Elezioni in Grecia, the German Job

16 giugno 2012

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In questi giorni, le tante voci che ho sentito per riflettere sulle elezioni in Grecia erano d'accordo su un punto: esercitare pressioni dall'esterno sugli elettori ellenici è un esercizio sicuramente sterile, e molto probabilmente controproducente. La cosa è tanto più vera se i “consigli elettorali” vengono dalla Germania, paese che al momento non gode di grandi simpatie ad Atene e dintorni.

Puntualmente, però, quanto doveva succedere è successo: ieri l'edizione tedesca del Financial Times  è scesa nella campagna elettorale, invitando i greci a “resistere alla demagogia di Alexis Tsipras e di SYRIZA” e a “votare coraggiosamente per le dolorose riforme strutturali”. Cioè per Nuova Democrazia.

Gli ultimi sondaggi “segreti” danno la probabile vittoria proprio al partito conservatore di Samaras, che ha puntato tutta la campagna descrivendo il voto come un drammatico referendum non solo tra euro e dracma, ma soprattutto tra difficile e fragile stabilità e il “sicuro disastro” con SYRIZA al governo.

Grazie a testate come il Financial Times, però, forse Tsipras può farcela ancora. Perché l'ultima cosa che i greci vogliono è sentirsi dire dai tedeschi quello che devono fare: soprattutto se invitano a votare per una nuova massiccia dose di riforme “dolorose” da affidare a tempo indeterminato ad una classe politica ormai del tutto screditata.


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