Al via la Berlinale: uno sguardo a sud-est

7 febbraio 2022

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La Berlinale è tradizionalmente uno dei festival più attenti, per ragioni culturali e geopolitiche, all’Europa del sudest. La 72° edizione della rassegna berlinese (informazioni e programma www.berlinale.de), che torna in presenza con rigidissimi protocolli per contenere la pandemia di Covid-19 da giovedì 10 a domenica 20, ha selezionato meno film del solito provenienti dall’area balcanica e dintorni. In particolare, nessuno è collocato tra i 18 in concorso per l’Orso d’oro, che vede l’Italia rappresentata dal pirandelliano “Leonora addio” di Paolo Taviani, al primo lavoro da solo dopo la scomparsa del fratello Vittorio.

Un'immagine tratta da “Heroji radničke klase - Working Class Heroes” di Miloš Pušić

Un'immagine tratta da “Heroji radničke klase
Working Class Heroes” di Miloš Pušić

La presenza è abbastanza significativa nel resto del programma, con diversi paesi rappresentati ma con autori per lo più poco conosciuti o esordienti.

La sezione parallela "Encounters", anch’essa competitiva, comprende il russo “Brat vo vsyom - Brother in Every Inch” di Alexander Zolotukhin con Sergey Zhuravlev e Nikolay Zhuravlev e il greco “I Poli ke i Poli - The City and the City” di Christos Passalis e Syllas Tzoumerkas (noto per “Homeland” e “A Blast”) con Vassilis Kanakis, Alexandros Vardaxoglou e Angeliki Papoulia.

Tra i corti spicca il romeno “Amintiri de pe Frontul de Est - Memories from the Eastern Front” di Radu Jude, che lo scorso anno conquistò l’Orso con “Sesso sfortunato o follie porno”, in coreagia con Adrian Cioflâncă.

Più ricca di spunti la sezione Panorama: il serbo “Heroji radničke klase - Working Class Heroes” di Miloš Pušić con Jasna Djuričić, Boris Isaković, Predrag Momčilović, Stefan Beronja, Aleksandar Djurica e Bojana Milanović; “Klondike”, coproduzione Ucraina/Turchia diretta da Maryna Er Gorbach con Oxana Cherkashyna, Sergiy Shadrin e Oleg Scherbina; la coproduzione Russia/Slovenia/ Turchia “Produkty 24 - Convenience Store”, debutto di Michael Borodin con Zukhara Sanzysbay, Lyudmila Vasilyeva, Tolibzhon Suleimanov e Nargiz Abdullaeva.

Incuriosisce, nella sezione Generation, “Moja Vesna” il debutto della slovena Sara Kern che si era messa in mostra con i suoi cortometraggi. Una storia tra Slovenia e Australia con Loti Kovačič, Mackenzie Mazur, Gregor Bakovič e Claudia Karvan. Nella stessa sezione il documentario ucraino “Terykony - Boney Piles” di Taras Tomenko.

Infine il Forum degli indipendenti presenta “Afterwater” di Dane Komljen con Jonasz Hapka, Signe Westberg e Boban Kaluđer, una coproduzione Germania/Spagna/Corea/Serbia.


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