Pe: che fanno i parlamentari?

6 ottobre 2014

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Sul sito del Parlamento Europeo, c'è la possibilità di visitare i singoli profili di tutti i 751 rappresentanti eletti alle votazioni del 25 maggio scorso. Una trasparenza che permette di seguire, almeno in parte, le attività dei propri eletti . In particolare, è possibile visualizzare i contenuti dei loro interventi in lingua originale alle ultime sessioni parlamentari.

Abbiamo provato a dare un occhio a quanto fatto nelle prime sessioni di questo nuovo parlamento dagli 11 euro-parlamentari croati con una breve attività di monitoraggio che tutti possono continuare a fare con il proprio computer.

Bilijana Borzan, medico, nata a Osjiek nel 1971, è entrata per la prima volta nel Parlamento europeo nel 2013, quando la bandiera a scacchi è andata ad aggiungersi alle altre 27 appese alle aste dei palazzi istituzionali di Bruxelles e Strasburgo. A maggio 2014 è stata rieletta nelle file dei Socialdemocratici e attualmente è componente della Commissione parlamentare per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare. In una delle ultime sessioni del Parlamento, Borzan è intervenuta per parlare dei problemi legati ai disastrosi allagamenti avvenuti in Slavonia, nello scorso giugno.

A capo della delegazione croata del PPE si trova invece Dubravka Šuica di Dubrovnik, la quale si è ultimamente presa a cuore le questioni di Ucraina, Iraq e dell'epidemia di ebola. Il suo appoggio alle iniziative diplomatiche intraprese dalla Commissione si aggiungono però ad una richiesta di attenzione circa le contromisure da adottare per tutelare i settori di pesca ed agricoltura dall'embargo russo.

Anche Ivana Maletić, provenendo dall'HDZ a Strasburgo e a Bruxelles siede con gli altri membri dei Cristiano-democratici di Juncker. È membro sia del Comitato per gli Affari Economici e Monetari sia della delegazione parlamentare per la Ex-Repubblica Jugoslavia di Macedonia. Durante l'ultima sessione, si è spesa per il discorso relativo all'occupazione giovanile, problema di cui la Croazia sta soffrendo particolarmente.

Nel PPE vi sono anche Andrej Plenković, attualmente presidente per la delegazione europea addetta alla cooperazione parlamentare con l'Ucraina, e Davor Ivo Stier, che ultimamente si è pure lui interessato alle questioni di politica estera europea.

Marijana Petir, la cristiano-democratica di Kutina, è professoressa di biologia e di teologia. A Strasburgo, ha recentemente fatto una dichiarazione contro l'Isis sottolineando le violenze perpetuate dagli estremisti sulle minoranze cristiane in Iraq e in Siria. In Parlamento Europeo, Petir fa anche parte della Commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale.

Pure Tonino Picula, dei Social-democratici, è intervenuto sulla questione irachena e siriana, ma sottolineandone un altro aspetto: ha infatti dichiarato che si debba modificare il sistema di sicurezza globale esistente dato che una vittoria militare sui dittatori non sarebbe mai abbastanza da sola. “È più facile rimuovere un regime piuttosto che le circostanze politiche, economiche e sociali in cui esso si è svolto”.

Ivan Jakovčić è istriano ed assieme a Jozo Radoš fa parte del gruppo parlamentare europeo dell'Alde, l'Alleanza dei Liberali e dei Democratici presieduta da Guy Verhofstadt. Jakovčić è intervenuto in occasione della ratifica per il Trattato di Associazione tra Ue ed Ucraina del 18 settembre dichiarando che “l'Ucraina merita una prospettiva europea”. Invece Radoš, essendo membro della Commissione per gli affari esteri, si è occupato più specificatamente di tre mozioni per risoluzioni su Libia, Azerbaijan e Bangladesh.

Tra i rappresentanti della Croazia, vi sono infine anche un membro dei verdi, Davor Škrlec (membro della Commissione parlamentare per ambiente, salute pubblica e sicurezza alimentare) ed una componente del gruppo dei conservatori, Ruža Tomašić, la quale ha recentemente posto una serie di domande relative alla strategia della Commissione europea verso la Bosnia nei prossimi anni.

 

Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea, nel quadro dei programmi di comunicazione del Parlamento Europeo. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto BeEU - 8 Media outlets for 1 Parliament


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