Sarajevo Film Festival 2025

Il Sarajevo Film Festival celebra domani la sua 31° edizione. Dal 15 al 22 agosto in programma oltre 150 film di tutti i generi: spiccano quest’anno due grandi ritorni di autori nazionali, Dino Mustafić e Srđan Vuletić

14/08/2025, Nicola Falcinella

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Vista su Sarajevo - © foto di N.Corritore (OBCT)

Nato negli ultimi mesi dell’assedio e diventato uno dei grandi appuntamenti cinematografici, il Sarajevo Film Festival celebra tra pochi giorni la sua 31° edizione. Dal 15 al 22 agosto sono in programma  oltre 150 film di tutti i generi, con la presenza di tanti ospiti internazionali, una caratteristica che ha sempre contraddistinto la manifestazione fin dagli inizi.

Quest’anno saranno consegnati gli Heart of Sarajevo onorari agli attori Willem Dafoe, Stellan Skarsgard e Ray Winstone. Il “tributo” sarà dedicato al regista russo dissidente Ilya Khrzhanovskiy, dal 2020 al 2023 direttore artistico del "Babin Yar Holocaust Memorial Center" a Kyiv, oltre che noto per i suoi film, come l’ambizioso progetto “DAU” .

Da sempre l’SFF guarda al cinema quanto alla politica e ai diritti umani, mentre l’altro cardine della rassegna è la promozione e la valorizzazione della produzione regionale e, in particolare, di quella bosniaca.

Spiccano quest’anno due grandi ritorni di autori nazionali: Dino Mustafić e Srđan Vuletić. Il primo si è riaffacciato al grande schermo a oltre vent’anni da “Remake” (2003), durante i quali si è dedicato all’attivismo e alla politica, oltre che al teatro. A lui l’onore dell’apertura dell’Open Air con “The Pavilion – Paviljon ” con Rade Šerbedžija, Zijah Sokolović, Miralem Zubčević, Ksenija Pajić, Jasna Diklić e Branka Petrić. È la storia, nella quale si può intuire una metafora politica, della ribellione degli ospiti della struttura per anziani Paviljon dopo anni di abusi e umiliazioni.

L’altro ritorno atteso è di Srđan Vuletić, da ricordare per “Ljeto u zlatnoj dolini” (L’estate nella valle dorata) del 2003 e “It’s Hard to Be Nice” del 2007, tra i titoli più significativi del decennio d’oro del cinema bosniaco a inizio anni 2000. Vuletić sarà in concorso per il Cuore di Sarajevo con “Otter – Vidra ”, insieme ad altri 8 lungometraggi.

Da tener d’occhio in gara il romeno “Sorella di clausura” di Ivana Mladenović, il croato “Bog neće pomoći – God Will Not Help” di Hana Jusić e “Fantasy” debutto della slovena Kukla, tutti selezionato anche a Locarno. In più il macedone “Dj Ahmet” di Georgi M. Unkovski e i serbi “Wind, talk to Me – Vetre, pričaj sa mnom” di Stefan Đorđević e “Yugo Florida” di Vladimir Tagić.

Tra le tante proposte dell’Open Air, ci sono il Grand Prix di Cannes “Sentimental Value” di Joachim Trier con Renate Reinsve ed Elle Fanning e il poliziesco francese “Dossier 137” di Dominik Moll.

Hanno circolato meno nei grandi festival i 20 documentari della Competizione loro dedicata, tranne il molto interessante ucraino “Militantropos ” di Yelizaveta Smith, Alina Gorlova e Simon Mozgoviy presentato a Berlino. Ucraina, al centro dell’attenzione del mondo del documentario, presente anche con “Cuba & Alaska” di Yegor Troyanovsky e “Divia” di Dmytro Hreshko.

Ben tre i documentari bosniaci: “Bosnian Knight – Bosanski vitez” di Tarik Hodžić, “Everytime You Leave, You Are Born Again – Svaki put kad odeš, ponovo se rađaš” di Mladen Bundalo e “Steel Hotel Song” di Bojan Stojčić.

Tra gli altri i gara ci sono il bulgaro “Letters – Pisma” di Aysel Küçüksu, “My Dad’s Lessons – Lekcije mog tate” della croata Dalija Dozet, “Red Slide – Creven tobogan” dell’altro croato Nebojša Slijepčević (già vincitore della Palma d’oro per il cortornetraggio), il kosovaro “I Believe The Portrait Saved Me – Mua besoj më shpëtoj portreti” di Alban Muja, il georgiano “The Men’s Land – Kacebis mitsa” di Mariam Bakacho Khatchvani e il serbo “Slet 1988” di Marta Popivoda. Fuori concorso “Oho film” dello sloveno Damjan Kozole.

Il concorso cortometraggi propone 10 titoli, provenienti da Kosovo, Grecia, Turchia, Romania, Bulgaria, Serbia, Ungheria e Armenia, quasi tutti di registi emergenti, ma si segnala “Index” dell’esperto romeno Radu Muntean.

La sezione non competitiva Focus si annuncia come una delle più ricche e interessanti del festival. In evidenza il grande cineasta ucraino Sergei Loznitsa, autore prolifico che non si risparmia: nel programma i suoi più recenti lavori, il documentario “Paleontology Lesson” e il lungometraggio di finzione “Two Prosecutors”, presentato a Cannes.

Notevoli tre film passati alla Berlinale in febbraio: il libero e giocoso “Restitucija, ili, San i java stare garde – Eighty Plus” del serbo Želimir Žilnik, “Kontinental ‘25” del romeno Radu Jude premio per la sceneggiatura e la coproduzione Slovenia / Italia / Croazia “Kaj ti je deklica – Little Trouble Girls” della slovena Urška Đukić, premio Fipresci della stampa internazionale. Quasi in contemporanea con la presentazione al Locarno Film Festival c’è il serbo “Linije Zelje – Desire Lines” di Dane Komljen con Ivan Čuić e Branka Katić.

Ancora “How Come It’s All Green Out Here? / Kako je ovde tako zeleno?” del serbo Nikola Ležaić con Filip Đurić, Izudin Bajrović, Stojan Matavulj, Snježana Sinovčić Šiškov e Leon Lučev, il montenegrino “Wondrous Is The Silence Of My Master – Otapanje vladara” di Ivan Salatić con Marko Pogačar, Luka Petrone e Tea Ljubešić e l’albanese “Man Of The House – Burri i shtëpisë” di Andamion Murataj con Drita Kaba Karaga, Alesia Ruçi, Bislim Muçaj e Astrin Alihajdaraj, storia di Fran che vive come una “vergine giurata” vestita da uomo.

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