EuroMaidan, quattro anni dopo
20/02/2018, Redazione
Il 20 febbraio l’Ucraina commemora le oltre cento persone che nel febbraio del 2014 morirono sotto il fuoco delle forze speciali ucraine al culmine delle proteste che portarono alla caduta del presidente filo-russo Viktor Yanukovich e alla sua fuga in Russia. Dal 2015 ogni 20 febbraio l’Ucraina ricorda la "Giornata dei Cento Eroi Celesti." Foto e testi di Monica Ellena

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Mazzi di fiori nei colori della bandiera ucraina lungo la strada dedicata ai “Cento Eroi Celesti.” Tra il 18 e il 20 febbraio 2014 le forze speciali della polizia, la berkut, attaccarono migliaia di dimostranti che da oltre due mesi affrontavano il gelo dell’inverno ucraino accampati su Maidan. I tre giorni di guerriglia urbana provocarono la morte di oltre cento persone, mentre i feriti furono circa 2,500.

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Fiori e striscioni giallo-blu vicino alle foto delle vittime di Euromaidan. L’escalation di violenza innescò una reazione a catena. Yanukovich si rifugiò in Russia, dove vive tutt’ora, e nella regione orientale del Donbass gruppi pro-russi presero le armi contro il governo centrale di Kiev. Le regioni di Donetsk e Luhansk dichiararono la secessione dall”Ucraina. Da allora il paese è ostaggio di un conflitto che ha provocato circa 10.300 morti e un milione e 800mila sfollati.

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Nastri e fiori al memoriale per le vittime di Euromaidan. All’indomani della fuga di Yanukovich Mosca accusò la nuova leadership ucraina di discriminazione verso la popolazione di lingua russa, circa il 30 percento concentrata nell’est del paese e in Crimea. A meno di un mese dagli gli eventi di EuroMaidan le autorità di Mosca organizzarono un referendum per l’annessione della penisola alla Russia nel quale, secondo il Cremlino, il 96.77 percento votò a favore. Voto e annessione di fatto sono stati dichiarati illegale da Kiev e dalla comunità internazionale.

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Un uomo avvolto nella bandiera ucraina prega in silenzio al centro di Maidan. Davanti a lui l’enorme cartellone Freedom is Our Religion, la libertà è la nostra religione, ricorda il sacrificio della protesta cominciata nel novembre 2014, ma anche le precedenti rivoluzioni che si sono avvicendate a Maidan – quella studentesca del 1990, l’arancione del 2004 e quella della dignità del 2014. Alle elezioni presidenziali del maggio 2014 l’attuale presidente Petro Poroshenko ottene il 54 percento dei voti.

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Il memoriale dedicato agli attivisti morti durante Euromaidan.

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L’entrata del ristorante Ostanja Barikada, una sorta di celebrazione gastronomica del nazionalismo ucraino. Il locale, che serve esclusivamente cucina ucraina, si trova sotto Maidan e vi si accede attraverso un ascensore nascosto e solo dopo aver pronunciato la parola d’ordine Boritesya – poborete (lotta e vinci). L’entrata è una cortina d’acciaio con 72 mani che rappresentano i 72 anni di dominio sovietico in Ucraina. All’interno sono esposte memorabilia delle tre rivoluzioni ucraine moderne.

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A Kiev gigantografie allestite tra Maidan, Piazza dell’Indipendenza, e la centrale arteria di Khreshchatyk Avenue ricordano le 104 vittime della violenza del febbraio 2014 che segnò il tragico culmine della Rivoluzione della Dignità – o EuroMaidan. Nel novembre 2013 l’allora presidente filo-russo Viktor Yanukovich decise, su pressione di Mosca, di non firmare il patto di associazione con l’Unione europea già concordato con Bruxelles. Il dietro-front causò proteste e sit-in che durarono mesi fino agli scontri del febbraio 2014.




