Migranti, viaggio senza fine sul Mar Nero

18 settembre 2017

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Sette settimane in mare, rinchiusi in cabina, in un viaggio di andata e ritorno senza fine tra le coste della Turchia e quelle dell'Ucraina. Pensavano di essersi imbarcati da Istanbul su un traghetto diretto in Romania i dodici migranti ora reclusi sul traghetto “Kaunas Seaways”. La nave, invece, opera sulla rotta che collega la megalopoli sul Bosforo a Odessa, in Ucraina.

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Scoperti dall'equipaggio, i dodici, che secondo informazioni ancora non confermate dovrebbero venire da Algeria e Marocco, non sono stati ammessi dalle autorità di frontiera ucraine. Rispediti verso la Turchia, sono stati però respinti anche dalle autorità di Ankara.

Dallo scorso 27 luglio i dodici uomini sono quindi prigionieri della “Kaunas Seaways”. Secondo un portavoce della DFDS, la società danese che opera il traghetto “ci sono stati episodi di violenza e aggressività, e alcuni hanno minacciato di gettarsi in mare”. Sempre secondo la stessa fonte, riportata dal quotidiano britannico “The Guardian”, “non ci sarebbe stata quindi alternativa a rinchiudere [i migranti] nelle loro cabine".

Mentre il ministero degli Esteri danese ha aperto negoziati con le parti interessate, Kiev accusa Ankara di non rispettare gli accordi bilaterali e la DFDS chiede che il problema “venga risolto dalle autorità nazionali, e non lasciato nelle mani di una società privata”, i dodici restano in mare, chissà per quanto.

Nelle ultime settimane, sempre più migranti hanno tentato di attraversare il Mar Nero dalla Turchia alle coste romene, per aggirare gli ostacoli che hanno chiuso la cosiddetta “rotta balcanica”. Mercoledì scorso la guardia costiera romena ha tratto in salvo un peschereccio su cui viaggiavano 157 migranti tra cui 56 bambini, trainandolo nel porto di Costanza – a circa 200 chilometri a est della capitale Bucarest.


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