Radovan Karadzic all'Aja

I preparativi per il processo dell'ex presidente serbo-bosniaco Radovan Karadžić hanno subito questa settimana una nuova battuta d'arresto per una questione procedurale. E il giudice Bonomy descrive la posizione dell'imputato come "poco collaborativa"

25/02/2009 -  Anonymous User

Di Simon Jennings*, L'Aja, 20 febbraio 2009, per IWPR (Titolo originale: "Prosecutors Ask Judges to Reconsider Karadzic Indictment") .
Traduzione per Osservatorio Caucaso: Carlo Dall'Asta

I giudici del Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia, TPI, hanno confermato il 16 febbraio scorso - quasi sette mesi dopo il suo trasferimento all'Aja - una lista semplificata di imputazioni nei confronti di Karadžić.

Però, durante la sua convocazione in aula del 20 febbraio, a Karadžić non è stato chiesto se voleva appellarsi dopo che l'accusa aveva chiesto alla camera di riconsiderare questa revisione dei capi d'accusa.

Nelle imputazioni infatti i giudici avevano lasciato cadere le accuse relative a tre episodi criminosi, a causa della mancanza di prove.

Ma l'accusa ha chiesto di riconsiderare questa decisione riguardo a uno degli episodi - la presunta uccisione di fino a 140 detenuti nel campo di prigionia di Sušica, presso Vlasenica, nell'entità bosniaca della Republika Srpska - sostenendo di essere in possesso delle prove richieste, ma di non essere riuscita a trasmetterle ai giudici a causa di un "errore di trascrizione".

"È nell'interesse della giustizia che la corte riceva i corretti materiali probatori ed ordini il ripristino dell'episodio considerato... nel novero dei capi d'accusa", ha detto alla corte il procuratore Alan Tieger, spiegando che si tratta di un episodio importante, con un significativo numero di vittime.

Benché il collegio di accusa avesse in origine redatto la lista corretta delle imputazioni nel settembre 2008, nessuna decisione era stata raggiunta fino a questa settimana, a causa della mole di materiale che doveva essere tradotto.

Tieger ha detto che la richiesta dell'accusa riguarda solo questo episodio, e non gli altri due cancellati dalle imputazioni.

Nelle imputazioni confermate dai giudici, Karadžić è accusato di 11 distinti episodi di crimini di guerra e crimini contro l'umanità, che includono due distinte accuse per genocidio.

Una accusa di genocidio pertiene agli atti commessi in dieci municipalità bosniache - Višegrad, Prijedor, Bratunac, Foča, Brčko, Ključ, Kotor Varoš, Sanski Most, Vlasenica and Zvornik - mentre la seconda riguarda il massacro di quasi 8 mila uomini e ragazzi bosgnacchi avvenuto a Srebrenica nel luglio 1995.

La lista rivista delle accuse comprende solo 27 dei 41 crimini individuati in origine dall'accusa.

Il giudice Iain Bonomy ha rilevato che in precedenza Karadžić non era mai entrato in dettaglio nel merito delle accuse mossegli, rilevandone unicamente l'ampiezza e la necessità che il processo fosse rapido ed equo.

Questa volta invece l'imputato ha dichiarato di non poter dire subito se si opporrà alla richiesta dell'accusa di ripristinare le accuse relative a Sušica, spingendo così il giudice Bonomy a esternare la sua frustrazione. "Questo è un argomento troppo importante per me per esprimere la mia posizione senza consultare i miei consiglieri legali", ha detto Karadžić.

Il giudice Bonomy ha descritto la posizione di Karadžić come "poco collaborativa", e ha contestato la capacità da parte sua di gestire il proprio processo senza avvalersi in aula di un avvocato professionista.

"Quello che lei sta dicendo è che lei vuole condurre in prima persona questa causa, ma che non è in grado di condurla. Questa per la corte è una situazione insoddisfacente", ha dichiarato.

"Io mi aspetto che lei prenda posizione sulle varie istanze che i giudici devono rivolgerle", ha detto a Karadžić, che ha più volte dichiarato che durante il processo non si avvarrà di un avvocato che lo rappresenti.

Il giudice ha frequentemente ammonito Karadžić delle difficoltà che comporterà condurre la propria difesa, ma Karadžić è stato irremovibile.

"Sono in grado di occuparmi di questo della mia difesa, NdA e mi avvarrò della mia facoltà di rispondere", ha replicato.

Il giudice Bonomy ha concesso a Karadžić cinque giorni, fino al 25 febbraio, anziché le usuali due settimane, per appellarsi contro la richiesta fatta dall'accusa ai giudici perché vengano riconsiderati i capi d'accusa.

Karadžić non ha nascosto il suo disappunto.

"Devo esprimere la mia insoddisfazione per il fatto che sia stato abbreviato il termine per una questione così importante", ha dichiarato. "Per quanto mi riguarda, ogni questione è una questione seria".

Il giudice ha dichiarato che, "se possibile", ci sarà un'altra conferenza sulla situazione tra due settimane, ma di non aver ancora potuto fissare una data certa, a causa della fitta agenda processuale del Tribunale.

*Simon Jennings è corrispondente dall'Aja per IWPR.


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