Novi Sad: in piazza per difendere la tv pubblica

14 giugno 2016

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Dopo le proteste a Belgrado di sabato 11 giugno, migliaia di cittadini sono scesi in piazza ieri a Novi Sad per la terza manifestazione contro la rimozione di alcuni giornalisti dalla Radio Televisione Pubblica della Vojvodina (RTV).

La protesta è iniziata davanti alla sede di RTV con uno show satirico che ha visto la partecipazione di Zoran Kesić, frontman della trasmissione 24 minuta, di Viktor Marković del portale Njuz.net e del blogger Tibor Jona. Con il tono leggero ma appuntito della satira, i tre hanno ironizzato dal palco sull'opinione, sostenuta dal partito di governo e da molti media mainstream, secondo la quale i manifestanti scesi in piazza nelle ultime settimane in tutta la Serbia sarebbero foraggiati dall’estero.

Sul palco sono intervenute alcune giornaliste colpite dalle sostituzioni del personale, fra le quali Milica Kravić e Vanja Djurić. Quest’ultima ha denunciato che, in seguito ai cambi al vertice di RTV, la nuova gestione avrebbe sospeso la realizzazione di un’inchiesta alla quale la stessa Djurić stava lavorando da un anno e mezzo e che riguarda i fondi destinati al lavoro della magistratura in Serbia. “Ai cittadini è negata la possibilità di essere informati su quanto la nostra indagine ha rivelato. Dobbiamo trovare il modo di farglielo sapere”.

Durante la protesta sono giunti messaggi di sostegno dai manifestanti di Belgrado, riuniti attorno alla slogan Ne Da(vi)mo Beograd, della rivoluzione colorata che prosegue in Macedonia, degli studenti di giornalismo e di numerose organizzazioni non governative di Novi Sad.

Il corteo ha sfilato per il centro di Novi Sad fino alla sedi del Partito progressista serbo (SNS) e del Partito socialista (SPS), di fronte alle quali i manifestanti hanno intonato lo slogan "Dimissioni!" e "Ne davimo RTV”, “Non affondiamo la RTV”, richiamandosi agli slogan già usati nella manifestazioni tenutesi a Belgrado.

Fonte: Beta.rs

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto


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