la moglie di un noto e influente editore è stata ammanettata, portata via con la forza dal suo appartamento in centro a Zagabria e, contro la sua volontà, condotta con un'autoambulanza in manicomio, dove è stata trattenuta per ben 8 giorni. Si tratta di Mirjana Pukanić, moglie di Ivo Pukanić, il proprietario del settimanale "Nacional" famoso per i suoi forti legami con i vertici della politica croata e i rapporti di stretta amicizia con il presidente Stipe Mesić e il premier Ivo Sanader.

Mirjana Pukanić è stata prelevata dal suo appartamento mentre veniva intervistata dalla giornalista di un portale internet, raccontando dei maltrattamenti fisici e psichici a cui è sottoposta da anni nel matrimonio con l'editore. La sua drammatica dichiarazione è stata interrotta dalla brutale incursione della polizia, seguita dai servizi sociali e dai medici, ma anche in compagnia dei giornalisti, le cui telecamere hanno ripreso tutto.

La brutalità con cui la donna è stata condotta in manette nel più noto ospedale psichiatrico croato, che si trova vicino a Zagabria, ha scioccato l'opinione pubblica che, con apprensione e incredulità, si è chiesta come una cosa del genere fosse possibile. Le riprese del prelevamento forzato di Mirjana Pukanić sono andate in onda anche sul telegiornale di TV Nova, e si può chiaramente vedere come la signora non si trovasse nello stato che, secondo la legge, consente un tale procedimento. Vale a dire che non costituiva una minaccia per nessuno, né tanto meno ha dato un qualsiasi segnale, con le sue azioni e il suo comportamento, che potesse portare alla conclusione che avrebbe potuto mettere in pericolo la propria vita. Solo in questi due casi è consentita l'ospedalizzazione coatta di una persona, e ciò richiede una procedura che, nel caso della moglie del noto editore, non è stata rispettata.

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Su questo drammatico caso i mezzi di comunicazione - ad eccezione di alcuni portali internet - hanno mantenuto il silenzio per giorni, fino a quando non sono state coinvolte due organizzazioni non-governative, il Comitato di Helsinki per i Diritti Umani (HHO) e l'associazione delle donne B.a.B.e. Sii attivo, sii emancipato, ndt. Evidentemente Pukanić, grazie ai suoi contatti nei mezzi d'informazione croati ma anche nella politica, è riuscito per qualche tempo a mettere a tacere il caso, fino a quando il muro del silenzio è crollato e sono venuti alla luce i dettagli spaventosi.

Sullo sfondo di questa storia, che Mirjana Pukanić ha raccontato alla giornalista nel suo appartamento prima di essere condotta con la forza nell'ospedale psichiatrico, c'è la lotta per l'eredità di famiglia. Suo marito, con cui ha vissuto 17 anni e con cui ha avuto una figlia oggi minorenne, ha voluto privarla dell'idoneità al lavoro. Questo procedimento si applica quando una persona, a causa di disturbi mentali, non è capace di provvedere a se stessa, e allora i servizi sociali le assegnano un tutore. Di regola è qualcuno di famiglia che, indipendentemente dalla volontà di tale persona, dispone anche dei suoi averi.

Marjana Pukanić, che con il marito divide anche la notevole proprietà comune, che comprende anche la casa editrice, lo ha accusato di averla indotta a fare uso di sostanze stupefacenti, di maltrattamenti fisici e psicologici, compresa violenza, e di vessazioni sessuali in cui sono state coinvolte anche altre persone. Di tutto ciò ha parlato in un'intervista fiume e, dopo essere stata dimessa dall'ospedale psichiatrico, ha presentato le stesse accuse all'avvocato per il divorzio.

Quando i mass media hanno iniziato ad occuparsi di questa storia, che è molto più di un dramma familiare, si è venuti a sapere che Mirjana Pukanić, il giorno precedente al ricovero coatto nell'ospedale psichiatrico, ha ricevuto un referto dal suo medico, una psichiatra specialista, in cui si afferma che la signora è in buono stato e che non necessita di ospedalizzazione.

Si è ipotizzato che l'ordine per il suo trasporto coatto in ospedale fosse stato scritto dal medico di base, che non solo non ha visto Mirjana Pukanić quel giorno, ma che non la vedeva da mesi. Ora si afferma che sono stati i servizi sociali a ordinarlo. Sembra che l'ordine di metterle le manette sia arrivato dalla dottoressa recatasi nell'appartamento insieme al pronto soccorso, altro elemento contro la legge, perché Mirjana Pukanić non minacciava nessuno con il suo comportamento.

