Bosnia e Shoah. Per non dimenticare le voci del passato

Zijo Ribić, sopravvissuto al massacro della sua famiglia e del suo villaggio Skočić (Bosnia orientale), interviene in occasione del concerto “Venti caldi dell'Est” di Namaste Ensemble

Ai clarinetti: Eleonora Penzo, Michela Freguja, Natalia Benedetti, Chiara Parolo, Francesco Seri, Guido Arbonelli.

Intervengono:
Andrea Rizza e Edi Rabini, Fondazione Alexander Langer

Namaste ensemble è intervenuto, nel luglio scorso a Tuzla in Bosnia-Erzegovina con il sostegno dell'associazione Donatori di musica, alla manifestazione “Euromediterranea 2015” dedicata ad Alexander Langer e ai 20 anni dal genocidio di Srebrenica.

Nel 1992, a soli 8 anni, Zijo Ribić fu l'unico sopravvissuto al massacro della sua famiglia ad opera di una formazione di paramilitari serbi. Nel 2005 decise di raccontare la sua storia e denunciare gli autori dello sterminio della sua famiglia e del suo villaggio. Grazie al sostegno e all’assistenza dello Humanitarian Law Center di Belgrado, vennero intraprese le indagini e nel 2009 iniziò, a Belgrado, il processo contro gli autori del massacro. Zijo è il primo rom ad aver portato in tribunale la questione del genocidio del suo popolo. Un genocidio dimenticato, passato in secondo piano sia durante la Shoah, che durante le guerre jugoslave degli anni ‘90.
Solo 23 anni dopo, Zijo ha potuto seppellire i corpi di quattro delle sue sei sorelle, ritrovate lo scorso dicembre in una fossa comune.