Analisi dei flussi migratori e delle problematiche ad essi connesse nella repubblica macedone. Tra vecchi rifugiati e nuovi migranti.

30/07/2002 -  Anonymous User

La situazione
La Macedonia ha rappresentato per dieci anni una felice eccezione nel panorama balcanico, per avere gestito in modo pacifico la transizione dalla fine della Jugoslavia federale e socialista allo stato indipendente. Tuttavia, la prossimità agli scenari di guerra, e la condizione di relativa stabilità interna, hanno comportato l'afflusso di significativi contingenti di rifugiati dai paesi vicini.
Il breve conflitto scoppiato in Macedonia nel 2001, oltre a porre fine all'"eccezione macedone", ha fatto conoscere al paese il problema degli sfollati interni e dei rifugiati "propri". I primi flussi di profughi dai paesi vicini si ebbero agli inizi degli anni novanta: allo scoppio della guerra in Bosnia, i rifugiati in Macedonia raggiunsero un picco, tra il luglio e il dicembre 1992, di 31,542 presenze ufficialmente registrate, ma si stima che il numero effettivo fosse di circa il doppio. Il 91% dei rifugiati proveniva in questa fase dalla Bosnia Erzegovina e il 9% dalla Croazia.
Ben altre proporzioni ha avuto, nel 1999, il flusso di rifugiati dal Kosovo, che si è attestato, nel periodo dei bombardamenti NATO sul territorio della ex Jugoslavia, sulle 300.000 unità. Come nel caso dei profughi kosovari ospitati in Albania, il flusso di ritorno è stato particolarmente rapido per cui alla fine di luglio soltanto 23.000 rifugiati erano rimasti in Macedonia e nel corso del 2000 tutti i rifugiati appartenenti alla comunità albanese avevano fatto ritorno in Kosovo. Alla fine del 2001 erano presenti nel paese un totale di 3.500 rifugiati, quasi tutti appartenenti a minoranze etniche del Kosovo, con l'eccezione di 50 musulmani dalla Republika Srpska. Nel corso del 2001 il problema più rilevante ha riguardato gli spostamenti di popolazione causati dal conflitto tra l'esercito macedone e l'organizzazione militare albano-macedone UCK. Tra il febbraio e l'agosto 2001 sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni più di 175.000 cittadini macedoni, dei quali circa 100.000 hanno attraversato il confine per recarsi in altri stati, e circa 75.000 sono rimasti all'interno delle frontiere del paese. Alla fine dell'anno i rifugiati nei paesi vicini erano scesi a 22.000 unità, e gli sfollati interni a 21.000.
Per quanto riguarda le migrazioni volontarie, in Macedonia esiste un registro delle persone emigrate e immigrate, secondo il quale tra il 1990 e il 1999 avrebbero lasciato il paese circa 10.000 persone. Si tratta in realtà di uno strumento lacunoso, se nel solo periodo tra il 1990 e il 1994, secondo il censimento condotto nel 1994, hanno lasciato il paese 48.892 persone, che si sono dirette nell'80% dei casi verso altri paesi europei (in particolare verso la Germania, nel 35% dei casi, verso la Svizzera nel 30%, 7,3% verso l'Austria e il 7,7% verso l'Italia), nel 12% dei casi verso l'Australia e nel 5,5% dei casi verso il continente americano. Un dato interessante è costituito dal 6,7% di emigranti, nello stesso periodo, in possesso di un grado di istruzione superiore o universitaria.

Documentazione
US Committee for Refugees, Macedonia Country Report 2002

K. Kostadinova-Daskalovska, K. Noshpalovska, "Migrations in the Republic of Macedonia and spatial distribution of the population in the 1990s" in Studi Emigrazione/Migration Studies, XXXXVII, n. 139, 2000.
Global Internally Displaced People Project, Macedonia profile, January 2002

Ricerche
Il Center for Refugees and Forced Migration Studies (CRFMS) di Skopje, nato nel 1998 all'interno dell'istituto per la ricerca sociologica, politica e giuridica dell'Università, svolge ricerche sui temi dello spostamento di massa di popolazioni nei Balcani, sull'hate speech nei media macedoni in relazione alla presenza di rifugiati dal Kosovo e sulla questione degli sfollati interni. Tra gli obiettivi del centro c'è la promozione di una rete regionale di centri di ricerca su questi temi. Nel giugno 2001 il CRFMS ha organizzato una conferenza dal titolo Exodus within borders: the global crisis of internal displacement, analizzando i principi guida a livello internazionale in materia di sfollati interni, il ruolo delle organizzazioni regionali e le possibili soluzioni al problema.


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