Bulgaria, arrestati gli esecutori materiali dell'aggressione al giornalista Slavi Angelov

28 aprile 2020

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Venerdì 17 aprile la polizia bulgara ha arrestato tre persone ritenute gli esecutori materiali dell'aggressione al giornalista Slavi Angelov, caporedattore del settimanale “168 Chasa”, picchiato selvaggiamente di fronte alla propria abitazione lo scorso 17 marzo.

Le indagini hanno portato al fermo di otto persone, tra cui i tre arrestati, che gravitano intorno agli ambienti del tifo organizzato del “Levski”, uno dei football club storici della capitale bulgara. Due degli arrestati sono pugili agonisti, l'altro è attivo nelle MMA (arti marziali miste). Durante l'operazione che ha portato gli arresti la polizia ha rinvenuto anche svastiche, martelli, manganelli e manette.

Secondo il procuratore generale Ivan Geshev, le persone fermate fanno parte di “un gruppo criminale dedito ad atti di violenza e intimidazioni”. Gli arrestati non avrebbero motivi personali di risentimento nei confronti di Angelov, e avrebbero quindi agito su commissione.

Gli arrestati sarebbero direttamente responsabili del brutale attacco, costato ad Angelov la frattura del naso e di una gamba, mentre gli altri fermati avrebbero collaborato all'organizzazione dell'atto criminale, agendo da intermediari tra i mandanti e gli esecutori del regolamento di conti.

Il premier Boyko Borisov ha salutato positivamente la svolta nelle indagini. Secondo Borisov “gli esecutori materiali dell'atto erano stati individuati in fretta, ma la procura ha lavorato pazientemente per oltre un mese per accogliere prove sufficienti ad arrivare ad una condanna in tribunale”.

Dopo aver confermato che la pista seguita dalla procura è che l'attacco ad Angelov sia legato con la sua attività giornalistica, Geshev ha aggiunto che la polizia avrebbe individuato anche i mandanti del raid punitivo. “Si tratta di soggetti che tentano di destabilizzare lo stato, attualmente sotto indagine e per questo fuggiti dalla Bulgaria”. Il procuratore generale non ha però fornito nomi o dettagli concreti a supporto delle sue dichiarazioni.

Nella sua prima intervista dopo l'attacco subito, rilasciata alla tv pubblica BNT , lo stesso Angelov ha dichiarato di avere fondati sospetti su quali dei suoi materiali potrebbero aver provocato l'aggressione, così come sull'identità dei mandanti. “Si tratta di individui che non sopportano l'idea che le loro azioni criminali vengano smascherate, e che mentalmente vivono ancora negli anni '90 [l'epoca d'oro della mafia bulgara N.d.A.]”.

“Non è sicuro che gli inquirenti arrivino ai veri responsabili, ma lo spero”, ha poi aggiunto il giornalista. “Per la mia esperienza, in questi casi difficilmente i mandanti vengono raggiunti dalla giustizia, di solito a punirli ci pensa il destino. Mi auguro per una volta di essere smentito dalle istituzioni”.

 

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del Media Freedom Rapid Response (MFRR), cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea.

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