© NiglayNik/Shutterstock

© NiglayNik/Shutterstock

Nonostante i generosi finanziamenti europei, una serie di progetti ambiziosi per la digitalizzazione di dati e servizi ambientali in Romania sono divenuti nel giro di pochi anni inaccessibili o fuori servizio

29/04/2025 -  Laura Popa

(Questo articolo è stato originariamente pubblicato dalla testata romena PressOne  nell'ambito di Cohesion4Climate)

Un'ordinanza di emergenza del 2021 prevede che tutte le aziende che operano fisicamente in Romania devono monitorare la loro produzione di rifiuti e segnalarla all'Agenzia nazionale per la protezione ambientale (ANPM).

Roxana, un'imprenditrice di Bucarest, tiene traccia dei rifiuti della sua azienda da tre anni. Prima mandava i report via email, ma quest'anno ha provato a utilizzare il Sistema integrato di informazioni ambientali (SIM), un nuovo strumento pensato per digitalizzare il processo.

"Ho provato due volte, ma il sito web si è bloccato. Poi ho effettuato di nuovo l'accesso e solo metà del sito funzionava. Alla fine ho raggiunto la sezione che chiedeva la posizione della mia azienda, e sono rimasta bloccata lì", racconta. Quando Roxana ha tentato di registrarsi di nuovo, il sistema era inattivo.

Anche PressOne ha provato a registrarsi al SIM, sia come persona fisica che come azienda. Non una, ma tre volte: ogni volta però abbiamo riscontrato "un problema".

Il SIM avrebbe dovuto apportare dei cambiamenti radicali, permettendo alle aziende di presentare i report periodici obbligatori e di ottenere qualsiasi autorizzazione di carattere ambientale direttamente online.

Soprattutto, il sistema avrebbe dovuto consentire il monitoraggio in tempo reale di alcuni indicatori ambientali chiave (legati a inquinamento atmosferico, rifiuti, emissioni), che in precedenza erano sparpagliati in molti documenti diversi e impossibili da osservare in tempo reale.

Utilizzando i dati ambientali archiviati nel SIM, l'Agenzia nazionale per la protezione ambientale avrebbe poi potuto compilare le relazioni annuali obbligatorie su questioni come la quantità di rifiuti raccolti in Romania.

Dato che la Romania ricicla poco più dell'11% dei suoi rifiuti totali (una stima già influenzata da segnalazioni imprecise, come rivelato da un'inchiesta svolta da Recorder), una raccolta efficiente dei dati ambientali è fondamentale per lo sviluppo di politiche coerenti in questo settore.

Il rapido declino di un sistema multimilionario

Secondo una risposta fornita a PressOne dal ministero dell'Ambiente, il contratto per la creazione del SIM era stato firmato nel 2016; l'Agenzia nazionale per la protezione ambientale era indicata come beneficiario finale.

Il costo complessivo era di oltre 87 milioni di lei, l'equivalente di circa venti milioni di euro all'epoca. I finanziamenti provenivano dai fondi di coesione dell'UE, e in particolare dal Programma operativo per la Romania "Aumentare la competitività economica".

Rise Project ha rivelato che, grazie a una gara d'appalto ristretta, l'appalto è stato assegnato a un consorzio di aziende direttamente collegate all'ex politico e imprenditore Sebastian Ghiță, ora latitante.

Benché siano passati pochi anni, il SIM ha già raggiunto il suo "fine vita" (un'espressione usata per indicare che determinati componenti o tecnologie non saranno più disponibili o aggiornati), secondo la stessa risposta del ministero dell'Ambiente.

Fonti di PressOne sostengono che, in sostanza, il SIM avrebbe probabilmente potuto essere sviluppato con un costo di appena mezzo milione di euro, invece dei quasi venti. Un problema importante che ha contribuito alla scarsa funzionalità del sistema è stata la mancanza di fondi previsti per i lavori di manutenzione del SIM.

Cosa intende fare ora l'Agenzia nazionale per la protezione ambientale? Sta portando avanti un nuovo progetto, questa volta finanziato dal PNRR. "L'ANPM sta implementando il progetto PNRR C7/I5 – "Servizi ambientali pubblici digitalizzati per l'Agenzia nazionale per la protezione ambientale" – attraverso il quale i servizi ambientali elettronici/pubblici saranno riscritti e aggiornati entro giugno 2026, con l'implementazione delle firme elettroniche e di un sistema di pagamento online", ha dichiarato il ministero dell'Ambiente a PressOne.

Il progetto SINCRON, scomparso

Il 1° gennaio 2011 l'Agenzia nazionale per la protezione ambientale aveva avviato un progetto finanziato dai fondi di coesione dell'Unione europea, il cui completamento era previsto per settembre 2016. Il progetto si chiamava "Sistema integrato di gestione e sensibilizzazione per la Rete Natura 2000 della Romania", o SINCRON.

