Inquietante manifestazione filo ustascia a Zara, salutata dal presidente del consiglio comunale cittadino. La polizia non interviene. Sempre più diffuse nel Paese opinioni revisioniste sul carattere "positivo" del regime del criminale Pavelić. Venerdì la decisione della Commissione sull'avvio dei negoziati di adesione alla UE

15/12/2004 -  Drago Hedl Osijek

Lunedì scorso, 6 dicembre, alcune centinaia di persone, tra le quali una decina che indossavano uniformi con i simboli degli Ustascia e le immagini del criminale di guerra Ante Pavelić, insieme a quelle del generale latitante Ante Gotovina, ricercato per crimini di guerra dal Tribunale dell'Aja, hanno marciato per le strade di Zara. L'incidente si è verificato solo 10 giorni prima che la Croazia affrontasse una scadenza importante: il 17 dicembre, a Bruxelles, la Commissione Europea deve decidere sulla data di avvio dei negoziati per l'ingresso della Croazia nella Europa dei 25.

La dimostrazione ha avuto luogo in occasione della celebrazione dei veterani della seconda guerra mondiale, non di quelli che appartenevano al movimento antifascista, ma dei cosiddetti "domobran", che combattevano dall'altra parte. Davor Aras, presidente del consiglio comunale di Zara e membro della Unione Democratica Croata (HDZ), il partito dell'attuale Primo Ministro Ivo Sanader, è uscito a salutare i manifestanti di fronte all'immagine di Ante Pavelić.

La polizia non è intervenuta, e solo il giorno seguente sono state inoltrate alcune accuse nei confronti di alcuni membri del gruppo. Inoltre, il portavoce dell'HDZ e del governo Sanader, Ratko Maček, ha condannato la esibizione di simboli ustascia all'incontro, e ha annunciato sanzioni per Davor Aras, che rischia di essere espulso dal partito.

"L'HDZ punirà Aras perché ha danneggiato politicamente il partito e ha agito in maniera contraria al suo programma" - ha dichiarato Maček.

Altre formazioni politiche in Croazia, compreso il Partito Croato dei Diritti (HSP), hanno condannato la esibizione di uniformi ustascia e del ritratto di Pavelić. Fino ad alcuni anni fa, l'HSP considerava con favore tali fenomeni, e molti membri di questo partito celebravano apertamente Pavelić e il suo Stato Indipendente di Croazia (1941-1945), fondato su leggi razziste e sulla ideologia fascista.

Il leader dell'HSP, Anto Đapic, nel condannare la parata di simboli ustascia, ha focalizzato la sua reazione su di un'altra questione: "L'immagine di Ante Pavelić, posta vicino a quella del generale Ante Gotovina, danneggia sia la Croazia che Gotovina. Non dovrebbe essere permesso di accostare la Guerra dell'Indipendenza Croata (quella recente, ndt) con il movimento ustascia che aveva perso la guerra ed era totalitario e antidemocratico."

Il parlamentare Damir Kajin, della Unione Democratica Istriana (IDS), un partito regionale che sottolinea fortemente il proprio antifascismo, ha dichiarato che simili incidenti continueranno a verificarsi fino a quando la Croazia non traccerà chiaramente un confine tra il movimento ustascia e l'antifascismo. L'antifascismo oggi in Croazia è identificato con il comunismo, malgrado non si tratti della stessa cosa.

Uno dei partecipanti all'incontro di Zara, Pavo Smolić, che due giorni dopo la manifestazione camminava ancora per le strade di Zara con la sua uniforme ustascia, ha dichiarato, tuttavia, di essere molto fiero di tutto. Smolić ha infatti affermato che si potrà parlare della proibizione dei simboli ustascia solo dopo la rimozione del monumento a Josip Broz Tito che, secondo lui, sarebbe il peggior criminale. Josip Broz Tito, il cui monumento si trova presso il villaggio natale di Kumrovec, è stato il leader del movimento antifascista in Jugoslavia e a lungo il Presidente del Paese, dissoltosi dieci anni dopo la sua morte.

Eppure, malgrado la Zagabria ufficiale abbia condannato l'incidente ustascia di Zara, resta il fatto che la polizia si è comportata in modo incomparabilmente più morbido rispetto a solo alcuni mesi prima, quando un fatto simile si è verificato nella piazza centrale di Zagabria. In quella occasione, tre studenti di Belgrado avevano portato fotografie con l'immagine del leader cetnico Draža Mihajlović, condannato per crimini di guerra commessi durante la seconda guerra mondiale. La polizia si era mossa istantaneamente: gli studenti erano stati immediatamente arrestati; uno di loro condannato a 15 giorni di prigione, un altro a 5, mentre il terzo è stato espulso dalla Croazia.

La polizia aveva spiegato di aver agito secondo la legge, dato che esibire fotografie con la immagine del criminale di guerra Draža Mihajlović rappresentava un atto che disturbava la quiete pubblica e provocava la gente. Alcuni giorni prima, il Ministro degli Affari Esteri della Croazia aveva proibito al giocatore di basket della squadra di pallacanestro "Partizan", Milan Gurović, di entrare nel Paese, dato che il cestista aveva un tatuaggio di Draža Mihajlović sulla mano. In quel caso era stato spiegato che la sua presenza avrebbe potuto disturbare il pubblico, e così gli era stato vietato l'ingresso in Croazia.

Alcuni osservatori, a Zagabria, sottolineano che la polizia ha usato un approccio molto più morbido rispetto all'incidente di Zara, nonostante la questione fosse relativa ad uno stesso tipo di provocazione. La nota editorialista Jelena Lovrić ha scritto nel settimanale di Zagabria "Globus" che era ovvio che lo stesso tipo di fatti causassero reazioni completamente differenti.

"Il recente tentativo di uno studente di Belgrado di portare una fotografia con l'immagine di Draža Mihajlović in centro a Zagabria si è trasformato in uno scandalo: i presenti lo hanno attaccato, la polizia ha reagito immediatamente e il Tribunale lo ha condannato al carcere. La manifestazione con l'immagine di Ante Pavelić, invece, non ha provocato una reazione da parte dei cittadini di Zara, e la polizia si è comportata come se andasse tutto bene. Un problema ancora maggiore è costituito dal fatto che le persone in uniforme ustascia sono state salutate dai membri del consiglio comunale", scrive Jelena Lovrić.

Malgrado una parte della opinione pubblica croata si sforzi di rappresentare l'incidente ustascia a Zara come un qualcosa di marginale e isolato, non significativo, che non riflette l'atteggiamento della maggior parte dei Croati sul regime ustascia di Ante Pavelić, diversi fatti mostrano il contrario. Una recente trasmissione televisiva sui movimenti filonazisti nel territorio della ex Jugoslavia durante la seconda guerra mondiale, sul movimento ustascia in Croazia e cetnico in Serbia, ha mostrato che il 58% degli spettatori avevano una opinione positiva del movimento ustascia e di Ante Pavelić.

Il campione interrogato per il sondaggio era piuttosto grande e può sicuramente essere considerato significativo, dal momento che 17.000 spettatori hanno votato per telefono per esprimere la propria posizione, dichiarando che per loro il movimento ustascia di Ante Pavelić aveva rappresentato un fatto storico positivo.

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