Cittadini ucraini in attesa di passare il confine con la Moldavia - © Rosen Ivanov Iliev/Shutterstock

Cittadini ucraini in attesa di passare il confine con la Moldavia - © Rosen Ivanov Iliev/Shutterstock

Sarà la Moldavia il prossimo obiettivo della Russia? Mosca ha il suo cavallo di Troia nella repubblica secessionista della Transnistria e chiede la "federalizzazione" del piccolo paese ancora ai margini dell'Unione europea. Un’intervista all’analista politico Igor Boțan

04/03/2022 -  Florentin Cassonnet Chișinău

(Pubblicato originariamente da Courrier des Balkans il 3 marzo 2022)

Igor Boțan è un analista politico. Fisico di formazione con dottorato all'Università di San Pietroburgo, è attualmente il direttore generale di ADEPT , Associazione per la democrazia partecipativa.

Come valuta il comportamento delle autorità moldave finora?

Dal mio punto di vista è adeguato. Le autorità sono sotto grande pressione perché capiscono che la Moldavia può essere il prossimo potenziale obiettivo della Russia. A questo punto, tutto quello che possono fare è fornire aiuti ai rifugiati ucraini e mantenere la calma nel paese. Il governo ha anche riunito i leader di tutti i partiti politici. Tutti hanno accettato di votare per lo stato di emergenza, il che è un buon segno di unità, ma tra i partiti prevalgono atteggiamenti diversi. Per esempio, il partito socialista ha reagito negativamente alla sospensione dei siti filorussi che trasmettono informazioni false, il che dimostra che c'è un limite alla solidarietà.

La gente ha paura, molti stanno pensando di lasciare la Moldavia per la Romania. Alcuni dei miei colleghi di Adept dicevano già venerdì che rimpiangevano di non aver lasciato la Moldavia prima. Molte giovani famiglie di lavoratori con i loro figli cercheranno di fuggire dal paese, accentuando un esodo già drammatico, e questo è il problema principale: i giovani di talento, istruiti e ambiziosi probabilmente penseranno ancora di più di non avere un futuro in Moldavia. Le prospettive sono decisamente cupe, è difficile non essere pessimisti.

Nessuno sa quale sarà la prossima mossa di Vladimir Putin, ma molti dicono che dopo la probabile caduta di Odessa, l'esercito russo vorrà collegarsi con le sue truppe di stanza in Transnistria. Da lì saranno a solo due ore da Chișinău. C'è motivo di avere paura?

Sì, molti lo pensano. Vladimir Putin cercava un casus belli in Ucraina, non l'ha trovato, ma ha invaso lo stesso il paese con il pretesto della "denazificazione", anche se il presidente ucraino è ebreo! Può trovare qualsiasi pretesto anche per invadere la Moldavia.                 

Avere un governo filoeuropeo rende la Moldavia un obiettivo di Vladimir Putin?

La Moldavia non è un obiettivo come l'Ucraina. La Russia non vorrà annettere il paese, ma cercherà di dividerlo per poterlo governare meglio insistendo sulla sua federalizzazione. Tale progetto di federalizzazione della Moldavia in tre entità non è nuovo, risale al 2003, è stato oggetto del Memorandum Kozak. Per risolvere il problema della Transnistria, il capo di Stato dell'epoca, Vladimir Voronin (Partito Comunista di Moldova, PCRM) ha concordato con Vladimir Putin una federalizzazione del paese in tre entità (Moldova, Transnistria, Gagauzia), ciascuna delle quali avrebbe avuto un terzo dei voti al Senato.

La Transnistria (500.000 abitanti, la metà dei quali all'estero) e la Gagauzia (150.000 abitanti), entrambe filorusse, avrebbero così avuto il potere di bloccare tutto ciò che volevano al Senato, anche se, sommate, rappresentano molto meno della metà della popolazione totale del paese! Vladimir Voronin stava per firmare il memorandum e Vladimir Putin doveva venire a Chișinău per siglare il documento, ma la Russia ha inserito una clausola speciale durante la notte che prevedeva il dispiegamento sul territorio moldavo di 2.000 militari russi per garantire il rispetto dell'attuazione del memorandum. I moldavi hanno protestato e all'ultimo momento, mentre Vladimir Putin stava per salire sul suo aereo per Chișinău, Vladimir Voronin gli ha detto di non venire. Vladimir Putin era al potere solo da tre anni all'epoca, ma questa vicenda ha rovinato il loro rapporto... Inoltre, Vladimir Voronin e il Partito comunista moldavo sono diventati i promotori inaspettati dell'integrazione europea della Moldavia. Proprio come conseguenza di questo progetto di federalizzazione che, di fatto, offriva alla Russia gli strumenti per controllare il paese.

