Cipro, la linea verde

La stampa turca sulla questione cipriota: un accademico riflette sul futuro dell'isola a margine della conferenza internazionale tenutasi a Larnaca nel febbraio scorso. Lo spirito europeo, le posizioni all'interno delle due comunità, la questione delle proprietà e della sicurezza, il Piano Annan

24/03/2005 -  Anonymous User

Di Zafer Ozcan, Zaman, 13.03.05
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Fabio Salomoni

Lo scorso febbraio, con il sostegno del Ministero degli Esteri inglese, l'Associazione Wilton Park ha organizzato una conferenza a Larnaca, con la partecipazione di invitati greco e turco-ciprioti, inglesi, turchi e greci. Tra i partecipanti il Professor Kemal Kirisci dell'Universita' Bogazici di Istanbul.

Zafer Ozcan: Professore, puo' riassumerci l'atmosfera della conferenza?

Kemal Kirisci: I primi due relatori sono stati due greco-ciprioti: il portavoce del Partito AKEL (il partito comunista), Andros Kyprianou, ed il rettore di una universita' privata. I loro interventi assomigliavano nella sostanza al messaggio del Presidente greco-cipriota Tasos Papadopoulos: vogliamo la riunificazione ma giudichiamo il Piano Annan insufficiente.

Kyprianou ha poi cercato di spiegare le ragioni dei greco-ciprioti, sottolineando come la popolazione abbia fatto forti pressioni in questo senso sul mondo politico. Una posizione che ha suscitato le reazioni di gran parte dei partecipanti che, al contrario, ritiene che il voto dei greco-ciprioti sia stato fortemente influenzato dai politici.

L'inglese Andrew Duff, parlamentare europeo, ha sottolineato come i due interventi siano contrari allo spirito dell'UE: "Il mio consiglio a Papadopoulos é di non usare il diritto di veto nell'ambito della UE contro la Turchia. La Commissione Europea troverebbe comunque il modo di aggirarlo. Se i greco-ciprioti non difendono gli interessi ed i diritti dei turchi, ci penseranno gli organi dell'Unione".

A me questa é sembrata una posizione interessante, da cui si potrebbe dedurre che se la parte greca non fara' concreti passi in direzione di una soluzione, si verra' a trovare in una situazione difficile. Allo stato attuale delle cose, la parte greca, che ha ottenuto l'adesione, si comporta in realta' in modo non conforme allo spirito dell'UE. La parte turca invece si muove parallelamente allo spirito europeo.

Concretamente, quali sono i problemi, gli ostacoli, che si frappongono alla soluzione del problema cipriota?

Il primo é sicuramente quello delle proprieta', in particolare le proprieta' immobiliari, fondiarie, che i profughi delle due parti hanno abbandonato. Si é visto con chiarezza che le proposte contenute nel Piano Annan sono lontane dal soddisfare le richieste dei greco-ciprioti.

Nel caso di una ridiscussione del Piano, sarebbe inevitabile riesaminare la questione delle proprieta'. Nel corso della conferenza ha parlato anche l'avvocato della "causa Loizidou" (dal nome della donna greco-cipriota che ha aperto una causa presso la Corte Europea per i Diritti Umani, per ottenere un risarcimento per le sue proprieta' rimaste nella parte turca dell'isola, ndt), una causa che ha vinto. L'avvocato ha raccontato che fino a quel momento la Corte Europea considerava solo il problema del risarcimento delle proprieta'. Nel caso Loizidou invece ha riconosciuto un risarcimento economico per i danni derivati dal non aver potuto usufruire della stessa.

Nel mio intervento ho cercato di raccontare le trasformazioni in atto in Turchia e di come i turchi abbiano cominciato a prendere coscienza della relazione tra stato di diritto e questione delle proprieta'.

L'avvocato ha poi ricordato come le proprieta' di turco-ciprioti rimaste in territorio greco siano state poste sotto la protezione di un'apposita autorita' e di come questi beni in realta' non siano stati adeguatamente protetti.

Un turco-cipriota ha raccontato come ha vinto una causa ed avuto un risarcimento per le sue proprieta' rimaste nella parte greca. Egli ha sottolineato che, se tutti i turchi intentassero una causa per le proprieta' rimaste nella parte greca dell'isola, questa situazione potrebbe spingere i greci a far qualche passo in avanti. Cosi come la causa Loizidou ha contribuito a sensibilizzare i turco-ciprioti sulla questione delle proprieta', allo stesso modo questo suggerimento potrebbe servire a sensibilizzare anche la parte greca.

