Ha senso comparare i progressi Ue di Georgia, Ucraina e Moldavia con quelli dei Balcani occidentali?

15 marzo 2021

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Nel 2018, il CEPS , un think tank con sede a Bruxelles che si occupa di affari europei, decise di realizzare uno studio di comparazione tra i paesi dei Balcani e quelli che, ad est, avevano sottoscritto un Accordo di associazione con l'Ue (Ucraina, Georgia e Moldavia) per verificare il loro progressivo allineamento alle normative Ue.

Persone su un ponte di Tbilisi, capitale della Georgia (© OSTILL is Franck Camhi/Shutterstock)

Persone su un ponte di Tbilisi, capitale della Georgia (© OSTILL is Franck Camhi/Shutterstock)

Lo studio attirò notevole attenzione in particolare perché emerse che i due gruppi di stati erano sempre più comparabili nel loro percorso di avvicinamento all'Ue.

Il 25 febbraio del 2021 è stato pubblicato un nuovo report su questo tema a firma dei ricercatori Michael Emerson e Steven Blockmans. Secondo questi ultimi ha senso continuare nel filone della comparazione tra quesi stati: è vero che ad alcuni, quelli dei Balcani occidentali, è stata presentata la prospettiva di divenire membri dell'Ue mentre a quelli parte del cosiddetto partenariato orientale questo non è stato offerto, ma – specificano gli autori della ricerca – è una distinzione prettamente teorica. Di fatto, sottolineano, nessuno dei paesi dei Balcani è infatti realisticamente prossimo ad un ingresso nell'Ue.

Ciononostante tutti questi stati stanno convergendo in modo graduale ma continuo verso l'Ue, sia dal punto di vista tecnico che politico. Ed è di questo che si occupa la ricerca che può essere scaricata in forma integrale in lingua inglese a questo link .


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