Sielke Kelner 12 luglio 2023
Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo © Alexandros Michailidis/Shutterstock

Il Parlamento europeo ha votato ieri il testo che costituisce la propria posizione negoziale sulla proposta di direttiva anti-SLAPP in vista dei negoziati trilaterali tra il Consiglio dell’UE, il Parlamento e la Commissione che iniziano oggi

"La capacità dei giornalisti di riferire liberamente su qualsiasi questione di interesse pubblico non è solo importante, ma essenziale per qualsiasi società democratica". Con queste parole esordisce la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, durante la conferenza stampa di questa mattina , quando, insieme all'eurodeputato Tiemo Wölken, relatore per il pacchetto anti-SLAPP , annuncia l’adozione da parte del Parlamento europeo della propria posizione negoziale rispetto alla proposta legislativa della Commissione, che era stata presentata ad Aprile del 2022.

Con una schiacciante maggioranza (498 europarlamentari a favore, 33 contrari e 105 astenuti), ieri il Parlamento europeo si è espresso a favore di una versione rafforzata della proposta di direttiva della Commissione , accordando un forte mandato negoziale a Tiemo Wölken.

Inizia oggi infatti il trilogo sulla proposta di direttiva anti-SLAPP, il negoziato trilaterale tra i rappresentanti del Parlamento, del Consiglio dell’UE e della Commissione il cui scopo è quello di raggiungere un accordo provvisorio su un testo accettabile sia per il Consiglio che per il Parlamento. Il mandato ricevuto da Wölken costituisce anche un forte messaggio del Parlamento indirizzato agli stati membri, i quali, in seno al Consiglio dell’UE, lo scorso 9 giugno hanno reso nota la propria posizione comune sulla proposta di direttiva anti-SLAPP, un orientamento che ha allarmato le organizzazioni della società civile europea. Il testo su cui sono convenuti i ministri della giustizia UE diluisce notevolmente la formulazione iniziale proposta dalla Commissione europea, impedendo alla direttiva di fornire le garanzie procedurali necessarie agli organi giurisdizionali per proteggere chi viene colpito da SLAPP, alias azioni pretestuose. 

Il testo contenente gli emendamenti votati dal Parlamento , la cui redazione è stata coordinata dalla commissione JURI, la commissione giuridica del Parlamento europeo guidata da Tiemo Wölken, non solo stabilisce garanzie procedurali, introduce emendamenti relativi a proposte che la Commissione europea aveva formulato nelle Raccomandazioni, testo che seppure operativo non è vincolante per gli stati membri. 

Troviamo così nella formulazione del Parlamento un'interpretazione estensiva del concetto chiave di casi di SLAPP transfrontalieri, definiti non solo come procedimenti in cui il convenuto e l'attore risiedono in due paesi membri differenti; anche nei casi in cui l'atto di partecipazione pubblica - sia esso un articolo su un quotidiano, video di protesta di un attivista - “ha rilevanza per più di uno Stato membro ”. Introduce anche per le cause civili un meccanismo di dichiarazione di inamissibilita’, stabilendo che sia l’attore a dover fornire gli elementi di prova sufficienti per richiedere il rinvio a giudizio. Inoltre, la proposta dell’Europarlamento prevede che le spese legali della difesa vengano rimborsate da chi avvia una SLAPP, inclusi i costi indiretti e il risarcimento danni. Tra le disposizioni che la Commissione aveva annoverato tra le sue Raccomandazioni agli stati membri e che il parlamento ha incluso nella sua proposta legislativa, l’istituzione di sportelli unici nazionali in cui i bersagli di SLAPP possano chiedere informazioni e consulenza e assistenza finanziaria, legale e psicologica; l'istituzione di un registro nazionale ed europeo sulle SLAPP diretto a raccogliere dati quantitativi e qualitativi; l'introduzione di un’adeguata formazione rivolta agli operatori del diritto. Su quest’ultimo provvedimento la presidente Metsola ha ricordato infatti come quella delle SLAPP sia un’area della giurisprudenza in fieri: non solo i nostri avvocati non sono formati, ma neanche i giudici non lo sono. E’ dunque necessario fornire loro gli strumenti per riconoscere e contrastare tali episodi.

Come ricordato dalla Presidente Metsola: "Le SLAPP non sono impiegate per vendicare [l’onorabilità della propria reputazione], ma per mettere a tacere i giornalisti e questo rappresenta una minaccia per la democrazia". La Presidente dell’europarlamento ha dedicato il testo votato ieri a tutti quei giornalisti che sono stati vittima di questo abuso di diritto, e alla giornalista investigativa maltese Daphne Caruana Galizia, che ha prestato il nome alla proposta di direttiva europea, nota con il nome di Legge di Daphne. 

E’ stata proprio la CASE - Coalition Against SLAPPs in Europe - affiancata dai suoi gruppi di lavoro nazionali, che nei giorni scorsi si è attivata per far sentire la propria voce contro il testo adottato dal Consiglio dell’UE. Lo scorso 10 luglio, Maja Sever , la presidente della European Federation of Journalists (EFJ)  ha portato il gruppo di lavoro CASE croato in protesta davanti al ministero della Giustizia a Zagabria. Il gruppo di lavoro tedesco ha indirizzato una lettera al proprio ministro della Giustizia.  Così come il gruppo anti-SLAPP Italia, il quale si è appellato al ministro della Giustizia Carlo Nordio , per chiedere un impegno concreto dell’Italia a favore del contrasto delle SLAPP durante la prossima fase negoziale e ha dato voce ai bersagli di SLAPP, diffondendo una serie di testimonianze di giornalisti che stanno affrontando querele pretestuose. Si è affiancato alla protesta anche il relatore speciale delle Nazioni Unite per i difensori dell'ambiente ai sensi della Convenzione di Aarhus, Michel Forst, che oggi ha pubblicato una lettera sulla direttiva anti-SLAPP in cui illustra le sue raccomandazioni per il testo. 

E’ prevista tra la fine del 2023 e l'inizio del 2024, l’adozione di un testo concordato tra i tre attori europei coinvolti nei negoziati. La CASE ed il Gruppo anti-SLAPP Italia continueranno a mobilitarsi per far pressione sui governi nazionali affinché venga adottata una direttiva europea progressista e capace di proteggere i bersagli di SLAPP. 

 

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del Media Freedom Rapid Response (MFRR), cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea.