Rotta Balcanica: sempre più migranti attraverso la Romania

9 febbraio 2021

bubble icon

Le violenze della polizia croata al confine tra Bosnia Erzegovina e Croazia nei confronti dei migranti, più volte denunciate da numerose organizzazioni internazionali, sembrano aver sortito il loro drammatico effetto ed aver mutato la rotta balcanica.

Sempre più migranti, nel loro percorso verso l'Europa occidentale, guardano nuovamente all'Ungheria, che non solo è membro Ue ma fa parte anche degli accordi di Schengen. E per arrivarvi non tentano il passaggio dalla Serbia, a causa del muro di filo spinato che divide i due paesi, ma scelgono la tappa intermedia della Romania.

Secondo dati forniti dall'Ong rumena Logs , il numero di richiedenti asilo in Romania non sarebbe mai stato così alto. Si è passati dai 4820 del 2017, ai 6156 del 2020, di cui 3000 solo negli ultimi tre mesi dell'anno.

La città di Timișoara, situata a meno di 100 km dal confine con l'Ungheria, sarebbe diventata uno degli snodi della rotta. Il neoeletto sindaco Dominic Fritz ha richiamato le autorità centrali di Bucarest affinché si prendano a carico la questione, trattandosi di un “problema nazionale”.

Al loro arrivo nella regione di Timișoara la polizia di frontiera prende ai migranti le impronte digitali e chiede loro se intendano depositare domanda di asilo. Cosa che tutti fanno altrimenti verrebbero rimandati in Serbia. Vengono poi distribuiti in vari centri di accoglienza nel paese. In seguito molti lasciano questi centri per proseguire il loro viaggio.

Link: Le Courrier des Balkans


blog comments powered by