Altripiani: dove i Carpazi incontrano i Balcani

16 maggio 2016

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La quarta settimana di Altripiani, un viaggio a piedi attraverso i Carpazi, di cui Osservatorio Balcani e Caucaso è media partner.

Qui di seguito il diario di Giacomo Frison ed alcune fotografie:

“Salutiamo il gruppo dei monti Fagaras dove il bianco neve fa fatica a cedere il passo al verde primavera. Saltellando da un tir moldavo a un furgone di un imbianchino e poi nell'auto di Claudiu ci portiamo alle pendici del Parco Nazionale di Retezat in Muntenia.

Claudiu è così incuriosito che ci ospita a casa. Ha una famiglia semplice e generosa. Sua mamma oltre ad improvvisare una cena, ci fa accomodare in una stanza con due letti gonfi di cuscini e un tavolo comodo per scrivere consultando la mappa.

Il popolo rumeno mi piace, nei piccoli villaggi sembra non possa accadere nulla, solo i cani fiutano sempre qualcosa.

Il sole ci sveglia, salutiamo Caludiu e zaino in spalla puntiamo alle montagne. Il massiccio prende il nome dalla montagna più alta, il Retezat, siamo nei Carpazi meridionali. Quest'area ha numerosi laghi di origine glaciale, tra cui il più grande lago glaciale in Romania, il lago Bucura ad un'altitudine di 2030 metri.

Ci sono diverse "cabane" per fare campo base, noi scegliamo di mettere la tenda a Cabana Gentiana, ma quando arriviamo troviamo Peter, un buffo omino dal naso rosso a patata con il suo fedele cane lupo Monti che da subito pretende coccole da Glorija. Peter sta accendendo la stube, ci siamo solo noi e il tè caldo per brindare è già pronto!

Due giorni di sole ci fanno perfino voglia di pantaloncino corto, però sui 1700 metri pestiamo neve e a quota 1950 ci sprofondiamo fino al polpaccio.

Anche qui maggio se l'è presa comoda, avanziamo attaccandoci ai mughi e poi facendo traccia a fatica. Troviamo zampe di orso, seguite da quelle di una volpe, siamo in compagnia.

Ridiscesi a Hateg tra covoni ordinati, ciuffi boscosi, altopiani verdi e rollio di colline percorriamo la strada che va da Caransebes alle Porte di Ferro.

Orsova è considerata la città "dove finiscono i Carpazi", più di 1500 chilometri di montagne che noi abbiamo percorso a zig zag rincorsi dalle nuvole e disegnando un arco attraverso l'Europa centrale.

A Orsova ritroviamo anche il Danubio dopo Vienna. Il fiume si è riempito delle acque della Sava, della Drava, del Tibisco e di tanti altri affluenti.

Al centro delle acque l'isola di Ada Kaleh divide la corrente, mentre le montagne serbe sulla riva destra sono le prime cime della catena dei Grandi Balcani.

Dopo la pioggia notturna, al mattino il cielo sereno ci riempie di buon umore, le montagne sono su entrambi i lati e formano il "canyon" serpentino delle Porte di Ferro.

Un pezzo a piedi, poi autostop e intanto il Danubio si snoda in ampie curve che percorriamo passando da un paesino ad un altro sulla riva rumena, ad un certo punto i promontori slavi, diventano Bulgaria.

Nella pianeggiante Oltenia attraversiamo sotto un sole battente l'infinito ponte di confine che porta a Vidin, un blocco dei computer tiene fermi tutti i tir alla frontiera. Salutiamo ogni singolo autista, ci sono turchi, polacchi, bulgari ed ognuno ci chiede da dove arriviamo. "Krakow, all the way along the Carpathian Mountains!" “.


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