“Global compact” sulle migrazioni, anche la Bulgaria sospende la firma

10 dicembre 2018

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È stato sottoscritto oggi a Marrakech, in Marocco, il Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration (GCM), documento non vincolante voluto dalle Nazioni Unite per gestire i processi migratori, dal livello locale a quello globale.

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Nonostante il patto fosse stato approvato lo scorso luglio da tutti i 193 stati membri dell'ONU, il documento, che vuole rappresentare “una roadmap per prevenire sofferenze e caos” legati ai fenomeni migratori, chiamando gli stati a collaborare sul tema, rispettando i trattati internazionali già in vigore, ha perso almeno in parte l'iniziale ed unanime sostegno a causa del crescente clima di tensione sul tema.

La prima e più importante defezione è arrivata dagli Stati Uniti, in seguito numerosi paesi europei hanno deciso di sospendere la ratifica. Tra questi c'è anche la Bulgaria, che si è unita all'Italia ed alcuni paesi dell'Europa centro-orientale, tra cui i paesi del gruppo Visegrád, Austria e Lituania.

Dopo le ondate migratorie che l'hanno raggiunta durante l'esplosione della cosiddetta “rotta balcanica”, oggi la Bulgaria non registra significativi flussi di migranti in entrata. Il tema resta però rovente, soprattutto per la maggioranza di centro-destra, che si regge sui voti fondamentali delle formazioni nazionaliste riunite nella coalizione dei “Patrioti Uniti”.

“Il governo bulgaro, allo stato attuale, ritiene che la decisione di non sottoscrivere il Global compact sulle migrazioni protegga nel modo più pieno gli interessi del paese e dei suoi cittadini”, precisava la settimana scorsa un comunicato ufficiale dell'esecutivo guidato da Boyko Borisov.

Nel corso del 2018, la Bulgaria si era tirata indietro dalla firma di un altro documento divenuto terreno di battaglia politico, la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta nei confronti delle donne.

Pur non avendo un carattere vincolante, il Global compact viene accusato dalle formazioni di destra e sovraniste di voler imporre una politica sovranazionale sul tema delle migrazioni.

Secondo l'ONU, nel 2017 i migranti a livello internazionale erano circa 258 milioni, con un aumento del 50% dal 2000. Dall'inizio del millennio, circa 60mila persone sarebbero morte nel tentativo di spostarsi da un paese all'altro.


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