Šešelj: condannato in appello, ma non per crimini in Croazia e Bosnia Erzegovina

12 aprile 2018

bubble icon

Il Tribunale dell'Aja è parzialmente tornato sui suoi passi relativamente all'assoluzione del marzo 2016 di politico serbo Vojislav Šešelj. Lo ha infatti condannato ieri a 10 anni di detenzione, che non dovrà scontare dato che ha trascorso all'Aja già un periodo superiore: dal 2003 al 2014, quando è rientrato in Serbia per motivi di salute.

Šešelj è stato riconosciuto colpevole per capi d'accusa riguardanti crimini contro la comunità croata in Serbia mentre è stato assolto per i crimini che gli venivano contestati in Bosnia Erzegovina e Croazia.

Šešelj ha commentato la sentenza affermando di essere orgoglioso dei crimini di guerra e dei crimini che gli venivano attribuiti e di essere pronto a ripeterli in futuro.

Come afferma Eric Gordy in un editoriale pubblicato oggi da Balkan Insight , la decisione della corte sembra essere un conveniente compromesso: mette fine al caso con una dichiarazione di colpa senza però che il colpevole ne paghi di fatto le conseguenze. Gordy inoltre sottolinea che ancora una volta non viene violata la “starna” narrativa del Tribunale dell'Aja secondo la quale nessun paese – al di fuori della Croazia – avrebbe commesso crimini al di là dei propri confini. E, “non accontentando né il criminale e nemmeno le vittime sembra solo voler tagliare ogni filo con un processo gestito in modo catastrofico”.

Link: Radio Free Europe


blog comments powered by