Bosnia: a rischio la libertà di informazione

13 febbraio 2014

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Durante le proteste dei giorni scorsi, alcuni giornalisti hanno subito pressioni, minacce e violenze fisiche. Altri operatori dell'informazione hanno riportato gli eventi facendo gli interessi di singoli politici, invece che mettersi al servizio dei cittadini. Lo denuncia l'Associazione dei giornalisti della Bosnia Erzegovina

Nel comunicato emanato ieri dal Consiglio direttivo dell'Associazione dei giornalisti della BiH (BHN – BiH Novinari) si sottolinea che fin dall'inizio delle proteste sociali, in corso da giorni in diverse città della Bosnia Erzegovina, numerosi organi di informazione del paese hanno dimostrato mancanza di professionalità, hanno presentato in maniera distorta le proteste, i loro protagonisti e le richieste dei manifestanti.

"Invece di mettersi al servizio dei cittadini e del loro diritto a un'informazione completa e obiettiva - prosegue l'appello – i media si sono nuovamente messi in maniera acritica al servizio dei singoli interessi di politici, leader nazionali, rappresentanti dell'autorità o di soggetti pubblici non credibili". Il duro testo dell'Associazione invita gli operatori dell'informazione ad attenersi ai precisi comportamenti etici e deontologici previsti dalla professione, per non provocare nell'opinione pubblica disorientamento e paura.

Un lavoro che però nei giorni scorsi è stato reso più difficile per le initimidazioni, minacce verbali e violenze fisiche rivolte nei confronti di alcuni giornalisti e operatori radiotelevisivi. E' il caso ad esempio dell'operatore della RTV Slon, Branislav Pavičić, che nel primo giorno di proteste è stato picchiato da un poliziotto mentre girava immagini all'interno della sede del Cantone di Tuzla. Il caso aveva provocato l'immediata denuncia di Dunja Mijatović, Rappresentante Osce per la libertà dei media: "Il ruolo della polizia è di proteggere i giornalisti affinché possano fare il loro lavoro in sicurezza e libertà, nell'interesse dell'opinione pubblica. Condanno l'attacco a Pavičić e esorto le autorità ad avviare le indagini sul caso affinché si arrivi a perseguire il responsabile".

La stessa Associazione dei giornalisti della BiH l'8 febbraio aveva emesso un comunicato in cui denunciava, oltre a quello di Pavičić, casi riferiti anche a giornalisti e fotoreporter delle televisioni NTV Hayat e BHT, del portale Klix.ba e della rivista Start. A questo proposito la BHN ha dichiarato che continuerà a monitorare e difendere fermamente il diritto alla libertà di informazione, l'indipendenza nel settore dei media e la sicurezza dei giornalisti.

La situazione dei media in Bosnia Erzegovina peggiora anche nel Press Freedom Index 2013 redatto da Reporters Without Borders, che vede il paese crollare di dieci posizioni, dal 58esimo al 68esimo posto, subito dopo la Mauritania.

 

Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Safety Net for European Journalists. A Transnational Support Network for Media Freedom in Italy and South-east Europe.


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