Turchia, arrestato il presidente di Amnesty International
7 giugno 2017
Quasi un anno dopo il tentato golpe antigovernativo del luglio 2016, non si ferma in Turchia l'ondata di purghe che ha già portato all'arresto di più di 47mila persone e al licenziamento di almeno 100mila.
Ieri la polizia turca ha arrestato anche Taner Kılıç, attivista per i diritti umani e presidente dal 2014 della sezione locale di Amnesty International. Insieme a Kılıç sono stati fermati anche 22 avvocati, tutti accusati di avere legami con l'organizzazione del predicatore Fethullah Gülen, da anni in esilio volontario negli Stati Uniti, accusato di essere la mente dietro al fallito golpe dell'estate scorsa.
Con gli arresti di ieri la repressione voluta dal presidente Recep Tayyp Erdoğan, sempre più criticata a livello internazionale, colpisce ancora il settore delle organizzazioni non governative attive nella protezione dei diritti umani. Nelle settimane scorse Kılıç si era occupato anche del caso di Gabriele Del Grande, il giornalista e documentarista italiano arrestato al confine con la Siria e trattenuto per due settimane senza alcuna accusa formale.
Al momento, restano sconosciuti i dettagli delle accuse agli arrestati, che almeno per il momento, non risultano connesse alle attività di Amnesty International in Turchia. L'organizzazione ha però prontamente reagito per bocca del segretario generale Salil Shetty: “Il fatto che le purghe successive al tentato golpe abbiano raggiunto il presidente di Amnesty International, dimostra fino a che punto il governo turco sia arrivato”, ha dichiarato Shetty, chiedendo poi l'immediato rilascio di Kılıç e degli altri arrestati.
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