Ex-alleati di Saakashvili e rappresentanti dell'opposizione georgiana accusano il presidente per il conflitto dello scorso agosto. Dopo le dichiarazioni potrebbe arrivare il momento della piazza

29/01/2009 -  Giorgio Comai

Negli ultimi mesi, sempre più esponenti politici di rilievo che in passato erano stati vicini al presidente Saakashvili, ma che in diverse circostanze si erano allontanati dall'attuale amministrazione, hanno esplicitato le proprie intenzioni di tornare ad impegnarsi attivamente nella vita politica del paese. Ricordiamo in particolare l'ex presidente del parlamento Nino Burjanadze, l'ex-ambasciatore georgiano alle Nazioni Unite Irakli Alasania, l'ex-primo ministro Zurab Nogaideli e l'ombudsman della Georgia Sozar Subari. Nonostante il chiaro impegno ad opporsi all'attuale leadership, essi si muovono con circospezione; cercando di evitare manifestazioni di piazza, dialogano con l'opposizione parlamentare ed extraparlamentare, non si annunciano direttamente quali candidati presidenziali e non escludono alleanze con le varie forze politiche dell'opposizione.

Alternando periodi di silenzio a conferenze stampa, interventi in televisione, visite all'estero, interviste, o lettere aperte, queste figure, molto note nel paese per i ruoli che hanno ricoperto, ma spesso prive di affiliazione partitica, fanno costantemente riferimento alla necessità di avere elezioni anticipate, criticando anche duramente il presidente Saakashvili e la sua amministrazione sia in merito agli eventi di agosto, sia riguardo alla gestione della crisi nei mesi che hanno seguito il conflitto in Ossezia del Sud e Abkhazia e l'intervento militare russo.

Nino Burjanadze, ex presidente della camera, e due volte presidente ad-interim nel 2003 e nel 2008, ha deciso di non candidarsi nelle liste del partito di governo "Movimento per una Georgia Unita" in occasione delle elezioni del maggio 2008, ed in particolare dopo il conflitto di agosto 2008 si è presentata sempre più esplicitamente come rappresentante dell'opposizione.

Nel giorno del quinto anniversario della "Rivoluzione delle Rose", il 23 novembre 2008, Nino Burjanadze ha fondato un nuovo partito, "Movimento democratico - Georgia Unita", che la stessa fondatrice ha caratterizzato come "in forte opposizione" con l'attuale leadership del paese, e "basato sull'idea dell'unità della Georgia ... e sui valori euroatlantici ed occidentali".
Burjanadze ha dichiarato che per salvare il paese sono necessarie elezioni anticipate, ed ha richiamato i rappresentanti dell'opposizione ad unirsi e a non criticarsi vicendevolmente.
Burjanadze ha anche dichiarato che non avrebbe mai consentito l'inizio delle ostilità con la Russia, e che è anche grazie a lei se si è evitato l'inizio di un conflitto e spargimenti di sangue in precedenti occasioni, soprattutto quando era molto alta la tensione con l'Abkhazia nell'estate del 2006 e nell'aprile del 2008.

Irakli Alasania ha invece dichiarato di non avere intenzione di fondare alcun partito, ma intervenendo in televisione il 25 gennaio http://www.civil.ge/eng/article.php?id=20319, ha ammesso che si sta consultando con i leader di varie forze di opposizione, incluso il Partito Repubblicano, Nuova Destra, il Forum Nazionale e l'ex-candidato presidenziale per l'opposizione unita Levan Gachechiladze. Nella stessa occasione, l'ex ambasciatore all'Onu ha accusato Saakashvili e il suo gruppo dirigente di aver ceduto a provocazioni e di aver trascinato la Georgia in guerra, e di non essere in grado di portare il paese fuori dall'attuale crisi.

Alasania ha ottenuto molta attenzione anche nei media internazionali in seguito al conflitto di agosto quale ambasciatore della Georgia presso le Nazioni Unite. Benché giovane (classe 1973), Alasania aveva già ricoperto incarichi importanti; in particolare è stato inviato presidenziale speciale per la risoluzione del conflitto con l'Abkhazia, una delle due regioni separatiste della Georgia di cui la Russia ha riconosciuto l'indipendenza dopo il conflitto della scorsa estate. In quel ruolo, Alasania, figlio di un generale georgiano morto proprio durante il conflitto abkhazo del 1993, era riuscito a costruire un dialogo con alcuni rappresentanti politici di questa regione, ed è tutt'ora riconosciuto quale uno dei pochi politici georgiani con cui i leader abkhazi sono disposti a dialogare.

Il presidente Mikhail Saakashvili esclude che vi possano essere elezioni anticipate, difende il proprio governo, e accusa i suoi oppositori di aver iniziato a criticarlo solo dopo essere stati allontanati da posizioni di potere. Il 27 gennaio, Saakashvili ha dichiarato che non accetterà che la situazione nel paese venga destabilizzata per colpa delle ambizioni personali di un ristretto numero di politici, e si è detto pronto a difendere le sue posizioni con tutti i mezzi consentiti dalla costituzione, naturalmente rimanendo nel pieno rispetto dei principi democratici.

Tutti i principali partiti georgiani, incluso il nuovo partito di Nino Burjanadze, si sono impegnati a firmare una dichiarazione comune il 29 gennaio, richiedendo le dimissioni di Saakashvili http://www.civil.ge/eng/article.php?id=20338. Solo il neo-costituito "Movimento per una Georgia Giusta", fondato dall'ex-primo ministro Nogaideli il 3 dicembre 2008, ha preferito non partecipare all'appello, dichiarando che non sono le elezioni anticipate in questo momento la priorità per il popolo.

I rappresentanti dell'opposizione sembrano decisi a porre fine alla presidenza di Saakashvili; fino ad ora, hanno proclamato le loro intenzioni con interventi pubblici in televisione e sulla carta stampata. Se come sembra probabile il presidente non cederà alle richieste dell'opposizione, Tbilisi potrebbe essere testimone di una nuova ondata di manifestazioni anche nel 2009.


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