In conclusione, anche se si fosse accettato il Piano Annan, il problema delle proprieta' non sarebbe stato risolto, perche' le proposte contenute nel Piano non hanno convinto i greci.

İl secondo importante problema tra le due parti e' quello della sicurezza. Noi guardiamo alla questione da un diverso punto di vista ma per i greci la presenza di militari turchi rappresenta un grosso problema.

Il terzo problema e' costituito dai turchi che, arrivati dalla Turchia, si sono insediati a Cipro, anche se in verita' il loro numero non e' cosi alto come sostengono i greco-ciprioti.

A suo parere, qual e' l'ostacolo piu' arduo da superare?

Secondo me, quello legato alla sicurezza. Per i turco-ciprioti, qualunque sia il loro orientamento politico, la presenza militare turca e' molto importante. Il punto di vista dei greci e' diametralmente opposto. Una delle ragioni del loro rifiuto del Piano Annan e' che non sono convinti che i punti relativi alla sicurezza saranno applicati concretamente. In realta', il Piano contiene una risposta alle loro preoccupazioni ma i greci non hanno fiducia nella loro applicazione.

Con Ali Carkoglu, nel 2002 abbiamo fatto una ricerca nella Cipro turca. I risultati mostrano come gli anziani, al contrario dei giovani, non siano aperti verso una soluzione del problema. I giovani mostrano invece di esserlo molto di piu'.

Due ricercatori, Alexandros Lordos e Muharrem Faiz, durante la conferenza hanno presentato i risultati di una ricerca simile tra i greco-ciprioti. I risultati mostrano una situazione diametralmente opposta: tra i greco-ciprioti sono soprattutto gli anziani a mostrare maggior apertura verso la soluzione, mentre i giovani mostrano una maggiore ostilita'. La ragione e' che i giovani greco-ciprioti credono alla versione della storia, distorta a partire dal 1974.

Questo mostra come i greci, nella prospettiva di una soluzione, siano in una posizione piu' svantaggiata, rispetto ai turchi, perche', se i giovani ci credono, e' possibile guardare al futuro con un po' di speranza. Se invece i giovani non ci credono, allora e' piu' difficle uscire dalla situazione attuale. Ultimamente aumenta il numero di coloro che, tra i greci e gli europei, e' consapevole dell'esistenza di questo problema tra i greco ciprioti.

Sara' il tempo a dirci se questa nuova consapevolezza portera' i greco-ciprioti a guardare alla storia da una prospettiva diversa. Quello che e' vero e' che, nonostante la presenza di 30-40.000 soldati, nella parte turca c'é un dialogo molto piu' libero e si tengono libere elezioni. Nella parte greca, membro dell'UE, il dialogo e' tenuto sotto controllo. Non hanno lasciato parlare nemmeno Verheugen (l'ex responsabile europeo per l'allargamento). Questi sono comportamenti che non si addicono allo spirito dell'Unione. Del resto, anche l'UE e' consapevole di questi atteggiamenti intransigenti dei greco-ciprioti ma non vuole forzare la situazione.

Lei pensa che il Piano Annan, una volta rivisto, possa essere accettato?

Anch'io, come la gran parte dei partecipanti alla Conferenza, credo che ne' l'UE ne' l'opinione pubblica internazionale siano pronti ad una soluzione diversa da quella rappresentata dal Piano Annan. Per questo credo che si cerchera' di riportare al tavolo delle trattative questo Piano. Se i greco ciprioti dovessero resistere ancora, la controparte turca acquisterebbe maggior credibilita' agli occhi dell'opinione pubblica internazionale.

Qual'é il suo giudizio sulle recenti elezioni nella parte turca dell'isola? (il 20 febbraio scorso le elezioni politiche hanno confermato il primato del Partito Repubblicano e del suo leader Talat, ndt)

Secondo me da queste elezioni e' uscito un risultato che mettera' ancora piu' in difficolta' i falchi. Nonostante le promesse non siano state mantenute, gli elettori turco-ciprioti hanno mostrato di non volersi trincerare dietro il nazionalismo. Hanno invece lanciato un messaggio, hanno voluto ribadire che credono ancora nella riunificazione e che continueranno a sostenere i principi contenuti nel Piano Annan. Credo che i risultati di queste elezioni abbiano rafforzato le posizioni della Turchia e dei turco-ciprioti di fronte all'opinione pubblica internazionale.


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