Non chiamatemi generale

ita
9 aprile 2021

L'8 aprile Jovan Divjak ci ha lasciati. Per anni chiamato “l’ex generale serbo”, “il generale jugoslavo” o “il militare serbo” che difese Sarajevo dai “suoi”. A tutti loro, Jovan Divjak ha sempre risposto: "Sono una persona che ha deciso di difendere i cittadini e le cittadine di Sarajevo. Non chiamatemi Generale". Sopra ogni cosa, per molti, è stato e sarà Čika Jovo (Zio Jovo)

Foto di © Luigi Ottani , © Roberta Biagiarelli , © Mario Boccia e Nicole Corritore

Lo vogliamo ricordare con alcune foto e con la poesia che il grande poeta Izet Sarajlić gli dedicò:

Il novantaquattro, 8 marzo.
La Sarajevo degli amanti non si arrende.
Sul tavolo l’invito per il matinée di danza allo Sloga.
Naturalmente ci andiamo!

I miei pantaloni sono un po’ logori,
e la sua gonna non è proprio da Via Veneto.
Ma noi non siam a Roma,
noi siamo in guerra.

Arriva anche Jovan Divjak. Dagli stivali si vede
che viene direttamente dalla prima linea.
Quando ti chiede un ballo sembri un po’ confusa.
Per la prima volta ballerai con un generale.

Il generale non immagina l’onore che ti ha fatto,
ma, a dire il vero, anche tu al generale.
Ha ballato con la donna più celebrata di Sarajevo.
Ma questo tango – questo è solo nostro!

Per la stanchezza ci gira un po’ la testa.

Mia cara è passata anche la nostra magnifica vita.
Piangi, piangi pure, non siamo in Via Veneto,
e forse questo è il nostro ultimo ballo.

Izet Sarajlić (Doboj [Bosnia ed Erzegovina], 1930 – Sarajevo, 2002)