6 dicembre 2022
Un articolo del quotidiano Danas online che si chiede: "Come sarebbe la Serbia senza le tv N1 e Nova S?"

Abbiamo sottoscritto un appello per la cessazione delle intimidazioni e delle campagne diffamatorie che colpiscono i giornalisti indipendenti in Serbia

Nell’ultimo mese, numerosi giornalisti sono stati vittime di gravi minacce che hanno messo a rischio la loro sicurezza fisica. Insieme ai partner del Media Freedom Rapid Response (MFRR) e alla Safe Journalists Network abbiamo chiesto alle autorità di intraprendere tutte le misure necessarie per assicurare la protezione dei giornalisti e prevenire episodi simili in futuro. 

L’ultimo episodio , avvenuto il 1 dicembre, ha colpito Jelena Obućina, giornalista di Nova S. Obućina ha ricevuto minacce di morte e violenza sessuale via Twitter, tra cui quella di finire impalata e bruciata. I messaggi sono stati inviati dopo una dichiarazione pubblicata dal tabloid Alo che accusava Obućina di aver minacciato il presidente serbo Vučić e di aver condotto propaganda anti-statale in televisione.

Alcuni giorni fa, l’indirizzo del giornalista Nenad Kulačin è stato reso pubblico su alcuni poster apparsi nel centro di Belgrado. Il suo collega Marko Vidojković del quotidiano Danas ha ricevuto più di venti minacce di morte sui social media dopo essere stato ospitato dalla TV Nova S per commentare la partita Serbia - Brasile dei mondiali di calcio. Lo stesso articolo pieno di insulti per le opinioni espresse in merito alla partita è apparso su diversi tabloid.

Il 6 novembre, la redazione del quotidiano Danas ha ricevuto una mail minatoria da un indirizzo Protonmail sconosciuto. Il messaggio conteneva una lista di giornalisti ed editorialisti, affermando che avrebbero potuto fare la fine dei giornalisti di Charlie Hebdo. La mail definiva i giornalisti in questione “nemici del popolo serbo” e “traditori”, riferendosi alla loro copertura di Kosovo, Montenegro e Republika Srpska. La polizia sorveglia gli uffici di Danas dal momento della ricezione della mail.

La Safe Journalists Network ha dichiarato che, sebbene il numero degli attacchi ai giornalisti non sia in aumento, la gravità delle minacce recenti è motivo di grande preoccupazione. “Il percorso delle campagne diffamatorie è ormai chiaro. Iniziano con dichiarazioni di esponenti del governo e vengono riprese dai tabloid, e tutto questo porta a minacce terribili provenienti da profili sconosciuti sui social media. Siamo preoccupati perché questi episodi creano confusione tra i cittadini, che ricevono messaggi sbagliati dalle istituzioni e dai tabloid. Le persone leggono che i giornalisti stanno lavorando contro la Serbia, che hanno preso di mira il presidente, e che sono in ultima istanza nemici del paese”.

Le organizzazioni firmatarie sollecitano le autorità serbe a condannare apertamente le minacce ai media e ai giornalisti, avviare indagini e ascoltare i giornalisti. La prevenzione è possibile solo se il rispetto per il pluralismo di opinione e per le divergenze editoriali viene promosso e assicurato.

Firmato:

ARTICLE 19 Europe

European Centre for Press and Media Freedom

European Federation of Journalists

International Press Institute

OBC Transeuropa

 

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del Media Freedom Rapid Response (MFRR), cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea.