Uranio impoverito: nuova sentenza di condanna del ministero della Difesa

25 ottobre 2012

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Siamo a dodici. “Ancora una condanna per il ministero della Difesa a risarcire un militare malato per uranio impoverito”. Lo dichiara oggi a Obc, l'Osservatorio Militare – Osservatorio permanente e centro studi per il personale della Forze Armate e di Polizia.

Questa volta si tratta di un militare molisano da anni costretto a lottare contro un tumore nelle cui cellule erano state rilevate nanoparticelle di metalli pesanti. “Sono 12 le cause giunte a sentenza di primo grado portate avanti dall’Avv. Angelo Fiore Tartaglia dell’Osservatorio Militare, tutte hanno visto la condanna dell’Amministrazione” dichiara Domenico Leggiero, portavoce dell'Osservatorio Militare, al telefono con Obc.

Secondo i dati forniti dall'Osservatorio, ad oggi si superano i 16 milioni di euro di risarcimento. Aggiunge Leggiero: “Tribunale Civili di più città, T.A.R. Lazio e Corte Dei Conti di vari distretti hanno sentenziato all’unanimità: dalla documentazione acquisita non vi è alcun dubbio sul ruolo determinate che ha avuto l’esposizione del ricorrente (ndr: ogni singolo militare delle dodici sentenze) ad ambienti contaminati da esplosioni di ordigni all’uranio impoverito”.

La sentenza vinta dal militare molisano segue quella per Andrea Antonaci, come riporta il Quotidiano di Puglia del 16 ottobre scorso. Antonaci, sergente maggiore che era stato in missione a Sarajevo, morì nel dicembre del 2000 a 26 anni per 'Linfoma non Hodgkin'. Il Tribunale Civile di Roma ha dato ragione alla battaglia ingaggiata dalla famiglia. Poco prima di morire, Andrea aveva chiesto che la verità sulla sua morte, e su quella di altri militari colpiti da tumori di ritorno dalle missioni all’estero, venisse alla luce.

“La corte Dei Conti de L’Aquila non ha dubbi: i metalli ritrovati nel corpo del militare molisano si sono formati a seguito di esplosione di ordigni all’uranio impoverito ed il militare non è stato sufficientemente protetto” racconta ancora Domenico Leggiero.

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