Turchia: maxi operazione contro le voci critiche

15 dicembre 2014

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Domenica 14 dicembre la polizia turca ha condotto un’imponente operazione contro giornalisti ed esponenti politici legati all’opposizione al governo guidato da Ahmet Davutoğlu.

Almeno 24 persone sono state arrestate in diverse città turche, tra cui il caporedattore di Zaman, il maggior quotidiano del paese, e il direttore della TV Samanyolu, due media vicini all'ex imam Fethullah Gülen, leader spirituale di “Izmet”, movimento di opposizione al governo. Gülen, ora in esilio volontario negli Stati Uniti, è accusato di guidare “uno stato nello stato”, una sorta di organizzazione segreta che avrebbe l’obiettivo di rovesciare il governo attuale. 

Secondo diversi commentatori, il timing della retata non è casuale. Come spiega Mark Lowen , inviato della BBC ad Istanbul, il raid è arrivato dopo il lancio di una nuova campagna del governo contro i sostenitori di Gülen ed esattamente un anno dopo lo scoppio del più grande scandalo di corruzione della storia del paese, che coinvolse pesantemente il governo dell'allora Premier Erdoğan e il suo “cerchio magico”. Da quel momento è partita una lunga guerra contro il cosiddetto “stato parallelo” di cui farebbero parte alcuni esponenti della magistratura, così come ufficiali di polizia e media vicini al leader spirituale. Nell'ultimo anno questo contrattacco di Erdoğan si è concretizzato con il trasferimento e la rimozione di centinaia di magistrati e ufficiali di polizia accusati di essere vicini all’opposizione, mentre la grande retata di ieri rappresenta, ad oggi, l’episodio più eclatante della repressione delle voci critiche del paese.

Durante le perquisizioni alla sede del quotidiano Zaman, una folla, richiamata da una serie di rivelazioni fatte su Twitter da Fuat Avni, un misterioso giornalista che negli ultimi mesi ha anticipato diverse operazioni di polizia, si è radunata in strada con slogan e cartelli in difesa della libertà di stampa.

Nella serata di ieri è arrivata la presa di posizione comune da Bruxelles di Federica Mogherini, capo della Politica estera dell’Ue, e Johannes Hahn, Commissario per l’Allargamento: “I raid e gli arresti di oggi in Turchia sono incompatibili con la libertà dei media, un principio che è al al cuore della democrazia. L’operazione - si legge ancora nel comunicato - che arriva a pochi giorni di distanza dalla nostra visita in Turchia, insieme al Commissario Stylianides che ha sottolineato l’importanza delle relazioni Ue-Turchia, va contro i valori e gli standard europei a cui la Turchia aspira. Ogni ulteriore passo dei paesi candidati verso l’adesione all’Ue deve passare per il rispetto dello stato di diritti e dei diritti fondamentali”, conclude il comunicato.

 

Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Safety Net for European Journalists. A Transnational Support Network for Media Freedom in Italy and South-east Europe.


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