26 febbraio 2022, persone in fuga dalla guerra al passaggio di confine di Siret, Romania - Gabriel Preda RO/Shutterstock

26 febbraio 2022, persone in fuga dalla guerra al passaggio di confine di Siret, Romania - Gabriel Preda RO/Shutterstock

È il paese Nato con il più lungo confine con l’Ucraina: 650 km. Bombardamenti anche a Ismail, a soli 15 chilometri dal territorio romeno. Già 90.000 i profughi entrati nel paese

02/03/2022 -  Mihaela Iordache

Soprattutto donne, bambini e anziani. Perché agli uomini tra i 18 e i 60 anni, in grado di combattere, non è permesso uscire dal paese. Dall’inizio della guerra in Ucraina (dati aggiornati al 28 febbraio) sono entrati in Romania circa 90.000 cittadini ucraini e ne sono usciti, verso altre destinazioni, circa 50.000. Sono dati forniti dall’Ispettorato Generale romeno della Polizia di Frontiera.

Migliaia di persone che quindi ogni giorno entrano in Romania per fuggire alla guerra. Lì sono i benvenuti ed è impressionante la mobilitazione della cittadinanza romena. Semplici cittadini, volontari, associazioni stanno aspettando ai punti di frontiera nel nord e nell’est della Romania l’arrivo di donne, bambini, anziani che sono riusciti a scappare da un’Ucraina presa d’assalto dall’esercito russo. Il freddo, la fame e la paura non fermano la corsa per la vita. Ma la gente è stanca: lacrime e disperazione sono ovunque.

I cittadini romeni stanno ricevendo i rifugiati con messaggi di benvenuto nella lingua ucraina, con bevande calde, abbracci e incoraggiamenti, giocattoli, cibo e beni di prima necessità. Si sono organizzati in tanti ai confini. Vi è la Croce Rossa, vi sono molte associazioni, vi sono gli uomini del Dipartimento per le Emergenze. Serve aiuto, ed in fretta, perché le file di auto per entrare in Romania sono lunghe decine di chilometri. Anche i singoli cittadini si stanno organizzando su Facebook e non solo. I romeni offrono trasporto gratuito, alloggi nelle pensioni e alberghi. Anche i monasteri si sono aperti ai rifugiati: decine di rifugiati che arrivano da Kiev e Harkov sono stati portati con un convoglio umanitario al monastero di Dumbrava, contea di Alba. Qui arriveranno anche i bambini di un orfanotrofio ucraino. Anche le università stanno offrendo alloggio per i rifugiati di guerra. L’Università di Iasi sta offrendo, oltre all’alloggio, anche assistenza psicologica.

I profughi sono persone che fino a qualche giorno fa avevano una vita nel loro paese. Sono famiglie divise perché gli uomini sono rimasti in Ucraina per contrastare l’aggressione russa.

Nel punto di frontiera di Siret nella contea di Suceava le code per entrare in Romania sono chilometriche. Si aspettano ore in macchina o a piedi per attraversarlo. Da Siret partono non stop pullman verso altre città romene tra cui Iasi e Sibiu.

Ogni profugo ha però un nome, una storia, una sua vita, ora stravolta dalla guerra. Osaka ha 30 anni ed è arrivata in Romania da Černivci, nord-ovest dell’Ucraina. Tiene in braccio la figlia di due anni. Il marito è rimasto in Ucraina. Vuole arrivare a Milano dove abita la  sorella. Molti profughi sono solo in transito per la Romania e intendono recarsi nei paesi occidentali dove vivono e lavorano i loro parenti. Un’altra donna racconta di essere partita dall’Ucraina con un carretto. Ha poi percorso 17 km con il suo bambino in braccio. Natalia, invece, ha 44 anni ed è un medico. È arrivata insieme ai genitori anziani e ai quattro cani. Ora alloggia in una casa di un’associazione di Sibiu. Bogdan ha 15 anni e prova a sostenere la responsabilità del padre, rimasto in Ucraina. È arrivato in Romania con la madre e due fratelli.

Tra le le migliaia di profughi che entrano in Romania in questi giorni vi sono anche molti studenti stranieri. Oltre 500 studenti indiani - entrati al punto di frontiera di Siret - sono  alloggiati temporaneamente in una palestra di Milișăuți in attesa di essere rimpatriati. Altri sono originari del Ghana o della Nigeria.

Intanto le istituzioni romene, il governo, e il Consiglio Romeno per i Rifugiati, UNHCRU, hanno creato la piattaforma web dopomoha.ro , pensata per passare informazioni ai profughi. In lingua ucraina “dopomoha” significa “aiuto”. È una piattaforma multilingue dove si trovano informazioni sui campi profughi, alloggi, procedure di asilo, diritti dei rifugiati.

I punti di frontiera per entrare in Romania sono attualmente quelli di Hamleu, Sighetu Marmatiei, Siret e Isaccea. Il tempo di attesa è continuamente aggiornato sul sito della polizia di frontiera.

I cittadini ucraini in possesso di un passaporto valido possono restare in Romania per 90 giorni. Il ministro degli Interni romeno, Lucian Bode, ha dichiarato che nei sette centri organizzati per i cittadini ucraini sono alloggiate ora 700 persone e il grado di occupazione e del 65%. Nel campo mobile di Siret vi sono attualmente 192 persone. Ma la dinamica è in continua evoluzione.

Il ministro romeno si è recato domenica al punto di frontiera di Siret assieme a Ylva Johansson Commissaria europea per gli affari interni. Chi desidera, chi non ha documenti o chi supera i 90 giorni di permanenza può chiedere asilo.

Anche il ministero della Salute romeno si sta mobilitando per ricevere nelle strutture sanitarie cittadini ucraini feriti, a prescindere che siano civili o militari. Finora sono stati messi a disposizione a tale scopo 3152 posti letto.

 

 

 

Dossier

Tutti i nostri approfondimenti nel dossier "Ucraina: la guerra in Europa"


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