Macedonia: rimandata al 20 ottobre la discussione della legge sulle intercettazioni

9 ottobre 2015

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La nomina a metà settembre del procuratore speciale Katica Janeva per l’indagine sullo scandalo intercettazioni illegali sembrava un passo avanti nella soluzione della crisi politica in Macedonia, con l'emergere di una possibile collaborazione tra governo e opposizione nell'implementare l’accordo politico di giugno, raggiunto con la mediazione dell’Unione europea.

Tuttavia, i nomi del team scelto dal procuratore speciale hanno lasciato perplessa parte dell’opinione pubblica. Il giornalista Tomislav Kezarovski ha espresso preoccupazione per la scelta della giudice Lila Stefanova, già impegnata nel processo a suo carico (da molti considerato di natura politica), tanto da ritenere persa l’ultima speranza di un cambiamento in Macedonia.

Il governo Gruevski, poi, ha presentato martedì 6 ottobre una proposta di legge vоlta a vietare la pubblicazione di intercettazioni, con pene previste fino a 4 anni di reclusione. Una secca condanna è subito arrivata dall’Associazione macedone dei giornalisti, che denuncia la violazione della Costituzione e il rischio di censura.

Molti cittadini, su iniziativa della piattaforma AJDE!, si sono riuniti mercoledì sera davanti al Parlamento per una manifestazione pacifica contro la proposta di legge. Già nel pomeriggio erano emerse pressioni da parte della comunità internazionale per far tornare i governo sui suoi passi. Quest'ultimo lo ha poi fatto solo parzialmente, annunciando che la discussione in parlamento sulla proposta di legge non avverrà prima del 20 di ottobre.

Nel frattempo nel paese si dibatte di riforma elettorale, la cui adozione era prevista dagli accordi di giugno entro il 7 ottobre per poi andare al voto in aprile. Su quest'ultima non si è però ancora trovato un accordo tra maggioranza ed opposizione, in particolare in merito alla partecipazione al voto della diaspora.


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