Inoltre, la moglie del potente editore non è - come previsto dalla legge in casi simili - stata trasportata nell'ospedale più vicino al suo alloggio (dove in generale si cura e dove si trova la sua cartella clinica), ma nell'ospedale psichiatrico di Vrapče, in cui vengono ricoverati i malati psichici più gravi.

Questa lunga lista di violazioni della legge e il mancato rispetto del diritto dei pazienti ha messo in discussione anche il ruolo del Ministro della Salute, Darko Milinović, che ha aperto un'inchiesta, ma che per ora, nonostante le richieste dei media e dell'opinione pubblica, non è intenzionato a dimettersi. In difficoltà per le numerose violazioni della legge, Milinović ha tuttavia riconosciuto anche una parte della propria responsabilità. Tuttavia cominciano ad emergere le affermazioni dei media su come Pukanić abbia usato il proprio potere per far mandare la moglie in ospedale psichiatrico, con l'aiuto dei servizi sanitari e della polizia, e tutto ciò non potrà fermarsi al semplice riconoscimento di una responsabilità parziale da parte del ministro.

Al culmine di tutto ciò - un affare estremamente imbarazzante per l'editore Pukanić - è avvenuto uno pseudo attentato, denunciato alla polizia. Alcune ore prima, Pukanić aveva dichiarato alla Procura (anche se logica vuole che per questo si rivolgesse alla polizia) di essere oggetto di ricatti da parte di una persona a lui sconosciuta, appartenente ai giri della narcomafia di Zagabria, che chiedeva il pagamento di un debito per la droga usata da sua moglie.

In base a quanto affermato da Pukanić, la stessa sera, di fronte alla sua abitazione nel centro di Zagabria, un giovane sconosciuto avrebbe tentato di ucciderlo, e pur essendo ad un passo da lui, avrebbe mancato il colpo. Fallito il secondo colpo, Pukanić sarebbe riuscito ad estrarre il proprio revolver e a sparare due colpi in aria, che avrebbero messo in fuga lo sconosciuto, intimorito.

Anche se da allora sono trascorsi dieci giorni, la polizia non ha indizi che la potrebbero condurre al possibile attentatore. I mezzi di comunicazione hanno ipotizzato che l'attentato sia una messa in scena dello stesso Pukanić, ideata per distogliere l'attenzione dei media dal problema di sua moglie e presentarsi come vittima.

Nel frattempo, Mirjana Pukanić è stata dimessa dall'ospedale psichiatrico, perchè il tribunale ha affermato che la signora vi è stata condotta illegalmente e che non esisteva alcuna ragione per il suo ricovero coatto. Grazie alle organizzazioni non governative, si trova ora in una casa sicura, come quelle per le vittime della violenza familiare presenti in diversi luoghi in Croazia.

La polizia, durante la perquisizione dell'appartamento dei Pukanić, ha trovato 15 grammi di cocaina. Mirjana Pukanić aveva avvertito la polizia già alla fine dell'anno scorso che l'armadio del loro appartamento era pieno di cocaina, quando aveva denunciato di subire violenze in famiglia, ma allora la polizia non era intervenuta. La polizia sta ora cercando di scoprire a quale dei coniugi Pukanić appartenesse la cocaina, e nel frattempo ha sottoposto entrambi a degli esami per vedere chi dei due abbia fatto uso di droga.

Ivo Pukanić, oltre ad essere un influente editore e proprietario del settimanale di politica Nacional, è una personalità pubblica molto nota. È spesso ospite di trasmissioni televisive, in cui millanta le proprie conoscenze tra i vertici della politica. Il presidente Mesić, che compare spesso insieme a Pukanić nelle foto che egli stesso pubblica nella sua rivista, secondo quanto si dice sarebbe un suo amico, compagno di golf, di sauna, e spesso lo inviterebbe alle feste di compleanno.

Mesić, tuttavia, che di solito risponde volentieri a tutte le domande dei giornalisti, quando gli è stato chiesto di commentare il caso Pukanić ha affermato che si tratta di un problema familiare, che dovrebbe presupporre riservatezza, e ha definito l'episodio dell'attentato all'editore come un caso che deve essere trattato seriamente.

Il fatto che Mesić abbia evitato di giudicare l'illegale intervento dei servizi sanitari e della polizia, che hanno condotto in modo brutale Mirjana Pukanić all'ospedale psichiatrico, è sottoposto al giudizio dei media e dell'opinione pubblica.


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