La preghiera nella Yeni Cami - M.Drosopoulos/OBCT

La preghiera nella Yeni Cami - M.Drosopoulos/OBCT

Per l’Eid, la festività musulmana che segna la fine del Ramadan, la città di Salonicco ha offerto ai credenti la possibilità di pregare nella storica Yeni Cami: un atto fortemente simbolico in un paese a larga maggioranza ortodossa

25/04/2024 -  Mary Drosopoulos Salonicco

Nella sua camicia di lino bianco, quella della domenica e delle occasioni speciali, Sechkin Tayip, un uomo sulla trentina, esita davanti al cancello della "Yeni Cami", la storica "Nuova Moschea". Nonostante viva e lavori in città come mediatore culturale da più di cinque anni, è la prima volta che visita l'iconico edificio.

Oggi non è un semplice visitatore, ma un musulmano in un Paese a stragrande maggioranza cristiano-ortodossa, dove finalmente potrà pregare in un luogo che non sia un seminterrato o una sala conferenze.

Anche se solo per un giorno, la gioia di poter celebrare l'Eid Al Fitr in uno spazio pubblico, insieme ad amici e familiari, arriva insieme ad un pensiero audace, che non sembra più irraggiungibile: forse questa è la città dove potrebbe finalmente sentirsi a casa.

Per un attimo fugace, il giovane si culla in questa rassicurante sensazione, che gli manca da quando è fuggito dalla sua piccola città nel nord dell'Iraq. I suoi pensieri felici vengono interrotti da un agente di polizia locale, che gli chiede gentilmente, in inglese, di perquisire il suo zaino.

“Dopo la preghiera del mattino devo andare subito al lavoro”, risponde Sechkin in perfetto greco, in tono di scusa. L'ufficiale fa un cenno alla persona successiva in fila.

Circa 70 credenti, tra locali e turisti, sono venuti per assistere alla preghiera. La voce si è sparsa di bocca in bocca; alcuni ne avevano persino letto la notizia sui media locali.

“Abbiamo riservato lo spazio per cento persone”, dice un rappresentante dell’Eforato delle Antichità di Salonicco, l’agenzia che supervisiona questa iniziativa. “Alcuni potrebbero non saperlo, mentre altri potrebbero scegliere di pregare nei propri spazi. Ciò che conta è che questo edificio storico sia stato reso disponibile e che vi sia un alto simbolismo in questo”.

Attraversato un piccolo giardino, Sechkin si trova ora di fronte all'ingresso. Il suo sguardo viaggia con curiosità oltre la vetrata a forma di farfalla della porta principale fino alle Stelle di David scolpite che adornano i balconi superiori, come vivaci motivi ricamati su una sottile striscia di lana.

Entrando nella moschea a piedi nudi, come prescritto dalla tradizione islamica, lascia le scarpe in un angolo a destra, riservato a questo scopo, paradossalmente condiviso con le donne.

Le poche fedeli, per lo più appartenenti alla comunità africana, indossano abiti lunghi e colorati che le coprono dalla testa ai piedi. Stanno timidamente in quel piccolo angolo, letteralmente nascoste da uno striscione bianco che impedisce ogni vista del mihrab.

A pochi passi si è formata una folla parallela, che però indossa le scarpe. Da un lato decine di giornalisti e fotografi, locali e corrispondenti stranieri: dall'altro lato i rappresentanti delle autorità locali e della polizia.

Quando l'imam Taha Abdelgalil inizia la preghiera, la Nuova Moschea si illumina di flash. Una marea di telefoni cellulari si alza nell’aria, catturando la vista dei fedeli che ripetono “Dio è grande” prima di chinarsi sui tappetini stesi sul pavimento.

Yeni Cami Salonicco, Grecia © Sp_Tsek/Shutterstock

Yeni Cami Salonicco, Grecia © Sp_Tsek/Shutterstock

Amicizia, ignoranza e controversia

La leggendaria "Yeni Cami" è stata l'ultima nel suo genere ad essere costruita nella Salonicco ottomana nel 1902, progettata dall'architetto Vitaliano Poselli, un siciliano formatosi a Istanbul.

