Kosovo-Serbia, negoziato a rischio

27 marzo 2018

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Ieri, 26 marzo, le Forze speciali della polizia kosovara hanno prima tratto in arresto e poi espulso dal territorio kosovaro Marko Đurić, a capo dell'Ufficio per il Kosovo del governo serbo.

Đurić era intervenuto a Mitrovica nord ad un convegno, secondo le autorità kosovare, senza autorizzazione di ingresso nel paese.

La polizia ha anche disperso con lacrimogeni un gruppo di persone che si era radunato per protestare contro l'arresto.

Đurić è stato trasferito prima in un tribunale di Pristina e poi espulso.

Il presidente della Serbia Alexandar Vučić ha subito definito quanto avvenuto come una “provocazione brutale” ed un “atto criminale”. “Non rimarrà impunito”, ha aggiunto in un intervento mandato in onda in diretta dai media serbi.

Ciononostante ha chiesto alla comunità serba del nord del Kosovo di mantenere la calma e non ha dichiarato l'interruzione dei negoziati con Pristina mediati dall'Ue.

Anche il presidente del Kosovo Hashim Thaçi ha invitato alla calma affermando che l'incidente “non deve interrompere la comunicazione tra Kosovo e Serbia".

Dal canto suo la responsabile per la politica estera Ue Federica Mogherini ha twittato: “Đurić è ora libero e sulla via di casa. Serve calma e serve preservare il dialogo”.

Lo scorso 23 marzo un incontro a Bruxelles nel quadro dei negoziati Belgrado-Pristina si era concluso con un nulla di fatto. In quell'occasione il presidente Vučić non aveva preso parte alla conferenza stampa post-incontro per poi intervenire poco dopo sul canale televisivo serbo TV Pink accusando le autorità kosovare di bloccare l'implementazione dell'accordo del 2013 sui diritti speciali per le municipalità kosovare a maggioranza serba.

L'arresto e l'espulsione di Marko Đurić ha spinto la Lista Srpska, il principale partito che rappresenta la comunità serba in Kosovo, ad annunciare oggi l'uscita dalla maggioranza che sta attualmente governando il Kosovo.


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