Kosovo, alle elezioni anticipate anche la Srpska Lista
Nonostante l’ennesimo tentativo di stop in Commissione elettorale da parte del movimento Vetëvendosje, mossa fortemente criticata a livello internazionale, la Srpska Lista – principale partito dei serbi del Kosovo – parteciperà alle elezioni anticipate del prossimo 28 dicembre

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© GagoDesign/Shutterstock
Il Kosovo ha avviato le procedure per organizzare le elezioni parlamentari anticipate, previste per il 28 dicembre, dopo che il parlamento di Pristina non è riuscito a formare un governo dopo le consultazioni dello scorso 9 febbraio 2025.
La Commissione Elettorale Centrale (CEC) sta organizzando le procedure con scadenze abbreviate, poiché dall’annuncio delle elezioni, arrivato a fine novembre, fino al giorno del voto, sono disponibili solo 37 giorni.
Finora, la CEC ha certificato le forze politiche partecipanti, che hanno anche presentato le loro liste di candidati ai seggi del parlamento di Pristina.
La CEC, in collaborazione con diverse istituzioni statali, verificherà ora l’idoneità dei candidati da certificare per la partecipazione alla corsa elettorale.
Quali le strategie dei partiti in questa campagna elettorale?
Il Movimento Vetëvendosje (LVV), guidato dal primo ministro ad interim Albin Kurti – e che ha ottenuto il maggior numero di voti alle ultime elezioni – ha scelto gli stessi partner per la consultazione elettorale di fine dicembre.
Tuttavia, questa volta la forma di cooperazione è cambiata. Partiti come “Guxo” e “Alternativa”, che nelle precedenti elezioni erano confluiti nella lista LVV, hanno questa volta firmato un accordo che è stato registrato ufficialmente presso la CEC come coalizione. A loro si è unito anche il Partito Cristiano Democratico Albanese (PSHDK).
Nel frattempo, altri partiti si presentano a queste elezioni senza coalizioni ufficiali, ma con diversi accordi di cooperazione con partiti minori.
Il Partito Democratico del Kosovo (PDK) ha incluso nella sua lista elettorale Eman Rrahmani, che nelle precedenti elezioni ha guidato la “Lista Famiglia”. Il presidente del PDK Bedri Hamza, che è anche il candidato del partito a primo ministro, ha unito le forze con singole personalità pubbliche di vari settori della società kosovara.
Allo stesso modo, il presidente della Lega Democratica del Kosovo (LDK), Lumir Abdixhiku, che punta anch’egli alla posizione di premier, ha adottato lo stesso approccio.
Il partito di Abdixhiku ha incluso nella sua lista elettorale candidati della “Nuova Alleanza per il Kosovo”, precedentemente guidata dal noto imprenditore Behgjet Pacolli, nonché candidati del Partito della Giustizia.
Il partito dell’ex primo ministro Ramush Haradinaj, l’Alleanza per il Futuro del Kosovo (AAK), ha deciso invece di presentarsi da solo questa volta, nonostante le valutazioni degli analisti secondo cui rischierebbe di rimanere fuori dal Parlamento.
A febbraio, l’AAK era entrato in una coalizione pre-elettorale con l’Iniziativa Socialdemocratica (NISMA), guidata da Fatmir Limaj, ma dopo le elezioni, Limaj e i suoi due parlamentari hanno deciso di separarsi dal partito di Haradinaj.
Per queste elezioni, Limaj inizialmente aveva cercato una cooperazione con l’LDK, matra le parti alla fine non si è raggiunto alcun accordo. Successivamente, Limaj ha avviato trattative con il PDK, partito di cui era stato uno dei fondatori.
Anche il piano di riunificazione è però fallito e la NISMA si presenta da sola a queste elezioni, rischiando anch’essa, come altri piccoli partiti, di rimanere fuori dal parlamento.
