Grecia, ancora sospeso il destino della radio-tv pubblica

19 giugno 2013

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Lunedì sera dagli studi di ERT, l'emittente radiotelevisiva greca chiusa improvvisamente per decreto del premier conservatore Antonis Samaras lo scorso 11 giugno, sì è alzato un urlo di gioia. 

I circa 2600 dipendenti della radio-tv pubblica minacciati di licenziamento, che dopo essersi asserragliati nelle sedi dell'emittente da più di una settimana continuano a trasmettere su internet e sul satellite, hanno così accolto la decisione del Consiglio di Stato ellenico, che ha decretato che ERT deve riprendere le trasmissioni.

I musicisti dell'orchestra della tv di stato, anche loro a rischio disoccupazione immediata, hanno addirittura improvvisato un concerto di fronte alla sede centrale della radio-tv greca.

La decisione della massima istanza amministrativa ha rinviato, ma forse non disinnescato, la resa dei conti nel governo di Atene. La decisione d'imperio di “spegnere” ERT per creare ex-novo un nuovo servizio pubblico, ha portato sull'orlo della spaccatura la coalizione di governo, formata dai conservatori di Nuova democrazia del premier Samaras e dai partner minori del partito socialista e della Sinistra democratica.

Il verdetto del tribunale è stato accolto come una vittoria da tutte le parti in causa: da socialisti e Sinistra democratica, contrari fin dall'inizio alla chiusura di ERT, ma anche da Samaras, che ha interpretato la sentenza come un via libera alla ristrutturazione dell'azienda, definita nei giorni scorsi dal suo partito “una fonte di sprechi”.

Nonostante la sentenza di lunedì, però, le trasmissioni ancora non sono state riprese, e il destino di ERT resta poco chiaro. Per Sinistra democratica “fino a quando l'emittente resta chiusa, resta il rischio di elezioni anticipate, e questa responsabilità pesa interamente sul premier”.

Nel tentativo di trovare una soluzione condivisa, i leader dei partiti di governo si sono dati appuntamento per stasera alle 18. Secondo informazioni raccolte da ekathimerini, la strada potrebbe essere quella della riassunzione dei 2600 dipendenti con contratti a termine di due mesi, il tempo ritenuto necessario per organizzare il nuovo servizio pubblico.

Le elezioni anticipate non convengono a nessuna delle forze della maggioranza. La tensione resta però visibile. Ed oltre alla questione ERT, è probabile che nell'ordine del giorno figuri anche un parziale rimpasto di governo.


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