La Moldavia rischierebbe di scomparire in caso di federalizzazione?

No, non credo. Vladimir Putin si presenterà come un "liberatore". Dirà di aver risolto il problema, che non c'è più una provincia separatista, ecc. Per il momento Mosca non ha un pretesto formale per invadere la Moldavia. Secondo la sua costituzione, la Moldavia è uno stato unitario e neutrale. Ma se la Russia riesce a prendere il controllo della "Novorossiya" - termine storico risalente all'Impero russo per designare tutte le rive settentrionali del Mar Nero, oggi Ucraina - sarà molto vicina alla Moldavia e potrebbe promuovere provocazioni per trovare un pretesto, o semplicemente usare strumenti di propaganda e ricatto dicendo che se accettiamo la federalizzazione, avremo gas a prezzi ridotti e altri vantaggi…

Invece di condannare l'invasione russa dell'Ucraina, l'ex presidente moldavo Igor Dodon (Partito socialista) ha dichiarato: "Quello che sta succedendo al nostro vicino è una lezione importante per noi". Suona come un appello alla sottomissione alla Russia...

Nel 2014 Igor Dodon ha sostenuto pubblicamente l'annessione della Crimea da parte della Russia e deve tutta la sua carriera a Vladimir Putin. Il presidente russo lo ricevette al Cremlino quando il Partito Socialista aveva solo lo 0,5% dei voti, poiché l'elettorato era allora dominato dal Partito Comunista. Hanno fatto in quel caso una foto che Igor Dodon ha usato nella sua campagna elettorale, e il suo partito socialista è salito al 20%, entrando in parlamento.

Igor Dodon probabilmente si aspetta di essere "usato" dal Cremlino se la Russia insiste sulla federalizzazione della Moldavia. La gente vuole condizioni di vita migliori. Ma chi potrebbe garantirle? Una parte della popolazione pensa che sia la Russia, altri pensano che sia la Romania. Oggi, i sondaggi dicono che circa il 40% dei moldavi (esclusa la Transnistria) accetterebbe l'unione con la Romania. Questi sono sia i “sindacalisti del cuore”, i nazionalisti romeni, sia i "sindacalisti sociali" che considerano che la Romania ha un tenore di vita più alto e pensioni migliori e che ha risolto i suoi problemi strategici aderendo all'UE e alla NATO... Questi argomenti fanno sì che anche alcuni moldavi di lingua russa favoriscano questa opzione.

L'economia moldava è molto legata a quella ucraina, con una gran parte dei prodotti nei supermercati provenienti dall'Ucraina. La Moldavia è sull'orlo di una grave crisi economica?

La Moldavia è un paese prevalentemente rurale e agricolo, quindi è possibile fare a meno dei prodotti agricoli ucraini. Non è la carestia a minacciare la Moldavia, ma piuttosto la mancanza di un futuro e un problema energetico, poiché il paese dipende al 100% dal gas russo. Questo era lo scopo della crisi energetica provocata dalla Russia prima della guerra. Oggi, per la Moldavia, il prezzo del gas è legato al prezzo del petrolio, e il prezzo del barile è aumentato, quindi il gas aumenterà ancora di più.

Con questa guerra Vladimir Putin ha fatto cadere la maschera. Ritiene che questo potrebbe cambiare gli equilibri tra filorussi ed europeisti in Moldavia?

Dipenderà dal risultato dell'invasione dell'Ucraina. Se la Russia riesce a sottomettere l'Ucraina, e purtroppo dal punto di vista militare sembra essere solo una questione di tempo, il Partito socialista, la principale forza politica filorussa, dirà: "È molto spiacevole questa invasione, ma i russi ci sono riusciti, sono i più forti. E cosa hanno fatto l'Europa e gli Stati Uniti? Appena si è trattato di combattere per l'Ucraina, non c'era più nessuno. E abbiamo bisogno del gas russo, del mercato russo”. Bisogna tener presente che la Moldavia è un paese povero e rurale. Molte persone saranno probabilmente inclini ad accettare questo "destino russo", mentre tutti quelli che potranno lasceranno il paese.