Srpska Lista: uno scenario già visto
Il 2 dicembre, la CEC non ha inizialmente certificato la Srpska Lista, il maggiore partito dei serbi del Kosovo, sostenuto da Belgrado, per la partecipazione alle elezioni.
I due membri della Commissione di Vetëvendosje hanno votato contro la certificazione, il presidente della CEC e il membro della Srpska Lista hanno votato a favore, mentre sette membri di altri partiti si sono astenuti.
La certificazione è stata rifiutata nonostante l’Ufficio per la Registrazione, la Certificazione e il Controllo Finanziario della CEC avesse emesso una raccomandazione positiva, stabilendo che la Srpska Lista aveva soddisfatto tutti i requisiti legali per partecipare alle elezioni.
Tuttavia, alla fine la Srpska Lista ha ottenuto la partecipazione dopo aver presentato ricorso all’Election Complaints and Appeals Panel (ECAP), un’autorità indipendente competente a decidere sui reclami relativi al processo elettorale.
L’ECAP ha ritenuto illegittima la decisione della CEC, l’ha annullata e ha ammesso ufficialmente la Srpska Lista per alle elezioni del 28 dicembre. Inoltre, l’ECAP ha ribadito che, quando un’entità politica soddisfa i criteri e le scadenze legali richiesti, il processo decisionale deve basarsi sui fatti e sulle raccomandazioni professionali dei meccanismi interni della CEC.
Perché Vetëvendosje si oppone alla partecipazione della Srpska Lista?
Questa è la terza volta che la CEC rifiuta inizialmente di vidimare l’ammissione al processo elettorale della Srpska Lista, avendo votato in modo simile per le elezioni parlamentari del 9 febbraio e per le elezioni locali del 12 ottobre. In entrambi i casi precedenti, l’ECAP ha poi annullato la decisione della CEC.
Vetëvendosje considera la Srpska Lista come una minaccia all’ordine costituzionale e uno strumento della Serbia per indebolire la democrazia in Kosovo.
Attualmente il partito è guidato da Zlatan Elek, ma secondo Vetëvendosje, il leader “de facto” della formazione rimane Milan Radoičić, che si è assunto la responsabilità dell’attacco terroristico del 2023 al monastero di Banjska, in cui il sergente di polizia del Kosovo Afrim Bunjaku è stato ucciso e diversi altri agenti sono rimasti feriti.
Al momento dell’attacco, Radoičić era vicepresidente della Srpska Lista. Ora è latitante, mentre il Kosovo ha emesso un mandato di arresto internazionale nei suoi confronti.
Critiche internazionali
La decisione della CEC è stata condannata dalla comunità internazionale, inclusi Stati Uniti, UE e altri paesi QUINT (o “quintetto, gruppo decisionale informale composto da Stati Uniti d’America, Francia, Germania, Italia e Regno Unito).
L’Ambasciata degli Stati Uniti in Kosovo ha affermato che gli sforzi di Vetëvendosje per bloccare la certificazione della Srpska Lista sono “miopi e divisivi”.
“Tali azioni minano la stabilità del Kosovo e gli interessi degli Stati Uniti, incluso il riavvio del nostro dialogo strategico per promuovere opportunità per le imprese statunitensi e kosovare”, si legge nella dichiarazione dell’Ambasciata.
A settembre, gli Stati Uniti hanno sospeso il dialogo strategico pianificato con il Kosovo a tempo indeterminato, sostenendo che le azioni del governo guidato dal Primo Ministro ad interim Albin Kurti avevano “aumentato le tensioni e l’instabilità”.
Come motivazione di questa decisione, gli analisti politici citano le critiche dei funzionari governativi all’operato della Corte Costituzionale, nonché i tentativi falliti di LVV di bloccare la partecipazione della Srpska Lista sia alle elezioni parlamentari di febbraio che alle elezioni locali del 12 ottobre.
Poco prima del voto della CEC, l’ambasciata statunitense aveva espresso preoccupazione per qualsiasi tentativo di limitare la partecipazione dei partiti serbi alle elezioni locali.
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