Lo scorso agosto, il One Caucasus Festival ha unito Armenia, Azerbaijan e Georgia attraverso musica e cultura, ma anche educazione e progetti partecipativi. Un esempio di come le comunità possono costruire insieme un futuro di pace
Dal 22 al 25 agosto 2024, il One Caucasus Festival si è tenuto nuovamente nella regione di Kvemo Kartli in Georgia, e più precisamente nel comune di Marneuli. La regione è conosciuta per la popolazione in maggioranza di etnia azera e per piccole sacche di armeni e georgiani, alcuni dei quali coabitano negli stessi villaggi e città. Anche le strade principali dall'Armenia e dall'Azerbaijan verso la capitale georgiana attraversano questa regione.
Situato vicino al confine con l'Armenia e l'Azerbaijan, One Caucasus promuove la collaborazione fra tutti e tre i gruppi etnici nell'intera regione e con i loro coetanei stranieri. Sebbene vi siano anche attività educative e artistiche nei villaggi circostanti, nonché un budget partecipativo implementato congiuntamente con il comune, il festival è meglio conosciuto per le sue giornate di musica che coinvolgono artisti provenienti da Armenia, Azerbaijan, Georgia e oltre.
Quest'anno segna anche il decimo anniversario dell'evento nonostante gli evidenti ostacoli emersi da quando i tre paesi hanno dichiarato l'indipendenza nel 1991. In particolare, nonostante il conflitto tra Armenia e Azerbaijan, il festival ha dimostrato di essere uno dei pochi progetti che riunisce i cittadini. Sebbene gli armeni, gli azeri e i residenti georgiani di Kvemo Kartli siano abituati all'interazione quotidiana, lo stesso non si può dire delle loro controparti in Armenia e Azerbaijan. A One Caucasus, tuttavia, ci sono spesso anche collaborazioni musicali tra artisti di Yerevan e Baku.
Quest'anno due armeni del Karabakh, uno reduce dall'esodo di oltre 100.000 persone lo scorso settembre, erano fra i sette volontari provenienti dall'Armenia.
Sfortunatamente, a parte alcuni rari esempi, gli attuali progetti di costruzione della pace coinvolgono spesso attivisti o accademici e ricercatori politicamente partigiani dei due paesi in conflitto in capitali straniere, a volte in segreto, limitando così la loro portata e rilevanza per le società stesse. Ciò è stato particolarmente vero dopo la fine dell'iniziativa transfrontaliera realizzata a Tekali da parte del defunto pacificatore armeno Georgi Vanyan.
Finora, One Caucasus si è fermato solo durante la pandemia di COVID-19. Imperterrito, un piccolo gruppo di volontari e musicisti ha invece accompagnato in ambulanza i residenti a vaccinarsi. Sebbene rimanga un piccolo evento, la sua inclusività lo rende comunque unico nella regione.
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