Con un budget di oltre 54 milioni di lei (dieci milioni di euro), il progetto mirava a sviluppare un'infrastruttura che consentisse il monitoraggio delle misure di gestione previste in tutte le aree naturali protette.

"Tutte le misure previste dai piani di gestione dovevano essere raccolte su un'unica piattaforma, e chiunque volesse verificare le restrizioni o gli obblighi in essere per un'area specifica poteva accedere e consultarle. Le rispettive autorità potevano monitorare l'attuazione delle misure delineate nei piani di gestione", spiega Florin Stoican, presidente dell'Urban Nature Network.

In effetti, una delle principali responsabilità degli enti che gestiscono le aree protette in Romania è redarre dei piani di gestione, dei documenti che dettagliano tutte le azioni necessarie per garantire la corretta conservazione dell'area. L'obiettivo di SINCRON era riunire tutti gli attori coinvolti nella gestione delle aree protette su un'unica piattaforma, facilitando la verifica dell'efficacia delle misure di gestione. 

"C'erano indicatori che si accendevano al raggiungimento delle scadenze. Si poteva accedere al database in qualsiasi momento e verificare quante aree protette avevano un piano di gestione, quante erano in ritardo e di quanto tempo, e così si poteva intervenire", aggiunge Stoican.

L'obiettivo principale del progetto, tuttavia, non è mai stato raggiunto, afferma Stoican: "Quello che abbiamo visto in realtà è stata solo della comunicazione sul progetto: hanno stampato del materiale, realizzato alcuni video e prodotto delle guide".

Nel frattempo, la burocrazia è diventata ancora più onerosa. "La procedura per la redazione dei piani di gestione è un disastro. Persino chi lavora a questi piani afferma che nessuno li legge, figuriamoci attuarli", afferma il presidente dell'Urban Nature Network.

PressOne ha chiesto al ministero dell'Ambiente informazioni sullo stato del progetto SINCRON. La risposta è stata identica a quella data per il Sistema ambientale integrato: il progetto ha raggiunto il suo "fine vita". "L'infrastruttura hardware/software principale è stata sviluppata nel 2011-2012", ha dichiarato il ministero.

Le somiglianze con SIM non finiscono qui: lo Stato spera di rilanciare questo secondo progetto utilizzando anche di nuovo i fondi del PNRR. "Nell'ambito del progetto PNRR C7/I5, l'ANPM ha richiesto (...) la riscrittura e l'aggiornamento legislativo del servizio pubblico fornito dal progetto SINCRON. Questo servizio dovrebbe essere operativo entro giugno 2026".

Dieci anni dopo il completamento del primo progetto, l'ANPM necessita insomma ora di un nuovo ciclo di finanziamenti europei per raggiungere lo stesso obiettivo di quello originale. "Si tratta di un doppio finanziamento. Si chiedono soldi due volte per la stessa cosa – e si tratta di molti soldi", conclude Florin Stoican.

INSPIRE: un'altra promessa non mantenuta

Un terzo progetto ambientale i cui risultati sono oggi introvabili è INSPIRE. Pensato come strumento per adottare in Romania l'omonima direttiva europea, "INSPIRE si proponeva di mappare i confini delle aree naturali protette in formato digitale, in modo che chiunque potesse cliccare e trovare informazioni", spiega Florin Stoican.

Con un budget di oltre 40 milioni di lei provenienti ancora una volta dai fondi di coesione dell'UE, il progetto mirava anche a correggere le discrepanze nei confini di alcune aree protette, dato che alcune zone presentavano descrizioni contrastanti in diversi documenti.

"Il ministero avrebbe dovuto approvare i confini ufficiali, in modo che tutti avessero un riferimento unico e definitivo", aggiunge Stoican. Gli obiettivi però non sono stati raggiunti. "A un certo punto, i confini sono stati pubblicati sul sito web, ma in modo solo ufficioso. Quando le persone hanno iniziato a usarli, le autorità li hanno rimossi", afferma Stoican.

Sparse su Internet si possono ancora trovare alcune mappe del progetto, ma sono ben lontane dai dati spaziali interattivi promessi da INSPIRE. Sul sito web del ministero dell'Ambiente è presente un'intera sezione dedicata al progetto, che comprende un link ai database spaziali. Tuttavia, quando si tenta di accedere gli utenti scoprono che il server su cui erano archiviati i dati non esiste più.

 

Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Cohesion4Climate" cofinanziato dall’Unione europea. L’UE non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto; la responsabilità sui contenuti è unicamente di OBCT.


Hai pensato a un abbonamento a OBC Transeuropa? Sosterrai il nostro lavoro e riceverai articoli in anteprima e più contenuti. Abbonati a OBCT!