Ci lascia Hajra Ćatić, donna coraggio

10 novembre 2021

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Hajra Ćatić, presidentessa dell'associazione "Žene Srebrenice" (Donne di Srebrenica) è deceduta ieri all'ospedale di Sarajevo. Donna coraggio, che non ha mai smesso di cercare giustizia per vittime e superstiti del genocidio. Come suo figlio Nino, reporter che da Srebrenica sotto assedio inviava notizie via radio, scomparso all'arrivo delle truppe di Ratko Mladić.

Hajra Ćatić - Srebrenica, 2015 - foto © N.Corritore

In un'intervista rilasciata l'anno scorso al portale bosniaco Klix.ba, Hajra Ćatić aveva detto: "Tornerei alla vita se riuscissi a trovare almeno una delle sue ossa".

Assieme a decine e decine di altre donne, ha lottato per 26 anni nella ricerca di giustizia per tutti coloro - figli, mariti, fratelli, padri - che sono stati uccisi nel genocidio di Srebrenica avvenuto nel luglio del 1995 . Hajra, come accaduto ad altre 600 donne di Srebrenica, prima di morire non è riuscita a trovare i resti di suo figlio Nihad, noto per aver inviato, il 10 luglio, l'ultimo disperato resoconto radio da Srebrenica.

In memoria del giornalista Nihad (Nino) Ćatić e del suo importante lavoro di informazione ogni 10 luglio inoltre, presso il Memorijalni Centar Srebrenica, viene conferito ogni anno il Premio giornalistico a lui dedicato.

"Ora", scrive il comunicato del Memorijalni centar Srebrenica , "è nostro compito ricercare e mantenere viva la verità sul genocidio di Srebrenica, ma anche di mantenere viva la memoria di tutte le donne coraggiose di Srebrenica grazie alle quali oggi esiste la nostra istituzione e  vi sono oggi migliaia di lapidi bianche di Potočari. È nostro dovere proseguire dove Hajra si è fermata, affinché la sua storia viva oltre la sua scomparsa".

Con il mio collega Andrea Oskari Rossini, l'ho incontrata l'ultima volta nel 2015, a Srebrenica, durante la realizzazione di una serie di reportage per la Radio Svizzera Italiana. L'abbiamo incontrata dentro al Memoriale di Potočari, costruito davanti alla ex base dei Caschi blu per tenere memoria del genocidio e dare sepoltura alle vittime. Una donna di poche parole, riservata ma accogliente. E soprattutto tenace. Quel giorno ci ha regalato anche dei sorrisi.

Ed è con questa foto che vogliamo ricordarla.


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