Macedonia del Nord: inizia il processo per l’incendio di Kočani
Nel marzo scorso un incendio alla discoteca Pulse di Kočani si è trasformato in una delle più grandi tragedie nella storia recente della Macedonia del Nord, portando alla morte di 63 persone. Nei giorni scorsi si è aperto il processo che vede 35 persone sul banco degli imputati

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© SOMKID THONGDEE/Shutterstock
Il 19 novembre a Skopje è iniziato il processo a 35 imputati e tre società accusati della morte di 63 persone, per lo più giovani, nel tragico incendio della discoteca “Pulse” di Kočani, avvenuto il 16 marzo. In apertura del procedimento, tutti gli imputati si sono dichiarati “non colpevoli”.
Gli imputati sono ex e attuali ministri, ex sindaci di Kočani, ispettori e altri funzionari pubblici. I 15 procuratori stanno inoltre conducendo un’indagine separata su 26 agenti di polizia per il reato di “Gravi reati contro la sicurezza pubblica”, e il rinvio a giudizio è previsto per l’inizio di dicembre.
Il processo si sta svolgendo nell’aula più grande del paese, vicino al carcere di Idrizovo, alla periferia di Skopje.
Il primo giorno del processo il tribunale ha registrato tutti i presenti e le procure di tutte le parti coinvolte. Dopo le dichiarazioni di apertura dell’accusa, quasi tutti gli avvocati degli imputati hanno chiesto un rinvio, citando l’accorpamento del caso con quello contro l’agenzia Rubicon, responsabile della sicurezza di Pulse. I pubblici ministeri, tuttavia, si sono opposti al rinvio sostenendo che non vi sia alcuna modifica sostanziale.
Le richieste hanno suscitato scetticismo tra i genitori dei defunti, che hanno parlato ai media dopo la prima udienza. “Fin dall’inizio stiamo assistendo ad una macchinazione da parte di avvocati e imputati che stanno manipolando il nostro dolore”, ha dichiarato Toma Stojanov, padre del defunto calciatore Andrej Stojanov.
Stojanov ha aggiunto che i parenti temono di subire la stessa sorte delle famiglie in altri processi, come i casi degli incidenti d’autobus delle compagnie “Durmo Tours” vicino a Laskarci, vicino a Skopje, nel 2019, e “Besa Trans” in Bulgaria nel 2021, nonché l’incendio nell’ospedale modulare di Tetovo nel 2021. Queste famiglie hanno affermato che i processi stanno richiedendo troppo tempo e che la piena responsabilità per questi casi non è stata ancora accertata.
La giudice Dijana Gruevska-Ilievska ha garantito che il procedimento sarà trasparente e professionale, ma non si è sbilanciata sulla durata del processo. “Conosco il dolore, siamo tutti genitori qui, rispetteremo i sentimenti delle famiglie, ma siamo professionisti e dobbiamo rispettare i diritti di tutti. Non possiamo garantirvi un processo rapido, ma faremo tutto il possibile per garantire che si svolga senza intoppi… Nessuno sa quanto tempo ci vorrà. Se durerà cinque mesi, cinque anni, nessuno lo sa. Non dobbiamo nutrire pregiudizi”.
Secondo il procuratore Borche Janev, l’incendio non è avvenuto per errore di un singolo, ma piuttosto per negligenza sistemica e violazione delle norme di legge. Ha sottolineato che il club era a rischio da anni e che il primo imputato, il proprietario del “Pulse”, non si interessava della sicurezza e aveva eluso le norme.
“Le prove dimostreranno che nessuno di questi imputati voleva vedere il pericolo presente da anni. Tuttavia, era loro dovere farlo. Se l’edificio in cui si trovava la discoteca avesse rispettato gli standard, l’incendio stesso sarebbe stato ricordato come un incidente pericoloso, ma non come una fossa comune”, ha affermato il pubblico ministero, fra gli applausi dei parenti delle vittime.
Il processo è proseguito il 25 novembre, quando la Corte ha accolto le obiezioni di alcuni avvocati della difesa secondo cui l’atto di accusa, integrato con l’elenco delle prove, non era stato consegnato agli imputati.
Il processo si sta svolgendo con misure di sicurezza rafforzate. Oltre agli imputati e ai rappresentanti dell’accusa e della difesa, sono presenti in aula anche i parenti delle vittime e giornalisti nazionali e stranieri.
Le famiglie delle vittime hanno organizzato una “Marcia per gli angeli” a Kočani quasi ogni sabato, chiedendo giustizia. Alla vigilia del processo hanno marciato anche a Skopje, dove hanno ricevuto il sostegno di migliaia di cittadini.
La tragedia di Kočani è avvenuta nella notte tra il 15 e il 16 marzo, durante un’esibizione del gruppo musicale DNA: le scintille delle luci pirotecniche hanno incendiato il soffitto della discoteca, l’incendio si è propagato rapidamente e il panico e l’uscita stretta dall’edificio hanno causato una fuga precipitosa. Secondo la procura, al momento dell’incidente al “Pulse” c’erano oltre 500 persone.
Secondo l’accusa, l’edificio non soddisfaceva nemmeno i requisiti tecnici minimi per lo svolgimento di attività di ristorazione e non aveva un permesso per la ricostruzione, poiché si trattava di uno spazio in cui si erano svolte in precedenza altre attività, non era stato redatto un rapporto sulla protezione contro incendi, esplosioni e materiali pericolosi e non erano stati predisposti alcun piano e valutazione per la protezione e il salvataggio.
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