Una della manifestazioni promosse da "Ne davimo Beograd" foto M.Bona

L'iniziativa civica “Non (affon)diamo Belgrado” in questi anni ha portato in piazza nella capitale serba migliaia di persone. Un paper ne analizza il portato

26/08/2016 -  Tijana Morača

Nello spazio post-jugoslavo si assiste negli ultimi anni al sorgere di nuove iniziative da parte della società civile. Dalla rivolta dei lavoratori alla mobilitazione degli studenti in difesa dei beni comuni, queste iniziative indicano lo sviluppo di una società civile critica nei confronti del capitalismo neoliberista e del modello dominante di transizione post-socialista.

Questo paper esamina una delle nuove iniziative in corso, denominata "Non (affon)diamo Belgrado" che si oppone alla costruzione di un grande complesso edilizio sulle rive del fiume Sava, nella capitale serba. Lo fa attraverso l'analisi del discorso e di alcune caratteristiche di tale mobilitazione quali le reti, le forme di azione, la produzione di conoscenza e il finanziamento.

Anche se questa mobilitazione introduce questioni strutturali e di classe come nozioni attorno alla quale l'azione politica può essere condotta, allontanandosi quindi dal modello dettato dalle ONG liberali, in questo contributo si dimostra che allo stesso tempo la mobilitazione si basa e attinge significativamente dalle pratiche della società civile liberale e dai discorsi dominanti sulla transizione.

Un contributo per comprendere meglio la 'nuova ondata' di mobilitazioni e il loro potenziale di emancipazione.

Per leggere il paper prosegui qui: Tra-dissenso-e-conformita.pdf (281,21 kB) (traduzione in italiano: Federico Giulio Sicurella)


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