La Moldavia ha ricevuto assistenza finanziaria dall'UE e da altri paesi?

Sì, l'UE aiuta finanziariamente, ma poi? Ci viene detto: "Rimanete nel partenariato orientale". Ma quanto varrà il partenariato orientale dell'UE una volta che l'Ucraina sarà distrutta e sottomessa alla Russia?

Questa guerra potrebbe accelerare l'integrazione europea della Moldavia?

In condizioni normali, sarebbe fantastico ottenere lo status di candidato. Sono convinto che l'integrazione europea abbia aiutato i paesi dell'Europa centrale e orientale a svilupparsi. Senza l'integrazione europea sono inimmaginabili i conflitti in cui si potrebbero trovare oggi. È un motore di stabilizzazione e di sviluppo, ma finora la Moldavia ne è stata esclusa. Il nostro paese dovrebbe rimanere ad vitam aeternam nel quadro del "partenariato orientale"...

Nell'ultimo anno del suo mandato presidenziale, nel 2009, Vladimir Voronin è andato a Bruxelles e ha chiesto alla Commissione europea di includere la Moldavia nella strategia di associazione e stabilizzazione, insieme ai paesi dei Balcani occidentali. Gli fu detto che la Moldavia non faceva parte dei Balcani occidentali. Voronin è tornato in Moldavia, ha detto che era inutile continuare sulla linea della politica di vicinato per sempre e ha accettato di riaprire le discussioni con la Russia sulla federalizzazione del paese. Questo accadeva nel 2009 ed è ciò che ha provocato la "rivoluzione di Twitter", quando i manifestanti hanno dato fuoco al palazzo presidenziale.

È un peccato. Se avessimo ottenuto questo status di candidato, forse avrebbe aiutato la Moldavia ad andare avanti. Quando Vladimir Voronin ha chiesto a Putin di formare una sorta di unione doganale nel 2002, l'UE ha lanciato la sua politica di vicinato con appositi strumenti finanziari. Per l'UE si trattava di inviare un messaggio forte: dopo la prossima ondata di allargamento, l'UE avrà nuovi vicini e ciò che vuole sono dei "buoni" vicini. La Moldavia e l'Ucraina rappresentavano un problema per l'UE: traffico di esseri umani, organi, armi, droga e sigarette, ecc. Bruxelles voleva quindi proteggere l'UE aiutando i paesi vicini a sviluppare le loro infrastrutture e la loro economia. Ma senza condividere le istituzioni, né la prospettiva di uscire da questa zona grigia. Così le nostre cosiddette élite hanno continuato a fare quello che sanno fare meglio: rubare e trovare modi per arricchirsi, il che le ha portate a rubare un miliardo di dollari dal sistema bancario moldavo nel 2012-2014...

Non è un buon momento farlo ora, con questo governo pro-europeo e la presidente Maia Sandu molto popolare in Europa?

Sarebbe davvero un grande regalo per la Moldavia se l'UE le offrisse lo status di candidato all'integrazione... Ma non funziona così a Bruxelles, ci vogliono discussioni, bisogna sviluppare una strategia, ci vuole tempo. Quindi non ci credo troppo, ma forse mi sbaglio, perché molte cose stanno cambiando molto rapidamente. L'unica certezza negli ultimi anni è che la Romania offre passaporti romeni ai moldavi che li vogliono, a condizione che possano dimostrare di avere un genitore o un nonno che ha vissuto in Moldavia tra il 1918 e il 1940, quando la Moldavia era parte della Romania. Oggi, secondo fonti romene, un milione di moldavi, cioè un terzo della popolazione, ha un passaporto romeno, e quindi europeo. È un'integrazione europea dei cittadini ma non delle istituzioni, e incoraggia l'esodo, quindi è uno strumento a doppio taglio.

Finora, la strategia dell'UE per la Moldavia era chiara. Romano Prodi lo ha riassunto quando era presidente della Commissione europea tra il 1999 e il 2004, quando l'UE ha votato la politica di buon vicinato: l'UE vuole una "cintura di sicurezza" da Murmansk a Casablanca, attraverso il Mar Nero e Israele, una cintura di amici dell'UE. Ma ora ci rendiamo conto che questa cintura di amici non è una cintura di sicurezza.

Tutti i nostri approfondimenti nel dossier "Ucraina: la guerra in Europa"


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