Dialoghi letterari tra Italia e Macedonia del Nord
Una letteratura recente e di certo non meno importante di altre è quella macedone. In italiano, grazie all’impegno di alcune case editrici oltre a quello della docente di letteratura italiana a Skopje Anastasija Giurcinova, si possono leggere vari autori macedoni

Durante la presentazione dei Dialoghi interletterari a Skopje, Macedonia del Nord – foto. D. Zandel
Durante la presentazione dei Dialoghi interletterari a Skopje, Macedonia del Nord - foto. D. Zandel
La codificazione della lingua letteraria macedone, riferita alla Macedonia del Nord, già una delle repubbliche facenti parte della ex Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, data dal 1945. È, dunque, molto recente. Ciò nonostante, è riuscita a produrre una serie di autori, alcuni dei quali sono stati tradotti anche in Italia, a cominciare da Slavko Janevski, autore del primo romanzo in lingua macedone, Paese dietro sette frassini, uscito nel 1952, ma di cui la casa editrice Lint di Trieste ha pubblicato nel 1975 Il soldato due metri sottoterra.
Per restare ai titoli più recenti, cito Goce Smilevski, di cui Guanda ha pubblicato La sorella di Sigmund Freud, Alexandar Prokopiev, autore di Voyeur, edito da Besa; Luan Starova, forse il più noto e tradotto, autore del bellissimo I libri di mio padre, edito da Rubbettino, oltre che de Il tempo delle capre e Sacrificio balcanico, usciti per i tipi della Tullio Pironti editore.
Luan Starova è uno scrittore particolarmente interessante, di Pogradec, sulla costa albanese del lago di Ohrid, il cui padre è riuscito a fuggire fortunosamente dall’Albania di Hoxha nella Jugoslavia d’allora attraverso lo stesso lago, e lui, lo scrittore, è riuscito a diventare poi ambasciatore jugoslavo.
Quella macedone è una letteratura che continua a crescere. Valga a riguardo quanto scritto dal compianto Predrag Matvejević: “Il modo in cui si fondavano allo stesso tempo la lingua letteraria macedone e la letteratura macedone contemporanea, dove la lingua permetteva lo sviluppo della letteratura, e la letteratura diventava una conferma della lingua stessa, è una delle più grandi imprese nella storia culturale dei macedoni, e nella loro storia in genere”.
Una sorta, quindi, di fenomeno letterario. In Italia se ne sa poco, ma per fortuna a Skopije abbiamo una ambasciatrice letteraria nella persona di Anastasija Giurcinova, docente di letteratura italiana all’Università Cirillo e Metodio, saggista e traduttrice, per anni presidente della locale Società Dante Alighieri che ha lavorato e lavora proficuamente, instaurando dialoghi letterari tra Italia e Macedonia del Nord, facendo conoscere, nel suo paese, la letteratura italiana con traduzioni e saggi critici non solo su scrittori del nostro secolo come, ad esempio, Calvino, Vittorini, Natalia Ginzburg, Pasolini, Magris e altri, ma anche classici come l’Ariosto (con un’edizione commentata dalla stessa Giurcinova de L’ Orlando furioso), quindi Dante, Boccaccio, Machiavelli; e, qui da noi, facendo conoscere la letteratura macedone.
A riguardo, possiamo addirittura giudicare una summa di questo incessante lavoro il suo recente volume Dialoghi interletterari – Saggi italo-macedoni, edito da Besa Muci, casa editrice a cui va anche il merito della assiduità con cui continua, è il caso di dirlo, a sfornare libri di autori balcanici, permettendo così al pubblico italiano di conoscere le letterature che sorgono, non dalla parte opposta del mondo, ma sull’altra sponda dell’Adriatico.
In questo quadro, Anastasija Giurcinova già una decina di anni fa presentò un altro suo volume nella sede centrale della Dante Alighieri di Roma. Si trattava di un’antologia degli scrittori macedoni il cui esordio era avvenuto negli anni difficili della dissoluzione jugoslava, tra il 1991 e il 2011, dal titolo “Macedonia: La letteratura del sogno”, edito sempre da Besa.
L’ultimo, Dialoghi interletterari ha uno sguardo molto più ampio, ed è anche una testimonianza della collaborazione nel campo letterario tra Italia e Macedonia del Nord con importanti iniziative culturali tra le due sponde dell’Adriatico.
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