Ancora oggi la Nuova Moschea è considerata un esempio saliente di architettura eclettica, che unisce elementi neoclassici, ottomani, liberty, moreschi, barocchi e gotici con riferimenti alla tradizione ebraica.

Questo storico edificio era stato originariamente creato per una popolazione unica della Salonicco ottomana: i cosiddetti "Dönme", cioè i cripto-ebrei sabbatiani che si erano formalmente convertiti all'Islam per ingraziarsi il Sultano.

Ironicamente, alla fine sarebbero stati loro a guidare la ribellione contro quest'ultimo. Dopo la guerra greco-turca del 1919-22, i Dönme, insieme ad altre popolazioni musulmane residenti in Grecia, sono stati “scambiati” con i cristiani in Turchia, come previsto dal Trattato di Losanna.

Nei mesi successivi, la Nuova Moschea ha ospitato i rifugiati cristiani provenienti dall'Anatolia, prima di diventare il Museo Archeologico di Salonicco e infine il centro culturale ed espositivo che è oggi.

Per Khaled Shahoud, siriano, 29 anni, questo è un giorno di festa: “Il Ramadan è incentrato sulla pace, sulla comunità e sullo stare insieme. È un regalo per noi avere uno spazio così bello, una moschea dove possiamo praticare liberamente la nostra religione”.

Shahudd commenta la diffusa ignoranza sull’Islam che incontra nella sua vita quotidiana: “Ogni anno, quando inizia il Ramadan, devo spiegare ai miei colleghi perché non mangio né bevo nulla durante quel mese. Mi guardano sorpresi quando dico loro che questo fa parte della mia religione”.

La notizia dell'apertura della Yeni Cami ai credenti musulmani ha fatto notizia. La maggior parte dei media ha parlato di un evento “storico” che stava accadendo nella seconda città più grande della Grecia per la prima volta in cento anni.

Tuttavia, questa non è la prima volta nella storia moderna che la Nuova Moschea viene messa a disposizione delle comunità musulmane della città, bensì la quarta. I tre precedenti, tuttavia, erano in qualche modo ambigui e, di conseguenza, tendono a essere trascurati.

La prima volta è stata nel 2013, con il sindaco Yannis Boutaris, quando la Yeni Cami ha aperto le porte agli studenti della Madrasah di Komotini, una città nel nord-est della Grecia, sede di una consistente minoranza musulmana.

Un anno dopo, nel 2014, l'occasione si è ripetuta, ma con un forte dibattito sul profilo dell’imam che avrebbe condotto la preghiera. Il governo greco ha insistito per un imam ufficialmente nominato dallo Stato greco e non dai “mufti” eletti dalle minoranze musulmane della Tracia occidentale (il governo greco non riconosce i mufti eletti in Tracia, molti dei quali sono stati al centro di accese discussioni sull’influenza turca nella regione).

In protesta verso la decisione del governo, una parte della popolazione musulmana di Salonicco si è rifiutata di partecipare alla preghiera.

Nel tentativo di trasmettere un messaggio di amicizia e unità, nel 2018 l’amministrazione Boutaris ha infine accettato di far tenere la preghiera del Ramadan da un imam e un muezzin scelti da un mufti nella Tracia occidentale. Questa volta alla preghiera allo Yeni Cami ha partecipato anche il console turco a Salonicco.

La decisione del sindaco ha comunque sollevato critiche. Boutaris è entrato nella storia come il sindaco contemporaneo che ha aperto Salonicco ai suoi vicini turchi e balcanici, proiettando il carattere multiculturale della città come crocevia di civiltà. La sua strategia gli ha portato sia elogi che critiche.

Quest’anno il governo greco ha posto come prerequisito la nomina ufficiale dell’imam da parte dello Stato. Ciò ha portato alcune comunità a esprimere il loro disaccordo non partecipando alla preghiera.

In un’intervista a OBCT, un diplomatico greco ha commentato questa posizione come “uno sfortunato, ma prevedibile tentativo di abusare della religione per il bene di interessi politici”, sottolineando che “tali episodi non devono oscurare l’importanza di questa iniziativa positiva”.


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