Lesbo, notte di violenza contro i migranti

23 aprile 2018

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Decine di migranti sono rimasti feriti ieri sera a Mitilene, sull'isola greca di Lesbo, dopo essere stati attaccati da estremisti di destra, che si sono scontrati anche con le forze di polizia, trasformando la cittadina in un vero e proprio campo di battaglia.

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I gravissimi incidenti sono iniziati intorno alle otto di sera, quando circa duecento persone, inneggiando slogan dell'ultradestra, si sono lanciati contro un gruppo di migranti, soprattutto afgani, che da mercoledì scorso occupano la piazza principale di Mitilene per protestare contro le condizioni del campo di accoglienza di Mori e le lungaggini burocratiche sulle loro richieste di asilo.

Secondo il quotidiano “Ekathimerini”, gli aggressori, che si erano riuniti in vista di una manifestazione a supporto di due militari greci detenuti in Turchia dallo scorso marzo, si sarebbero lanciati contro i migranti al grido “bruciamoli tutti”, lanciando poi pietre, bengala e razzi contro i migranti, al cui fianco sono intervenuti attivisti di sinistra. Sempre secondo Ekathimerini, gli hooligan si sarebbero accaniti soprattutto contro donne e bambini.

Gli scontri sono continuati fino a tarda notte, raggiungendo il lungomare e il municipio: qui gli aggressori hanno dato fuoco a cassonetti dell'immondizia per poi scontrarsi con le forze di polizia, accorse in seguito agli scontri.

Secondo i media locali i feriti sarebbero decine. Gli scontri si sono spenti solo quando la polizia ha deciso di evacuare i migranti dal centro cittadino e di trasferirli nuovamente nel centro di Moria, dove sono attualmente trattenute circa seimila persone.

Stamattina la presenza di polizia intorno al campo è stata sensibilmente rafforzata, visto che si temono nuovi momenti di tensione.


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