Bulgaria: ecco il muro anti-immigrazione
21/07/2014, Redazione
Il governo di Sofia ha presentato la "barriera tecnica" sul confine bulgaro-turco: 30 chilometri di rete e filo spinato che dovrebbero contenere il flusso di rifugiati e richiedenti asilo che dall’estate scorsa ha drammaticamente messo in crisi le capacità di reazione della Bulgaria.
Un fotoracconto OBC – immagini e testo di Francesco Martino

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"Questa [barriera] è un'infrastruttura che ha il fine di prevenire l'immigrazione illegale attraverso il confine. L'obiettivo non è impedire l'ingresso di richiedenti asilo, ma di convogliare il flusso ai valichi di frontiera". Con queste parole Angel Naydenov, ministro della Difesa bulgaro, il 17 luglio 2014 ha presentato ai giornalisti il muro di 30 chilometri innalzato in questi mesi alla frontiera con la Turchia, confine esterno dell'Unione europea.

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La barriera, rete e filo spinato che si innalzano per circa tre metri, è stata innalzata nel tratto di confine più difficile da pattugliare, segnato da terreno montagnoso e da fitti boschi.

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Nel 2014 la Bulgaria è stata messa in crisi dall'arrivo di circa 10mila rifugiati, provenienti soprattutto dalla Siria in guerra. Per frenare gli arrivi, Sofia ha prima schierato circa mille agenti sul confine, per poi annunciare l'intenzione di innalzare una barriera, sull'esempio di quanto già fatto dalla vicina Grecia.

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"Non chiedetemi perché il costo dell'opera è salito da 5 a 7,7 milioni di leva [2,5 - 3,8 milioni di euro]. Il progetto della barriera è del ministero degli Interni, il ministero della Difesa lo ha soltanto realizzato", ha dichiarato ai giornalisti il ministro Naydenov [nella foto, a sinistra]. Le polemiche sulle spese lievitate però non si placano.

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Nonostante le assicurazioni del governo bulgaro, la preoccupazione sull'impatto della barriera resta alto. Un rapporto pubblicato lo scorso aprile da Human Rights Watch (HRW) accusava la Bulgaria di violare i diritti dei richiedenti asilo, con respingimenti anche violenti verso la Turchia, e di essere incapace di fornire ai rifugiati la più basilare assistenza umanitaria.

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Nel frattempo, l'Agenzia per i Rifugiati bulgara registra un nuovo aumento degli ingressi. Se a marzo ed aprile sono state presentate 340 nuove richieste di asilo, a maggio e giugno il numero ha raggiunto circa 650 domande. Secondo gli esperti dell'agenzia, quest'anno il numero di richiedenti asilo dovrebbe toccare i settemila.

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I nuovi arrivi creano momenti di tensione. A metà luglio, il tentativo di spostare 50 rifugiati dal centro di "Voenna Rampa", a Sofia, al campo di Harmanli, per fare posto a nuovi rifugiati, ha scatenato la protesta. Secondo i rifugiati, che rifiutano il trasferimento, il rinnovato stress potrebbe provocare "reazioni inconsulte" nei soggetti più stanchi ed esasperati.

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L'Agenzia per i Rifugiati bulgara ha poi annunciato l'intenzione della Germania di rispedire in Bulgaria circa tremila rifugiati, nell'ambito degli Accordi di Dublino. Una notizia, poi smentita da Berlino, che ha aumentato il nervosismo a Sofia, che accusa i partner dell'UE di non mostrare sufficiente solidarietà sul tema dei rifugiati.




