Turchia: ergastolo per Nazlı Ilıcak e i fratelli Altan

16 febbraio 2018

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Prima condanna a giornalisti dopo il fallito golpe. La ventiseiesima Corte penale di istanbul ha condannato oggi i giornalisti Nazlı Ilıcak e i fratelli Mehmet e Ahmet Altan all’ergastolo, da trascorrere in condizioni aggravate per aver “violato la Costituzione”. La stessa pena è stata comminata anche ad altre tre persone, Yakup Şimşek, Şükrü Tuğrul Özşengül e Fevzi Yazıcı. Un settimo imputato a piede libero, Tibet Murat Sanlıman, è stato invece assolto.

Da sinistra: Mehmet Altan, Ahmet Altan, Nazlı Ilıcak. Fonte: Reporters Without Borders

I sei, fermati in seguito al tentato golpe del 15 luglio 2016, si trovavano in custodia cautelare da oltre 500 giorni e sono stati processati con l’accusa di aver preso parte nel golpe fallito, agendo come braccio mediatico del movimento di Fethullah Gülen - denominato FETÖ dalle autorità turche e riconosciuto come organizzazione terroristica. Secondo Ankara, Gülen è la mente che avrebbe organizzato il colpo di Stato contro il governo del presidente Recep Tayyip Erdoğan. Il caso rappresenta, tra le decine di processi che vedono imputati i giornalisti in Turchia, la prima grave condanna legata al tentato golpe. Durante le udienze, ai legali degli imputati è stato impedito a più riprese di difendere i propri clienti.

Nella sua ultima dichiarazione, la giornalista Nazlı Ilıcak (74 anni) ha citato una decisione a favore dei giornalisti emessa dalla Corte Costituzionale di alcune settimane fa. Il tribunale aveva analizzato il caso di Mehmet Altan (65) - giornalista e professore di Economia - assieme a quello del giornalista Şahin Alpay (79, in prigione da 18 mesi) stabilendo che erano stati violati i diritti costituzionali dei due scrittori e aprendo di fatto la strada alla loro scarcerazione. La decisione avrebbe potuto inoltre rappresentare un precedente per gli altri giornalisti sotto processo. I tribunali locali di grado inferiore si sono tuttavia rifiutati di rilasciare i due, creando un primo pericoloso precedente riguardo alla gerarchia giudiziaria del Paese.

Il celebre giornalista e scrittore Ahmet Altan (67), che lo scorso giugno aveva rilasciato una storica dichiarazione in tribunale, ha invece affermato di essere stato processato diverse volte fino ad oggi, ma mai in un tribunale “che compie un crimine costituzionale”. Il giornalista ha inoltre aggiunto che un caso simile non si era mai visto né durante il periodo ottomano e nemmeno in era repubblicana”.

La condanna dei sei giornalisti è arrivata giusto un paio d’ore dopo la scarcerazione del corrispondente del quotidiano tedesco Die Welt, Deniz Yücel, cittadino turco-tedesco sulla vicenda del quale il governo di Berlino si era espresso più volte. Yücel è rimasto in detenzione per un anno, senza sapere quale fosse l’accusa a suo carico.

Dopo l’ondata di epurazioni avviata dal governo turco seguita al tentato golpe sono state fermate oltre 50mila persone. Decine di media sono stati chiusi, mentre centinaia di giornalisti sono rimasti senza lavoro. La Turchia conta tutt’ora oltre 150 giornalisti in carcere ed ha il primato mondiale per il numero di professionisti della stampa imprigionati.


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