La Serbia e il filo spinato ungherese

15 settembre 2015

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Il 15 settembre rischia di essere ricordato come l'ennesima data drammatica per i profughi che stanno attraversando i Balcani per raggiungere i paesi dell'Ue.

Il governo ungherese ha infatti introdotto l'ennesima misura repressiva: una legge che rende perseguibile penalmente chi tenta di attraversare illegalmente il confine o chi solo danneggia la barriera di filo spinato recentemente installata lungo i chilometri che la separano con la Serbia.

I profughi vengono trattati da criminali e sono passibili di tre anni di carcere. Nei processi non hanno diritto ad alcuna traduzione.

I primi arresti sarebbero già avvenuti stamane all'alba e secondo i media internazionali sono ormai più di 9.000 le persone ammassate al confine tra Serbia e Ungheria.

L'Unhcr stima che nelle prossime settimane altri 40.000 rifugiati potrebbero arrivare in Serbia, dove si rischia a breve una vera e propria crisi umanitaria. La responsabile della Nazioni unite a Belgrado, Irena Vojáčková-Sollorano, ha sottolineato l'urgenza di aumentare l'assistenza ai profughi. La Serbia ad oggi ha solo poco meno di un migliaio di posti a disposizione nei suoi centri per richiedenti asilo.

Intanto le autorità austriache hanno reso noto che nella sola giornata di ieri sono stati più di ventimila i profughi entrati nel paese.


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