All'indomani del vertice di Copenhagen Prodi interviene affermando che i Balcani, nel lungo periodo, faranno anch'essi parte dell'UE. Ed in una ricerca recentemente pubblicata si afferma la necessità di stabilire un'agenda per la loro integrazione.

19/12/2002 -  Anonymous User

Dieci nuovi paesi entreranno nel 2004, due invece, Romania e Bulgaria, hanno avuto conferme per il 2007. Questo è emerso dallo storico vertice di Copenhagen di qualche giorno fa. Ed i Balcani? All'indomani del vertice nella capitale danese Romano Prodi non evita di parlare dell'argomento. Che gli stia particolarmente a cuore è dimostrato dalla partecipazione lo scorso aprile alle iniziative promosse dall'Osservatorio sui Balcani a Sarajevo per un appello a favore dell'integrazione del sud est Europa nell'UE. "I paesi dei Balcani occidentali appartengono di diritto all'Unione europea a lungo termine" ha dichiarato ieri a Strasburgo. Secondo il Presidente della Commissione i capi di stato e di governo dei Quindici non avrebbero dimenticato di confrontarsi su una futura adesione dei Paesi dei Balcani . "Al prossimo vertice Ue di Salonicco, in giugno, sarà data una risposta particolareggiata e concreta alla lettera inviata ai leader comunitari dai cinque presidenti dei Balcani occidentali alla vigilia del vertice di Copenaghen" ha tenuto a precisare.
In merito alla politica dell'Unione nei confronti dei Balcani è da menzionare una ricerca recentemente pubblicata e risultato di una collaborazione tra tre centri di ricerca: il Centro per la ricerca politica applicata (CAP) dell'Università di Monaco, la Fondazione Bertelsmann e la Fondazione ellenica per la politica estera ed europea. La ricerca, i cui contenuti illustreremo meglio in una futura ed apposita analisi, vuole essere da stimolo per la definizione di un'agenda europea sull'allargamento verso il sud-est. Della quale i redattori "non possono che notare la mancanza". L'analisi mette subito in risalto come "da Zagabria a Tirana" l'Unione eserciti un forte potere attrattivo che deve essere sfruttato. Non mancano le criticità: una fra tutte la contraddizione che già esiste tra politiche alla base del Patto di Stabilità, volte a rafforzare una collaborazione regionale all'interno dei Balcani e politiche alla base del processo di Stabilizzazione ed Associazione di natura invece strettamente bilaterale. Occorre stare attenti, sottolineano i redattori, a non far nascere dinamiche di competizione tra i vari Paesi e ad allontanare al più presto lo spettro di membership virtuale o di seconda classe.
Commenti entusiasti intanto arrivano da chi già entrerà nell'Unione nel 2004, o da chi ha avuto conferme per il 2007. "Il risultato favorevole dei negoziati non concerne soltanto aspetti finanziari ma va ben al di là: la Slovenia diventa membro dell'Ue, il che era la nostra priorità strategica e porterà altri effetti positivi", afferma il recentemente eletto alla carica di Presidente, Janez Drnovsek. Il suo collega romeno Ion Iliescu ha sottolineato che a Copenhagen è emerso come l''Unione europea riconosca i meriti ed i progressi fatti fino a questo momento dalle autorità di Bucarest incoraggiando il Paese a seguire le stessa via anche nei prossimi anni. Simile entusiasmo arriva anche da anche da Sofia.


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