Redazione 2 ottobre 2020
Nello Scavo davanti al memoriale dedicato a Daphne Caruana Galizia

Tensione dopo l'udienza del processo che vede il giornalista italiano difendersi dalle minacce dell'ex funzionario maltese Neville Gafà. Ma la buona notizia è che il giudice ha ammesso la FNSI e Avvenire come parti civili

Come riferisce l'avvocato della FNSI Giulio Vasaturo da Malta, "Neville Gafà, figura di punta dello staff dell'ex premier maltese Joseph Muscat, è stato chiamato a rispondere dinanzi il Tribunale di Malta per le gravi minacce rivolte nei confronti del giornalista di Avvenire, Nello Scavo".

Con un inquietante tweet diffuso nel giugno scorso, Gafà aveva tuonato contro Scavo: "Se non la smetti con le tue losche attività, ti fermeremo noi".

L'avvertimento del discusso personaggio maltese seguiva alcuni post e colpiva l'autore di alcune inchieste sui traffici di migranti fra Malta e la Libia.

A condannare l'accaduto, e a chiedere che si aprisse al più presto un'indagine, era intervenuto anche il consorzio Media Freedom Rapid Response, con una lettera sottoscritta agli inizi di agosto anche da OBCT e inviata alle autorità italiane e maltesi.

Ora, come riferisce l'avvocato Giulio Vasaturo, nell'udienza del 1 ottobre, la polizia maltese ha esposto al giudice tutte le prove raccolte a carico di Gafà. Anche Nello Scavo era presente, e al giudice ha puntualmente ricostruito la dinamica delle intimidazioni ricevute da Gafà ed ha raccontato la sua storia di giornalista costretto a vivere sotto costante protezione delle forze dell'ordine, a causa delle molteplici minacce subite.

Il giudice maltese ha riconosciuto la redazione di Avvenire e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana come parte civile nel processo penale. "Il tribunale di Malta ha sancito, per la prima volta, un principio fondamentale nella giurisprudenza comunitaria", sottolineano con soddisfazione gli avvocati Giulio Vasaturo e Chris Busietta che assistono Nello Scavo e le altre parti civili.

"Chi attenta alla libertà di stampa commette un reato che va ben oltre i confini nazionali", spiegano i legali, segnalando l'estrema importanza della pronuncia della Corte maltese.

Il processo è stato rinviato al 15 ottobre per la sentenza.

All'uscita dal Tribunale, Nello Scavo ed il giornalista locale Manuel Delia, un blogger da sempre impegnato a sostegno della libertà di informazione a Malta e colpito da numerose querele temerarie, sono stati violentemente insultati, con volgari epiteti gridati in italiano, da una schiera di sostenitori di Gafà radunatisi all'esterno del palazzo di giustizia. La tensione è stata immediatamente placata dalla presenza della polizia presente sulla piazza.

Nello Scavo, insieme alla presidente della federazione dei giornalisti maltesi Sylvana Debono, e ad altri esponenti dei movimenti per i diritti civili hanno reso un toccante omaggio al memoriale che ricorda, nel centro di La Valletta, Dahphe Caruana Galizia. All'iniziativa hanno partecipato anche le sorelle della giornalista maltese uccisa con un'autobomba il 16 ottobre del 2017, per aver denunciato il sistema di corruzione che coinvolgeva esponenti politici, faccendieri e imprenditori di Malta.

 

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del Media Freedom Rapid Response (MFRR), cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea.