Kosovo, i tagli UE colpiscono la società civile

A causa delle misure UE del 2023 contro Pristina, la ristrutturazione del Cinema Lumbardhi a Prizren ha perso il sostegno finanziario di Bruxelles. Una mossa che "spinge a mettere in discussione l’agenda, le priorità e i valori dell’UE", denuncia il direttore Ares Shporta

17/07/2025, Federico Baccini

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Kino Lumbardhi, Prizren, Kosovo - Foto Elmedina Arapi

Le misure "temporanee e reversibili" non si stanno dimostrando né temporanee né reversibili. A due anni dall’imposizione da parte dell’Unione europea di un giro di vite diplomatico e finanziario ai danni del Kosovo per il presunto mancato impegno per la de-escalation delle tensioni nel nord del Paese, l’impatto di questa decisione sta iniziando a farsi sentire sul campo.

A pagarne le conseguenze non è solo il governo di Pristina – il destinatario delle misure dell’UE introdotte il 28 giugno 2023 – ma anche i cittadini kosovari e gli attori della società civile che hanno cercato il supporto di Bruxelles per realizzare interventi significativi per le rispettive comunità locali.

Un esempio su tutti è il Cinema Lumbardhi di Prizren, il più antico cinema pubblico del Paese, la cui ristrutturazione aveva già ottenuto il via libera da Bruxelles con un progetto finanziato dallo Strumento di Assistenza Pre-Adesione (IPA) dal valore di 1,5 milioni di euro.

Questo fino a quando, nell’autunno dello scorso anno, i beneficiari non hanno ricevuto una mail che li informava del taglio dei finanziamenti a causa della scadenza dei termini per le gare d’appalto, a seguito del congelamento delle procedure causato dalle misure imposte dall’UE.

"Noi dovremmo rappresentare gli spazi che promuovono i valori europei e favoriscono il senso di appartenenza all’Unione europea. Essere trattati in questo modo è contrario a questa missione e, al contrario, alimenta l’euroscetticismo", è l’avvertimento del direttore della Fondazione Lumbardhi, Ares Shporta.

In un’intervista per OBCT Shporta ha spiegato perché colpire progetti di aggregazione sociale e di sviluppo culturale per punire un governo "spinge le persone a mettere in discussione l’agenda, le priorità e i valori dell’UE" anche in uno dei Paesi più europeisti tra quelli che aspirano a diventare membri dell’Unione.

In cosa consiste il progetto che doveva essere finanziato dall’UE?

Lumbardhi è il cinema pubblico più antico del Kosovo, costruito originariamente nel 1952 come cinema jugoslavo. Abbiamo effettuato alcuni lavori iniziali di ristrutturazione dell’edificio, ma la struttura rimane in condizioni molto precarie.

Il progetto aveva quindi previsto il rinforzo strutturale e la stabilizzazione delle fondamenta, la creazione di servizi igienici adeguati e l’installazione di impianti di riscaldamento, condizionamento e ventilazione. Erano anche previsti interventi di restauro per preservare l’identità del cinema e trasformarlo in uno spazio culturale multifunzionale più sostenibile.

Qual è stato l’impatto del congelamento dei fondi dell’UE?

Dopo dieci anni dall’avvio del dialogo con l’Unione europea e sette anni dopo l’impegno a includere questo progetto nella tornata degli IPA 2020, siamo stati inseriti in copia conoscenza di un’e-mail inviata il 7 ottobre 2024 al ministro della Cultura, che era il loro partner ufficiale. In quell’e-mail veniva solo reso noto il taglio dei fondi.

Siamo stati presi di mira semplicemente perché eravamo nel posto sbagliato al momento sbagliato. Questo progetto era in fase di attuazione quando sono state introdotte le misure: la gara d’appalto per la costruzione è stata indetta nella primavera del 2023 e nel giugno 2023 è arrivata la decisione di Bruxelles. Il progetto è stato infine annullato alla scadenza del termine fissato dall’UE per la stipula dei contratti.

Ironia della sorte, questo progetto era stato insignito dell’European Heritage Awards  solo due anni prima della sua cancellazione. Si trattava di un importante esempio di collaborazione tra autorità locali, nazionali ed europee, insieme alla società civile. Un approccio democratico dal basso per costituire un’istituzione culturale e restaurare un sito storico conteso, dopo che erano stati fermati i tentativi di demolirlo e privatizzarlo.

