Coronavirus: le misure adottate in Slovenia e Croazia

6 marzo 2020

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Spuntano i primi casi di contagio di COVID-19 anche in Slovenia e Croazia. Qui di seguito alcune indicazioni date dal ministero degli Esteri italiano, incrociate con quelle dei due paesi in questione, per chi si muove dall'Italia verso Slovenia e Croazia.

Ad oggi, le autorità slovene hanno adottato protocolli di sicurezza per gli arrivi e le partenze dall'aeroporto Internazionale di Lubiana. Come informa il sito “Viaggiare Sicuri” del ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale in data 2 marzo , oltre che confermato da fonti slovene. "Tali protocolli si applicano a tutti i viaggiatori, indipendentemente dalla nazionalità e provenienza, sono circoscritti ai casi di segnalata sintomatologia associata al Covid-19 e prevedono il trasporto dell'interessato con ambulanza dall'aeroporto all'ambulatorio Brnik dove, a seguito di un preliminare esame medico, sono indicati percorsi differenziati per i casi di emergenza e per quelli che non presentano condizioni di gravità (...)”.

Via terra non è previsto per ora alcun blocco di ingresso, sebbene la situazione sia in evoluzione considerato che ieri, come ha riportato Radio Capodistria , sono stati trovati i primi casi positivi in due persone rientrate da un viaggio in Marocco in comitiva, atterrati all'aeroporto Marco Polo di Venezia e rientrati in Slovenia con un pulmino.

L’ultimo aggiornamento ufficiale sulle misure preventive adottate dalla Croazia risale al 24 febbraio, come recita il MAE : "Le autorità sanitarie locali hanno adottato specifiche misure di controllo nei confronti delle persone provenienti dall’Italia al confine terrestre con la Slovenia, laddove sono stati predisposti container ad hoc adibiti a unità epidemiologiche mobili. In particolare, tutte le persone provenienti dall’Italia verranno sottoposte a verifiche relative a località di origine, località di destinazione e durata della permanenza in Croazia. Le persone provenienti dalle quattro regioni italiane considerate a rischio (Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto) saranno sottoposte a controlli sanitari. Le persone che presentino sintomi da stato influenzale (febbre, tosse ecc.) verranno poste in immediato stato di isolamento nei reparti di infettivologia costituiti ad hoc presso gli ospedali croati. Le persone che risulteranno prive di sintomi influenzali verranno ammesse nel Paese ma saranno sottoposte per 14 giorni ad obbligo quotidiano di verifica del proprio stato di salute da parte delle autorità sanitarie locali e dovranno comunicare i propri spostamenti. Alle persone risultanti prive di sintomi che intendano effettuare l’ingresso e l’uscita dal Paese nella stessa giornata saranno garantiti l’accesso e la circolazione nel Paese senza ulteriori controlli sanitari per il giorno in considerazione".

Ieri in Croazia il ministro della Salute, Vili Beroš, ha dichiarato lo stato di allerta per "rischio epidemia", aggiungendo che si tratta di una misura preventiva amministrativa: "Non si prevede la chiusura delle scuole. La misura viene adottata per facilitare il ministero nel mobilitare tutte le risorse del settore sanitario, in base alle indicazioni degli infettivologi e di altri specialisti di settore". Per ora in Croazia su circa 280 persone sottoposte al test sono emersi 11 casi positivi: tre a Zagabria, cinque a Fiume e tre a Varaždin.


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