Secondo lei, si poteva evitare questo epilogo?

Riteniamo che fosse possibile, sia dal punto di vista amministrativo sia giuridico, ma a Bruxelles hanno scelto di non farlo. Alla fine, però, non è stato il governo a essere punito, ma noi, la società civile e la comunità locale di Prizren.

Molti ritengono che siamo stati trattati in modo sproporzionato, come se fossimo semplicemente un’estensione del governo, quando in realtà siamo un popolo rappresentato da questo governo. Nel frattempo, un Paese vicino [la Serbia di Aleksandar Vučić, ndr] ha adottato un comportamento molto più aggressivo e, in risposta, ha ricevuto solo "profonda preoccupazione" da Bruxelles. Per noi questo non solo è ingiusto, ma anche politicamente inefficace. Non credo che questa soluzione abbia avuto successo.

Cosa prova nei confronti dell’UE dopo questa esperienza?

Penso che questa situazione abbia seriamente danneggiato la fiducia della comunità locale nei confronti dell’UE stessa. Ha avuto ripercussioni anche su di noi, che abbiamo dedicato anni alla preparazione della ristrutturazione: sviluppo di programmi, pianificazione del personale e dei bilanci, definizione di strategie a lungo termine.

Dieci anni fa l’UE ha sostenuto con forza la nostra causa, quando il cinema era minacciato dalla demolizione e dalla privatizzazione. Per molti anni abbiamo ospitato eurodeputati, funzionari di Bruxelles e Pristina e ci siamo recati più volte a Bruxelles per promuovere il progetto. Abbiamo ricevuto il Premio europeo del patrimonio culturale e siamo stati finalisti del Premio New European Bauhaus.

Il progetto è diventato una sorta di fiore all’occhiello degli investimenti dell’UE nel patrimonio culturale e nei giovani. Per noi l’UE era un partner fondamentale per trasformare l’attivismo locale in una storia di successo. E poi tutto è stato interrotto con un’e-mail amministrativa. È stato un duro colpo per la nostra comunità.

Cosa rappresenta il cinema Lumbardhi per la comunità di Prizren?

Il Cinema Lumbardhi è l’unica storia di successo nel fermare un processo di privatizzazione in Kosovo dopo la guerra. È stata anche la prima volta che i cittadini stessi hanno definito cos’è patrimonio culturale, in base al suo significato per la memoria collettiva.

Il cinema è stato salvato nel 2007 grazie alla raccolta di ottomila firme, in una città dove con 20 mila voti si può diventare sindaco. Nel 2014, 58 organizzazioni senza scopo di lucro si sono unite non solo per opporsi alla privatizzazione, ma anche per proporre un nuovo futuro per il cinema.

Riunendo decine di migliaia di utenti, visitatori e membri di ONG, questo è diventato un raro esempio di cooperazione riuscita tra società civile, cittadini e istituzioni pubbliche, incentrata non solo sulla resistenza, ma anche sulla costruzione di qualcosa di nuovo. Ha favorito i legami tra generazioni e persone di diversa provenienza culturale, etnica e ideologica.

Lo spazio stesso ha una storia complessa: un tempo era un cinema jugoslavo, mentre ora è riconosciuto come parte del patrimonio nazionale del Kosovo. Allo stesso tempo, offre un ambiente sicuro e inclusivo che invita ad adottare un approccio diverso sia alla storia sia al nostro presente e futuro comune. Ecco perché non aver preso parte a questa storia di successo è un’occasione persa per l’UE.

Si aspetta che in futuro possano arrivare nuovi finanziamenti da Bruxelles?

Non siamo più interessati a cercare finanziamenti dall’UE, né ne abbiamo più bisogno. Il progetto sarà ora realizzato dal Ministero della Cultura del Kosovo. Il contratto è stato firmato e i lavori sono iniziati poche settimane fa.

Anche se così non fosse, avremmo cercato finanziamenti altrove. Non rifaremmo lo stesso processo, è stata una perdita di tempo e il rapporto era tutt’altro che paritario quando si è trattato di negoziare le modalità di attuazione del progetto.

Ci trasferiremo in un altro edificio temporaneo per i prossimi due anni, mentre prepariamo la riapertura del cinema, attualmente prevista per il prossimo anno. Ma realisticamente credo che sarà per l’estate del 2027.

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